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Champions, Psg-Bayern: chi sarà il campione d’Europa?

Notte magica oggi a Lisbona per la finalissima di Champions League tra i francesi del Psg e i tedeschi del Bayern – Neymar contro Lewandowski

Champions, Psg-Bayern: chi sarà il campione d’Europa?

Giganti a confronto. La finale di Champions tra Psg e Bayern (ore 21), infatti, mette a confronto due dei maggiori pesi massimi dell’intero panorama calcistico e proprio per questo promette gol e spettacolo a non finire. Le favole Lipsia e Lione si sono fermate di fronte a tanta potenza, nonostante la formula della gara secca sembrasse studiata apposta per loro. Parigini e bavaresi, del resto, hanno investito valanghe di milioni per arrivare sul tetto d’Europa, anche se le analogie, a dire il vero, si fermano qui. Impossibile infatti paragonare la storia dei tedeschi con quella dei francesi: i primi hanno già vinto 5 Coppe dei Campioni (l’ultima nel 2013), i secondi sono alla loro prima finale. 

Si potrebbe dire che i soldi sfideranno la tradizione, se non fosse che anche il Bayern ha un certo peso economico, anche se usato in modo diverso. Basti pensare che l’undici titolare di Flick, al netto dei giocatori costruiti nel vivaio, è costato 95 milioni, mentre quello di Tuchel addirittura 633,5: numeri spaventosi, che dimostrano le due filosofie opposte dei club. Il paradosso però è che la squadra favorita è sicuramente il Bayern, a testimonianza di come i soldi, spesso e volentieri, non portino a nulla senza le idee. “Loro sono una grande squadra e hanno giocatori veloci, dovremo organizzare bene la nostra difesa – ha spiegato Flick. – Sappiamo che la nostra forza è quella di mettere sotto pressione gli avversari, nei nostri match abbiamo cercato sempre di imporre il nostro stile, giocando con la linea alta: abbiamo ottenuto risultati, non cambieremo molto neanche questa volta. Abbiamo visto tutte le loro partite e conosciamo le loro qualità, sono molto simili al Barcellona…”. 

Il riferimento all’8-2 dei quarti di finali fa parte di quell’ironia (?) tipicamente tedesca, tanto sottile da trasformarsi, spesso e volentieri, in arroganza. Certo, il Bayern di quella sera sarebbe ingiocabile per tutti, quello visto qualche giorno dopo contro il Lione, invece, fa decisamente meno paura. Tuchel lo sa bene, anche perché, con tutto il rispetto della squadra di Garcia, lui ha ben altro potenziale. “Credo che le squadre come il Bayern Monaco, che sono abituate a giocare questo genere di gare, abbiano in finale un leggero vantaggio dato dall’abitudine a disputarle – ha spiegato il tecnico del Psg. – Detto questo, non credo che sia un vantaggio decisivo, noi siamo qui per giocare la finale e vincerla. Ovviamente è la sfida più grande della mia carriera, è difficile descrivere le mie emozioni: sono esausto e felice. Non prepareremo niente di speciale, perché la partita lo è già di suo”. 

Sulla carta, come detto in precedenza, è il Bayern a partire favorito, anche se non in maniera schiacciante. Entrambe le squadre hanno nella fase offensiva il loro punto di forza, dunque non resta da vedere chi saprà farla meglio, oppure, in alternativa, subire un gol in meno degli avversari. Sia Flick che Tuchel avranno tutti gli uomini a disposizione, anche se il “parigino” (che in realtà è tedesco ed ex allenatore del Borussia Dortmund) dovrà fare i conti con un Verratti ancora lontano dalla forma migliore e pronto solo per la panchina. Il Bayern schiererà un 4-2-3-1 con Neuer in porta, Kimmich, Boateng, Alaba e Davies in difesa, Thiago Alcantara e Goretzka a centrocampo, Perisic, Müller e Gnabry sulla trequarti, Lewandowski in attacco.

Il Psg risponderà con un 4-3-3 che vedrà Keylor Navas tra i pali, Kehrer, Thiago Silva, Kimpembe e Bernat nel reparto arretrato, Herrera, Marquinhos e Paredes in mediana, Di Maria, Mbappé e Neymar nel tridente offensivo. Solo panchina, anche questa volta, per Mauro Icardi, scivolato in fondo alle gerarchie di Tuchel: la sua finale di Champions, al momento, è più virtuale che altro. Sarà verissima invece quella di Orsato e dei suoi collaboratori, designati dall’Uefa per dirigere la prestigiosissima sfida. Un po’ di Italia, insomma, ci sarà, anche se questo non basterà ad alleviare le delusioni delle nostre squadre, costrette a fare da spettatrici già da diversi turni. 

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