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Caos Iva: domani l’aumento al 22%

Domani scatteranno i rincari su una lunga lista di beni e servizi: carburanti, bollette, cibo, abbigliamento e altro ancora – L’aumento dell’Iva, inoltre, crea anche dei problemi materiali a commercianti e professionisti, che dovranno aggiornare strumentazioni e prezzi – Intanto sale la preoccupazione per la seconda rata dell’Imu.

Caos Iva: domani l’aumento al 22%

Il conto alla rovescia è arrivato allo scadere. Domani, a meno di sorprese dell’ultim’ora, il rincaro della terza aliquota Iva dal 21 al 22% sarà realtà.

Venerdì sera il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto esaminare una bozza di decreto per far slittare il balzello sui consumi di altri tre mesi (da ottobre a gennaio), ma il precipitare della crisi politica ha impedito il via libera al provvedimento, che non è mai arrivato sul tavolo del Cdm. Il premier Enrico Letta ha scelto di bloccare gli interventi economici, dando la priorità alla verifica della maggioranza in Parlamento.

Il chiarimento dovrebbe arrivare domani, proprio il giorno in cui in cui l’Iva è destinata a salire. Il Pdl aveva chiesto di approvare il decreto oggi, sul filo di lana, ma dopo l’accelerare della crisi nel fine settimana il Pd ha accusato proprio il partito di centrodestra di aver reso ormai “inevitabile” l’aumento dell’Iva, come ripetuto ieri dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.

Il rincaro peserà su diversi prezzi, a partire da quelli dei carburanti: la benzina salirà di circa 1,5 centesimi di euro al litro, mentre il diesel aumenterà di 1,4 centesimi e il Gpl di 0,7. A ben vedere, tuttavia, su questo fronte per i consumatori arriverà (paradossalmente) un risparmio: la bozza del decreto mai discusso prevedeva fra le coperture un aumento delle accise sui carburanti di due centesimi al litro per tutto il 2013 e di 2,5 centesimi fino al 15 febbraio 2015.

Per far slittare la stangata Iva a inizio 2014 sarebbe servito un miliardo di euro e il Tesoro aveva previsto anche un aumento dal 101 al 103% degli acconti Ires e Irap di novembre sulle società di capitali. 

L’incremento dell’Iva, tuttavia, non colpirà solo i carburanti, ma un’ampia gamma di beni e servizi: dalle fatture dei professionisti ai vestiti, dai gioielli ai televisori, dalle bollette al cibo e via elencando. Secondo il Codacons, il salasso per i consumatori sarà davvero caro: da 209 euro in più su base annua per una famiglia di tre persone a 349 euro per un nucleo composto da cinque elementi. 

“Oltre questi effetti diretti, l’aumento dell’Iva produrrà un disastroso effetto domino – sottolinea il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi –, con un incremento dell’inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini al dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma”.

L’aumento dell’Iva, inoltre, crea anche dei problemi materiali a commerciati e professionisti, che dovranno aggiornare strumentazioni e prezzi. In un solo giorno i cartellini dei prodotti dovranno essere adeguati alla nuova imposta e i negozianti dovranno decidere in fretta se accollarsi la perdita o far ricadere sul cliente la maggiorazione. In questo secondo caso i registratori di cassa andranno ritarati. 

Ma se quella dell’Iva è ormai praticamente una certezza, è bene ricordare che l’eventuale caduta del governo Letta metterà in discussione anche l’ultimo provvedimento atteso sull’Imu. L’imposta sulla prima casa produce un gettito di 4,4 miliardi l’anno: la prima rata valeva 2,2 miliardi ed è già stata cancellata; l’abolizione della seconda rata, invece, non è ancora ufficiale. L’Esecutivo dovrà approvare un provvedimento entro la fine di novembre. Altrimenti, a dicembre, i contribuenti italiani dovranno pagare altri 2,2 miliardi.

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