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L’inflazione gonfia la spesa alimentare, le famiglie riscoprono il riciclo e la cucina contadina povera

Non solo crisi Ucraina alcuni aumenti erano già in atto da tempo. Il carrello della spesa si fa pesante. Le famiglie scoprono le vecchie ricette della nonna. E molti si reinventano il lavoro

L’inflazione gonfia la spesa alimentare, le famiglie riscoprono il riciclo e la cucina contadina povera

L’inflazione non allenta la sua presa sulle famiglie italiane, gonfia la spesa alimentare, ma è possibile contrastarla. Vediamo come.  La stangata dell’aumento dei prezzi continua a colpire l’economia delle famiglie italiane, sempre più in difficoltà a riempire il carrello della spesa, che viene fatta con maggior accortezza. Lo certifica l’Istat , innanzitutto. Diminuiscono, inoltre, gli acquisti superflui. Ad aver la peggio sono sempre le famiglie a reddito più basso, per le quali la spesa alimentare rappresenta il maggior investimento, se non quasi la totalità, del budget mensile disponibile.

Inflazione, prezzi record per gli alimentari. Olio di girasole alle stelle

Molti beni alimentari, infatti, hanno addirittura raddoppiato il loro prezzo rispetto allo scorso anno. Tra gli ultimi rincari di beni alimentari vi è l’olio di girasole che, lo scorso marzo, ha visto un aumento del prezzo del circa 23%. Record di aumento dei prezzi quasi al pari di quello registrato nel 2011 e sembra aver preso lo stesso andamento che si è registrato a metà degli anni 70. 

Uno studio della Coldiretti, basato sulle rilevazioni Istat sull’inflazione, ha dimostrato che il rialzo del prezzo dell’olio di girasole è da riferirsi in ultimo alla situazione in Ucraina. Questi è tra i principali produttori di olio di girasole. La colpa della ripresa dell’inflazione però non è solo da ricondurre alla guerra in Ucraina. L’aumento dei prezzi era già presente prima del conflitto e sembra ricondursi ad un complesso mix di fattori di natura geopolitica e speculativa.

A questo si è aggiunto l’aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime agricole, come si dirà in seguito. La domanda crescente della Cina ha portato a stoccare grandi quantità di mais e soia, mentre crollava la produzione di grano duro canadese. Questi cambiamenti hanno portato i mercati ad essere molto più tesi e nervosi. E sono stati messi ancora più a dura prova dalla guerra in Ucraina, che ha generato un aumento di incertezze sugli approvvigionamenti energetici ed alimentari.

L’Ucraina e la Russia infatti sono tra i principali fornitori globali di grano, soia, mais, semi di girasole e concimi.

Alcuni esempi di rincari sugli alimenti più comuni

  • burro (+17,4%)
  • pasta (+13%)
  • frutti di mare (+10,8%)
  • farina (+10%)
  • carne di pollo (+8,4%) 
  • frutta fresca (+8,1%)
  • pesce fresco (+7,6%)
  • gelati (+6,2%)
  • pane (+5,8%)

Il rincaro della farina ha causato a sua volta il rincaro anche del pane e suscitato allarme a livello internazionale. A causa dell’aumento dei prezzi sui beni alimentari, la spesa annua di una famiglia composta da quattro persone aumenterà di circa 2.674 euro secondo i calcoli del Codacons, cosa che spingerà ulteriormente l’inflazione (+6,7%, sempre secondo le stime Codacons), riducendo la spesa delle famiglie a reddito fisso. Un cane che si morde la coda, insomma, e una sorta di palude per l’economia italiana e globale. 

L’inflazione che colpisce la spesa alimentare non interessa solo le famiglie italiane, ossia il consumatore finale, ma anche il settore agroalimentare. Ci sono altri settori che stanno risentendo della crisi e dell’aumento dei prezzi. I rincari dell’energia elettrica, peggiorati anch’essi dalla guerra in Ucraina, insieme all’aumento del gasolio (+129%), dei concimi (+170%) e dei mangimi (+90%) stanno portando molte aziende a cessare la propria attività oppresse da questi continui rincari.  Il caro energia va ad impattare sul gasolio per rifornire i pescherecci e l’impennata del costo del gas, che viene utilizzato per produrre i fertilizzanti, fa sì che le sue quotazioni aumentino vertiginosamente. In aumento anche il riscaldamento delle serre per produrre gli ortaggi nei periodi più freddi e tutto il settore degli imballaggi:

  • plastica (+72%);
  • vetro (+40%);
  • carta (+31%).

