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Camera, stop all’emendamento salva-esodati. Ma la Fornero: “Ne salveremo 140mila”

Sugli esodati continua a regnare confusione: il Governo apre, tramite le parole del ministro del Lavoro Elsa Fornero, mentre in Parlamento l’emendamento dalla Legge di Stabilità viene bocciato.

Camera, stop all’emendamento salva-esodati. Ma la Fornero: “Ne salveremo 140mila”

Sugli esodati prosegue lo “scontro” fra Governo e Parlamento: il primo apre, il secondo frena. Prima infatti è arrivato lo stop all’emendamento alla legge di Stabilità che ampliava le garanzie per i lavoratori esodati e che era stato votato all’unanimità dalla commissione Lavoro. La commissione Bilancio della Camera ha infatti giudicato inammissibile la proposta. Poi il ministro del Lavoro Elsa Fornero, parlando in occasione di un incontro con la stampa estera, ha aperto alla possibilità di arrivare a 140mila esodati salvaguardati, tramite un provvedimento contenuto nella Legge di stabilità.

Secondo quanto spiegato dal vicepresidente della commissione Lavoro Giuliano Cazzola, l’emendamento alla Legge di stabilità presentato in commissione Bilancio alla Camera è stato dichiarato “inammissibile” a causa delle coperture giudicate “inadeguate”. La proposta era stata votata all’unanimità in commissione Lavoro a Montecitorio (con l’unica eccezione proprio del deputato del Pdl Cazzola che non aveva preso parte al voto) e poi era stata presentata in commissione Bilancio.

Gli emendamenti dichiarati inammissibili sono, in particolare, quello sulla ricongiunzione contributiva onerosa e quello sull’estensione delle salvaguardie ad altre categorie di esodati attualmente escluse. Entrambi erano stati presentati da Cazzola. Stessa sorte é toccata all’emendamento – sulla medesima materia – votato dalla Commissione Lavoro.

Secondo il ministro del Lavoro Elsa Fornero è possibile salvaguardare gli esodati: “Potremmo arrivare a 140.000 esodati salvaguardati, con un provvedimento contenuto nella legge di stabilità. Ci sarà una nuova revisione per altre 10.000 persone”, che si vanno a sommare ai 65.000 più 55.000 tutelati dai due provvedimenti del governo Monti, più i 10.000 lavoratori delle riforme dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

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