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Agroindustria: carovita, ambiente e clima frenano gli acquisti. Le stime per il 2023

Una ricerca di Nomisma per conto di Agronetwork descrive un Paese preoccupato per le conseguenze della guerra e per i cambiamenti climatici. 8 milioni di italiani nel 2023 risparmieranno sulla spesa alimentare

Agroindustria: carovita, ambiente e clima frenano gli acquisti. Le stime per il 2023

Il 2023 non sarà un anno facile per l’agroindustria che si affida a processi virtuosi e soprattutto ecosostenibili. Le previsioni di spesa delle famiglie italiane sono al ribasso, condizionate da tre fattori principali: inflazione, emergenza ambientale e crisi climatica. La ricerca realizzata da Nomisma per Agronetwork “La sostenibilità per gli italiani alla luce dei nuovi scenari” contiene dati pesantissimi. L’85% degli intervistati nell’anno appena iniziato, risparmierà sugli acquisti. 8 milioni di loro nei prossimi mesi spenderanno meno in cibo e bevande. Il carovita e non solo, secondo questa previsione, indeboliranno alla radice la catena green del valore in agricoltura. Nel 2022 l’export di prodotti italiani è andato bene, ma il 2023 con il perdurare della guerra in Ucraina e la corsa verso l’alto delle tariffe energetiche spaventa tanto i consumatori italiani. I provvedimenti di sostegno alle famiglie, sia del governo Draghi che di quello Meloni, hanno scomposto la massa degli acquirenti. Da una parte ci sono le famiglie con sostegni al reddito, dall’altra quelle che non usufruiscono di alcun aiuto e che sono le più sensibili alle tematiche ambientali.

L’agroindustria settore vincente dell’economia

Secondo la ricerca, nei prossimi comportamenti degli italiani, al primo posto ci sono l’aumento delle bollette e dei prezzi dei prodotti alimentari. Così la tutela dell’ambiente si trova in terza posizione dopo le voci “salute e benessere individuale” e i “rapporti interpersonali”. Tre aspetti decisivi per l’economia nazionale.  Agronetwork, costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università LUISS, si occupa della promozione dell’agroindustria ed effettua valutazioni sulla capacità delle imprese italiane di sfidare lo scenario internazionale. “Negli ultimi 10 anni le aziende agricole ed industriali italiane hanno investito molto (tra il 6% ed il 21%) per far crescere la sostenibilità” spiega Daniele Rossi, segretario Generale di Agronetwork, “e questa rappresenta la sfida sulla quale si giocherà la competitività del futuro, come dimostra la ricerca di Nomisma”. I consumatori chiedono una crescente responsabilità ambientale da parte degli operatori del settore e la sostenibilità è destinata a divenire presto un prerequisto, come lo è già la sicurezza alimentare. E’ il sistema che progressivamente dovrà raggiungere un nuovo equilibrio nel quale il rispetto per la natura e l’ecosistema devono diventare una costante. A questo scopo è interessante leggere cosa intendono i consumatori per prodotto sostenibile. Più della metà degli intervistati sostiene che deve essere realizzato nel rispetto dell’ambiente e con specifica attenzione all’impatto del packaging. Per il 35% deve essere prodotto localmente, deve indicare l’origine delle materia prime, l’azienda produttrice deve avere rispetto per i diritti dei lavoratori, infine, si deve poter risalire

alla tracciabilità della filiera.

La minore spesa si avrà nei generi alimentari.

Nomisma che ha condotto la ricerca convalida queste opinioni che sono rappresentative di un Paese a metà strada nella rigenerazione del suo settore primario. “Sebbene l’inflazione rappresenti al momento la principale preoccupazione delle famiglie italiane, nella top-3 dei temi che hanno maggior impatto sullo stato d’animo degli italiani figura l’emergenza ambientale e la crisi climatica” dice Emanuele Di Faustino, responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma. La sostenibilità ambientale influenza direttamente la composizione del carrello della spesa alimentare. Come ? ” Il 31% dei consumatori dichiara che nei prossimi 6 mesi aumenterà gli acquisti di prodotti alimentari con packaging sostenibile, ad esempio con materiale riciclato o riciclabile. Il 20% afferma che incrementerà gli acquisti di alimenti e bevande realizzati con metodi che rispettano l’ambiente” aggiunge Di Faustino. Che cosa succede sul fronte dei prezzi, allora ? “Vista l’attuale congiuntura, sono quasi 2 su 10 gli italiani che acquisteranno prodotti eco-friendly solo se in presenza di uno sconto o promozione”. Il trend dell’agroindustria non si annuncia entusiasmante e, quindi, le azioni a sostegno del settore -da qualunque parte provengano-devono mettere nel conto le preoccupazioni degli italiani. Di tutti, però, senza distinzione di reddito o condizione sociale.

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