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Camfin, collocato il bond della discordia. Ed è già battaglia. Milano in rosso

Collocamento lampo oggi presso investitori istituzionali di un prestito quinquennale convertibile in Pirelli da 150 milioni con cedola tra il 5 e il 6 per cento ma Malacalza continua la battaglia legale – Piazza Affari inizia la giornata incerta – Negli Usa migliora l’occupazione ma Apple cede – I cinesi di Lenovo scavalcano HP.

Camfin, collocato il bond della discordia. Ed è già battaglia. Milano in rosso

L’offerta di obbligazioni Camfin senior unsecured convertibili (exchangeable) in azioni ordinarie Pirelli da 150 milioni di euro è stata lanciata questa mattina e si è chiusa molto velocemente incontrando una forte domanda.

“Il mercato è stato molto ricettivo. Il tutto si è chiuso in meno di un’ora”, spiega una fonte vicina all’operazione.

L’offerta è stata comunicata questa mattina dalla società dopo il via libera del Cda di ieri sera con il voto contrario dei Malacalza.

Con l’importo dell’operazione, voluta da Marco Tronchetti Provera, Camfin può rimborsare la tranche del finanziamento da 132,4 milioni di euro in scadenza a fine anno, mentre la restante parte sarà utilizzata “per sostenere soluzioni comportanti interventi di natura finanziaria a favore di Prelios “, spiega la nota.

Il bond è a tasso fisso con cedola annua compresa tra 5,25% e 6% e il prezzo di conversione implicito iniziale sarà fissato con un premio compreso tra il 27,5% ed il 32,5% del prezzo medio ponderato per i volumi delle azioni Pirelli registrato in Borsa nell’arco temporale compreso tra il lancio e la determinazione dei termini finali dell’emissione.

Le obbligazioni sono emesse al 100% del valore nominale, pari a 100.000 euro ciascuna. Salve le ipotesi di conversione, rimborso anticipato o riacquisto e cancellazione, saranno rimborsate alla pari il 26 ottobre 2017.

L’emittente (CAM 2012, controllata interamente da Camfin), allo scopo di dotarsi di un patrimionio adeguto, deterrà su un conto vincolato per tutta la durata del prestito obbligazionario oltre 27,8 milioni di azioni ordinarie Pirelli, non apportate al patto di sindacato, pari a circa il 5,85% del capitale ordinario della Bicocca.

Il collocamento del bond è stato curato da Banca IMI , BNP Paribas e UniCredit Bank AG in qualità di joint bookrunner e joint lead manager.

La data di regolamento è prevista per il 26 ottobre. Entro il 26 novembre sarà richiesta l’ammissione a quotazione sul segmento Open market della Borsa di Francoforte.

A Piazza Affari alle 11,40 Camfin sale del 4% circa a 0,51 euro, mentre Pirelli cede l’1,98% a 8,675 euro.

Nella nota Camfin spiega di non poter escludere la possibilità che nuove azioni legali siano avviate dalla famiglia Malacalza ma sottolinea che non prevede che “l’azione legale avviata dai membri del CdA di Camfin designati da Malacalza Investimenti e/o eventuali possibili altre azioni possano pregiudicare l’operazione”.

Vittorio e Davide Malacalza, insieme all’altro rappresentante di Malcalza Investimenti (azionista al 12,1% di Camfin), ovvero Antonio Caselli, hanno votato ieri contro l’emissione del bond, dopo l’azione legale avviata dai tre il 9 ottobre per chiedere l’invalidità delle delibere del 10 e 29 agosto sul bond.

USA, L’OCCUPAZIONE MIGLIORA MA APPLE PERDE COLPI. 

