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Calcio estero: primi bilanci dei campionati di Inghilterra, Spagna, Germania e Francia

PRIMI BILANCI DEI CAMPIONATI EUROPEI – In Gran Bretagna la sorpresa è il Liverpool mentre lo United del dopo Ferguson fatica ma la candidata più agguerrita al titolo è il Chelsea di Mourinho – In Spagna derby infinito tra Real e Barcellona – In Germania nuova sfida tra il Borussia e il rinnovo Bayern di Guardiola – In Francia il Monaco tenta l’assalto al Psg

Calcio estero: primi bilanci dei campionati di Inghilterra, Spagna, Germania e Francia

L’ultima sosta prima del lungo viaggio. Perché se è vero che tutti i campionati hanno già aperto le danze, è altrettanto vero che il bello deve ancora venire. Lo stop per le Nazionali dunque capita a pennello per fare qualche riflessione su Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1, che, a dispetto delle poche giornate disputate (comunque più che in Serie A), hanno già dato qualche preziosa indicazione.

Partiamo dalla Premier inglese, unanimemente considerata la più bella del mondo. Le prime tre giornate ci hanno regalato una capolista a sorpresa, il Liverpool di Brendan Rodgers, che guida la cassifica con 9 punti. Buona squadra, ma non durerà. A ruota seguono Chelsea (7), Manchester City, Arsenal e Tottenham (6), mentre i campioni in carica dello United sono staccati a quota 4. Tutti club decisamente più attrezzati dei Reds, che pure hanno dalla loro storia, tradizione e uno stadio come Anfield Road. Ma, parafrasando Antonio Conte, il Liverpool è una macchina in mezzo a tanti carrarmati. Su tutti, quello che appare più granitico è il Chelsea di Mourinho e non solo per il ritorno dello Special One.

A cui Abramovich, com’era prevedibile, ha messo in mano un vero e proprio squadrone, costruito con un’autentica pioggia di sterline. Ai già numerosi campioni presenti in Blue, sono stati aggiunti Willian (30 milioni), Schurrle (22), ed Eto’o. Non male e infatti il Chelsea è partito bene in Premier (un po’ meno in Europa, dove ha dovuto dire addio alla Supercoppa), frenato solo da un calendario che gli ha già presentato la difficile trasferta di Old Trafford. Se il campionato si decidesse in base alle spese, i Blues sarebbero però secondi. Ancora una volta infatti il vero Paperone della Premier è lo sceicco Mansour, che ha nuovamente rimpolpato il suo City di stelle a suon di milioni. La campagna acquisti ha portato in dote Fernandinho (40 milioni), Jovetic (26), Negredo (25) e Jesus Navas (20): un bel salto di qualità per Pellegrini, che passa dalla carestia di Malaga (dove gli stipendi non erano esattamente puntuali) all’abbondanza di Manchester. Il campo però dice che il City è tutt’altro che imbattibile, chiedere al piccolo Swansea, capace di batterlo 3-2, per conferma. Arsenal e Tottenham potrebbero essere le sorprese, e se i Gunners hanno esploso il botto proprio all’ultimo giorno di mercato (Ozil, 50 milioni), gli Spurs hanno letteralmente rifatto la squadra grazie alla cessione record di Bale. Agli ordini di Villas Boas sono arrivati Chiriches, Paulinho, Capoue, Lamela, Eriksen, Chadli e Soldado. Niente male insomma, ma ci vorrà del tempo per assemblare il gruppo e in Premier non ce n’è molto. Ne sa qualcosa David Moyes, che ha raccolto la granitica eredità di Sir Alex. Il suo Manchester United non è partito bene, e anche sul mercato ha trovato parecchie difficoltà. I Red devils si riprenderanno, ne siamo certi, ma devono sbrigarsi, altrimenti la prima stagione senza Ferguson potrebbe rivelarsi più difficile del previsto.

