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Caro vita: il 2022 anno record per i prodotti della filiera sostenibile. La classifica per città e Regioni: Bolzano la città più cara

il 2022 ha segnato aumenti record in tutti i generi di prima necessità. Sono cresciute le esportazioni ma la spesa in Italia è salita

Caro vita: il 2022 anno record per i prodotti della filiera sostenibile. La classifica per città e Regioni: Bolzano la città più cara

La spesa per famiglie nel 2022 ha selezionato le città italiane con un caro vita tra i più alti di sempre. Il costo per mantenersi è salito dappertutto a causa dell’energia, dei prodotti alimentari, delle spese sanitarie. E il 2023 potrebbe essere anche peggio. Circa il carrello della spesa, nel 2022 al supermercato gli italiani hanno abbassato – e di molto- l’interesse per i prodotti sostenibili. Secondo la classifica preparata dall’Unione Nazionale Consumatori la città più cara è stata Bolzano. Appena dietro, ci sono Trento e Bologna. La classifica è stata redatta in base all’inflazione media annua e non in base a quella tendenziale che non avrebbe dato gli stessi risultati. Bolzano ha avuto un inflazione quasi del 10% pari a 2578 euro di spesa per famiglia. Le famiglie bolognesi – per stare ai vertici della classifica- hanno speso in media 2.245 euro. La prima grande città dove l’inflazione ha intaccato il bilancio familiare è Milano, al quinto posto. Ma il carovita ha colpito duro anche al Sud dove la città con l’inflazione media più alta è stata Catania. Campobasso, invece, ha avuto un tasso di inflazione di 2 punti e mezzo in meno rispetto a Bolzano.

Caro vita 2022: città e Regioni insieme nel trend negativo

I consumatori, oltre alle città, hanno valutato anche le performance per Regione. La più costosa è stata il Trentino dove si trovano, appunto, le due città più care anche, se la media ha incluso gli altri Comuni. Medaglia d’argento alla Lombardia che ha avuto una crescita media dei prezzi del 7,8%. La classifica, peraltro, coincide con i dati provvisori di novembre dell’ISTAT e che non promettono nulla di buono fino a questo momento. Il termometro degli incrementi è rappresentato da generi di prima necessità – pane, cereali, farine, pasta, carne – tutti legati direttamente o indirettamente alla filiera italiana della sostenibilità che, per paradosso, l’anno scorso ha toccato punte record nell’esportazione. Sulla stessa filiera si è abbattuto il caro bollette e le importazioni di gas e petrolio. «Le famiglie sono nei guai e fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, pur attingendo ai risparmi – ha detto il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona. È una situazione destinata, purtroppo, ad aggravarsi dopo la scelta irresponsabile del Governo di innescare nuovamente la miccia del caro carburanti ». Uno scenario a tinte fosche che sta allarmando anche la catena dei produttori. Tuttavia, il 2023 è appena alla terza settimana e il governo ha tante occasioni per fermare la corsa al rialzo di generi necessari, così connessi all’idea di un Paese sostenibile.

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