I dati macro confermano che l’economia americana migliora, anche se con molta lentezza. Intanto, dopo una telefonata del premier giapponese Noda, Pechino e Tokyo hanno deciso di aprire un negoziato sulle loro dispute territoriali: due buone notizie che hanno consentito ai mercati asiatici di chiudere in terreno positivo la settimana. Hong Kong guadagna mezzo punto percentuale, sale anche Shanghai. Di rilievo Tokyo, ora in calo dellon 0,2%, il tonfo di Softbank: dopo aver annunciato l’intenzione di entrare in Sprint Nextel il titolo ha perduto il 16%.

Quasi invariati i listini Usa, nonostante i segnali positivi: S&P +0,02%, Dow Jones -0,14% e Nasdaq -0,08%. La flessione dipende in buona parte da Apple -2%. Dai massimi del 19 settembre, sull’onda del lancio dell’iPhone 5, il titolo ha perduto l’11%: solo prese di beneficio?

La settimana scorsa le nuove richieste di sussidi di disoccupazione in Usa sono scese a 339mila, da 367mila della settimana precedente. Il dato ha colto di sorpresa gli economisti che avevano stimato in media un 370mila richieste. E’ il dato più basso dal 2008. Concorre al clima di ritrovata fiducia anche un report di Citigroup che ha alzato a “overweight” il giudizio sull’azionario americano, citando gli “aggressivi” piani di stimolo della Fed e un momento particolarmente positivo per le società sul fronte degli utili.

Elementi che non sembrano giocare a favore del presidente uscente Barack Obama. Nonostante la brillante prova del vive Joe Biden stanotte nel testa a testa contro Paul Ruyan, il vice di Romney, i sondaggi danno in testa il candidato repubblicano. L’industria Usa, intanto, ammaina la bandiera sul fronte dei pc. Hewlett-Packard +1,7%, è stata scavalcata dalla cinese Lenovo dal trono dei produttori mondiali di pc nel terzo trimestre, secondo i dati della società di ricerca Gartner. Hewlett Packard rimane la peggior blue chip del Dow Jones da inizio 2012 con una perdita del 45%. In Lenovo opera, quale vicepresidente, il torinese Gianfranco Lanci, già protagonista della crescita di Acer.

Dopo due sedute deboli le Borse europee mettono a segno un buon rimbalzo snobbando di fatto il downgrade di Standard & Poor’s alla Spagna, ormai a un passo dal rating ‘spazzatura’. A Milano l’indice FtseMib è salito dell’1,2%, Londra ha guadagnato lo 0,9%, Parigi +1,4%, positiva anche la Borsa di Madrid +0,9%. A spingere i listini, a seguito di un’apertura incerta, sono stati il buon esito dell’asta sui Btp (per 3,75 miliardi) e i dati macro migliori delle attese provenienti dagli Usa.

Il Tesoro ha trovato una domanda di ben 6,2 miliardi di euro a fronte di un’offerta di 3,75 miliardi di nuovi Btp a 3 anni, collocati a un rendimento del 2,86%, in lieve rialzo dal 2,75% dell’asta precedente di metà settembre. Inoltre ha collocato con facilità altri Btp a varie scadenze per 2,25 miliardi, pari all’ammontare massimo previsto.

Sul mercato secondario lo spread fra il rendimento dei Btp a 10 anni e il Bund tedesco è sceso a 350, in calo di 10 punti base dalla sera precedente. Il rendimento si è assestato al 5,00%. E così è stato neutralizzato l’effetto del downgrade della Spagna. E’ la conferma che il mercato guarda ormai alla Bce e non si preoccupa più di tanto degli interventi delle agenzie di rating.