Non hanno di questi problemi Barcellona e Real Madrid. Comunque la si voglia mettere, loro restano di gran lunga le squadre più forti della Liga, tanto da giocare un campionato a due. Non per questo però primeggiare è più facile: un passo falso può essere fatale, e, a differenza degli altri campionati, gli errori sono vietati fin dall’inizio. L’anno scorso il Real di Mourinho accumulò il distacco dal Barça nei primi tre mesi: la Liga, di fatto, finì a novembre. Per ora invece le big di Spagna comandano a braccetto con 9 punti, con i blaugrana che hanno già superato l’insidiosa trasferta di Valencia. Non fate caso a Villarreal e Atletico Madrid, presto giocheranno un altro campionato, quello per il terzo posto. I primi due sono “riservati” alle eterne rivali, che quest’anno hanno cambiato tante cose, a cominciare dagli allenatori. Scelta tecnica per Florentino Perez, finalmente riuscito a portare Ancelotti al Bernabeu, obbligata per Sandro Rosell, costretto a sostituire lo sfortunato Tito Villanova con Gerardo “Tata” Martino. Le prime uscite sembrano dare ragione alla Casa Blanca, che pur senza incantare comincia a far vedere il nuovo progetto. Isco sta già facendo meraviglie, Bale le farà presto, altrimenti Florentino sarà costretto a emigrare per non giustificare la cifra spesa fatta (100 milioni). Il Barça invece sta stranamente facendo fatica, un po’ perché l’inserimento di Neymar procede a fatica, un po’ perché le idee difensive del Tata mal si sposano con la grandeur catalana.

Campionato a due anche in Germania, dove dopo 4 giornate c’è in testa il Borussia Dortmund di Jurgen Klopp. A ruota, ça va sans dire, il Bayern Monaco di Guardiola, staccato di due lunghezze ma pronto a dare battaglia fino alla fine. I gialloneri, costretti a cedere la stella Goetze proprio agli storici nemici, proveranno a stupire con Mkhitarian (30 milioni) e Aubameyang (ve la ricordate la riserva del Milan?!). La vera forza però sarà ancora una volta l’organizzazione imposta da Klopp, oltre che i gol di Lewandowski. I bavaresi invece hanno deciso di cambiare tutto, passando dal Fussball di Heynckess al fùtbol di Guardiola. Una scelta che ha stupito, se non altro perché il vecchio Jupp ha semplicemente vinto tutto il possibile immaginabile, ma che conferma la grandezza del Bayern, mai sazio come ogni top club che si rispetti. Finora Pep ha portato Mario Goetze e Thiago Alcantara, mentre per il tanto celebrato tiqui taca bisognerà avere ancora un po’ di pazienza. Un titolo è già arrivato (la Supercoppa Europea contro il Chelsea), un altro no (la Supercoppa tedesca persa proprio contro il Dortmund), a testimonianza che anche a Monaco dovranno sudare per vincere.

Infine la Ligue 1 francese, piuttosto anonima fino a qualche anno fa, alla ribalta oggi, anche, se non soprattutto, grazie ai soldi di arabi e russi. La partita si gioca tra Parigi e Montecarlo, con tanti saluti agli avversari, impossibilitati a competere per l’enorme differenza di budget. I miracoli infatti (Montpellier 2012) capitano raramente, e, di solito, non si ripetono. In questo momento comanda il Monaco (10 punti), neopromossa piuttosto atipica. I soldi del magnate russo Rybolovlev (uniti al potere di Jorge Mendes e alla tassazione, decisamente amica, del Principato) hanno permesso una campagna acquisti sontuosa: su tutti Falcao (60 milioni), ma anche James Rodriguez (45), Moutinho (25) e Kondogbia (18), senza dimenticare Carvalho, Abidal e Toulalan. Manna dal cielo per Ranieri, uno che di solito costruisce le squadre per poi stare a guardare quando altri raccolgono i frutti da lui seminati. L’obiettivo dichiarato è qualificarsi per la Champions League, ma Sor Claudio dovrà almeno provare a fare qualcosa in più. Non sarà per niente facile, perché di fronte ci sono i campioni di Francia del Psg. Inutile dire che anche qui i soldi abbondano: Cavani (64,5 milioni) e Marquinhos (31,4) sono le stelle da aggiungere ai vari Ibrahimovic, Thiago Silva, Lucas, Lavezzi, Pastore ecc… Un’armata a cui sono però venuti a mancare i comandanti. Leonardo e Ancelotti, seppur per motivi diversi, hanno abbandonato il campo e ora tocca a Laurent Blanc rimettere insieme i pezzi di una squadra fortissima, ma ancora lontana dall’essere gruppo. L’inizio stentato (8 punti in 4 giornate) si spiega così, ma i gol di Cavani (già 2) e Ibra autorizzano l’ottimismo.
Insomma, anche quest’anno ci sarà da divertirsi. Le big se la giocheranno fino alla fine, nei rispettivi Paesi e in Europa. E chissà che una delle nostre squadre non possa inserirsi a sorpresa nella Champions dei carrarmati.

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