La crisi economica, prima causata dal Covid ed ora esacerbata dalla guerra in Ucraina, sta portando molte aziende ad aumentare i prezzi per cercare di non soccombere alla crisi. Alcune hanno purtroppo dovuto dichiarare il fallimento. Gli imprenditori stanno cercando di reagire alla crisi e lo stanno facendo reinventandosi.

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Inflazione spesa alimentare, le aziende si reinventano attività antispreco

In una società in continua evoluzione e rinnovamento non è possibile restare fermi. Bisogna sempre aggiornarsi e reinventarsi, soprattutto nei momenti di crisi. Tanto più se l’inflazione gonfia la spesa alimentare e riduce il potere di spesa delle famiglie Ma come si stanno muovendo le imprese dell’agroalimentare? Diverse sono le testimonianze di innovazione ed antispreco in ottica green lungo tutta la nostra penisola.  Dalla Sardegna alla Puglia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, molte sono le testimonianze di cambiamento in tempo di crisi, vediamone alcune.

In Sardegna troviamo Daniele Murgia che ha affidato gli scarti della produzione di mandorle, in passato utilizzate come concime per le piante, ad un’altra azienda che ne ricava oggetti di design e complementi d’arredo. In Sicilia Fabio Rivulo aiuta donne vittime di soprusi, ed i loro figli, a riscattarsi ritrovando una propria indipendenza economica all’interno della società. In cambio di assistenza psicologica imparano a coltivare l’orto e a realizzare piatti e conserve con i prodotti che coltivano.

In Friuli Venezia Giulia invece troviamo Andrea Munen, ex giocatore professionista di pallacanestro, che ha deciso di coltivare arnica per creare tre tipi di creme ad azione antidolorifica, antinfiammatoria ed antiecchimotica totalmente naturale.

Per gli appassionati di vino arriva l’idea di Hervè Grosjean che, dalla Valle d’Aosta, permette di adottare un filare per un intero anno seguendo la maturazione della vigna e la produzione del vino, e si può anche visitare l’azienda in qualsiasi periodo dell’anno. Dopo un anno si può decidere di ricevere 6 bottiglie di vino dell’ultima stagione o lasciarle in azienda per continuare la maturazione. In Puglia Valentino Russo ha attuato una tecnica che permette alle alghe di assorbire anidride carbonica per poi essere trasformata in fertilizzanti naturali per la coltivazione dei campi. Ultima, ma non per minor importanza, l’idea di Gennaro Aiello, pescatore campano, che utilizza retini biodegradabili per le cozze. Questo permette di ridurre la plastica che ogni anno si riversa sui nostri lidi oltre ad inquinare i nostri profondi mari blu.

Inflazione spesa alimentare, c’è voglia di ricette fatte in casa genuine e risparmiose

Anche le famiglie, nel proprio piccolo, stanno reagendo alla crisi in atto. Sicuramente stanno facendo delle rinunce e concentrando i propri acquisti in settori più mirati. Ritorna la voglia di fare il pane fatto in casa, la pizza e la pasta. Vi è un ritorno alle ricette di famiglia, alla tradizione, che porta le famiglie a condividere momenti felici in casa realizzando qualcosa di genuino. I piatti pronti, comodi e veloci da realizzare, hanno avuto un forte ribasso di vendite, proprio a testimoniare la preferenza delle famiglie italiane nel preparare piatti in casa risparmiando sulla spesa alimentare.  In forte aumento la ricerca di ricette tradizionali, della cucina povera contadina, negli anni un po’ abbandonata a favore di ricette ricercate e dagli ingredienti spesso difficili da trovare.

E le famiglie riscoprono la cucina povera contadina

La cucina povera contadina, invece, permette di realizzare, con pochi ingredienti e del territorio, ricette genuine e dai sapori di una volta. Molte ricette, inoltre, permettono di realizzare piatti anche con scarti alimentari, che contengono sostanze nutritive importanti. Dai nutrizionisti a vari programmi televisivi di cucina molta attenzione viene posta sul riciclo di parti di scarto di alimenti per creare ricette semplici e gustose. Le parti esterne dell’insalata, ad esempio, che spesso sono rovinate, possono essere lessate con delle patate a tocchetti e trasformati in un contorno antispreco. Ed il pane secco? Se grattugiato può essere riutilizzato per creare delle panature croccanti oppure può essere ammorbidito ed aggiunto all’insalata per fare la panzanella oppure, infine, unito a formaggio, latte e uova, si trasforma in gustosissime polpette. Insomma, un modo di reagire al caroprezzi potrebbe stare proprio nella riscoperta della cucina povera contadina: una cucina, ad oggi, sempre più all’avanguardia.

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