Acque sempre più agitate per la galassia Tronchetti Provera. Il cda di Prelios ha scelto il partner. Il cda della società ha dato l’esclusiva alla cordata formata dalla Feidos di Massimo Caputi e dall’imprenditore Roberto Haggiag che ha preferito questa proposta a quella degli americani di Fortress. Prima della riunione, durata circa due ore, Davide Malacalza si è dimesso dalla carica di consigliere di Prelios. Lo comunica in una nota la stessa società. Le dimissioni sono state ‘comunicate con lettera inviata poco prima dell’apertura dei lavori consiliari, nella quale lo stesso ha reiterato le affermazioni già in precedenza espresse, come reso noto dalla società con il comunicato stampa del 27 settembre’. In quell’occasione, Malacalza aveva fatto riferimento attraverso una lettera inviata al consiglio stesso a ‘irregolarità’ del procedimento consiliare e all’insussistenza dei presupposti per la continuità aziendale’. Il cda Prelios di fine settembre aveva dato mandato a un legale per eventuali azioni legali contro lo stesso consigliere.

A spingere in rialzo Piazza Affari sono le banche: Unicredit è salita del 3,9%, Intesa +3,4%, Popolare Milano +4,1%, Mediobanca+2,5%. In rialzo anche MontePaschi +4% che ha invertito la rotta dopo una mattina in calo. 

Sono rimaste negative fino alla chiusura le compagnie di assicurazione FondiariaSai e la controllata MilanoAssicurazioni che hanno perso rispettivamente il 2% e il l’1,4%, dopo che la Consob ha contestato il bilancio 2011 della Milano. Unipol è scesa dell’1,2%. La compagnia bolognese ha presentato al Tar del Lazio un ricorso contro il provvedimento con il quale l’Antitrust ha autorizzato l’aggregazione con il gruppo Fonsai prescrivendo la cessione di asset per evitare effetti restrittivi della concorrenza. Tali richieste, recita una nota “sono ritenute, ad avviso della società, eccessivamente gravosi rispetto agli impegni assunti.

Generali, invece, è salita dell’1,6%. Debole Eni, in calo dello 0,6%, dopo il buon rialzo di ieri (+1,8%). Il prezzo del petrolio sta salendo con il Wti a 92 dollari al barile (+0,9%) e il Brent a 115,2 dollari (+0,8%). Paolo Scaroni, ad del cane a sei zampe, ha confermato l’obiettivo di crescita della produzione di idrocarburi di oltre il 3% annuo nel periodo 2011-2015 e del 3% nel periodo 2015-2022. Di questa al 2022 oltre 1,3 milioni di barili di olio equivalente al giorno sarà di nuova produzione. “Quest’anno. Ha sottolineato il manager – abbiamo scoperto oltre 2 miliardi di barili di idrocarburi”.

Saipem ha chiuso invariata. Chiusura positiva per Enel, salita  dello 0,7%. La controllata Enel GreenPower ha messo a segno un progresso dello 0,9%. Telecom Italia è finita in ribasso dello 0,1%. Fra gli industriali, è scesa StM -0,1%, dopo che Deutsche Bank ha abbassato il target price a 3,5 euro da 3,9 euro.  Buon rialzo di Fiat +2,3%, Pirelli +2,4%, Fiat Industrial +1,3% e Finmeccanica +1,3%. Buon rialzo anche di Mediaset +2,4%.

Si avvicina il tempo della scelta dell’area su cui la Roma costruirà il suo stadio. E spunta l’esperienza della Juventus. L’advisor scelto dai giallorossi per valutare le varie ipotesi è, infatti, la Cushman & Wakefield, una delle più importanti società americane di servizi immobiliari di proprietà di Exor, la cassaforte di casa Agnelli che controlla la maggioranza del club bianconero.

Per quanto riguarda l’area per il nuovo impianto l’ipotesi più concreta sembra Tor di Valle, dove già si trova l’ippodromo del trotto. Non esiste invece alcuna trattativa in corso per l’area del Gazometro di proprietà dell’Eni, nel quartiere Ostiense a due passi da Testaccio, dov’era lo stadio in cui la Roma conquistò il primo scudetto nel 1942.

Il presidente della Roma James Pallotta ha parlato di una short list di tre aree dalla quale nel giro di 2-3 mesi uscirà la scelta del sito per il nuovo stadio, per cui si profila un investimento da 200 milioni di euro e che dovrebbe essere pronto per il 2016.

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