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Buoni pasto: chi può averli, come e dove usarli? Le nuove regole

Dal 9 settembre entra in vigore la nuova disciplina sui buoni pasto – Una vera e propria rivoluzione che riguarderà 2,5 milioni di persone – Allargata la platea dei beneficiari e incrementati gli esercizi in cui sarà possibile utilizzare i ticket – Nuove regole sulla cumulabilità – Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Buoni pasto: chi può averli, come e dove usarli? Le nuove regole

Rivoluzione nel mondo dei buoni pasto. Dal 9 settembre cambiano le regole sui ticket a disposizione dei lavoratori. Modifiche importanti sono state introdotte dal decreto del ministero dello Sviluppo economico che entrerà in vigore sabato allo scopo di limitare gli abusi esistenti e modulare norme fino ad oggi troppo aleatorie. Le novità riguardano oltre due milioni e mezzo di lavoratori per un giro d’affari di circa tre miliardi di euro.

Buoni pasto: beneficiari

I buoni pasto non sono più appannaggio dei soli dipendenti full-time, ma possono essere utilizzati dai lavoratori subordinati a tempo pieno o a tempo parziale, anche nel caso in cui l’orario di lavoro non preveda pause per il pranzo. Hanno diritto ai ticket anche i soggetti che hanno instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione anche non subordinato. Ne ha diritto un soggetto che lavora a una distanza tale da rendere difficile raggiungere la propria casa per mangiare.

Buoni pasto: dove si possono usare?

La nuova disciplina in vigore dal 9 settembre definisce in maniera più dettagliata gli esercizi presso i quali possono essere spesi i buoni pasto a disposizione dei dipendenti. A livello generale i ticket sono spendibili presso gli esercizi abilitati alla somministrazione di alimenti e bevande “sia in sede fissa che su area pubblica”, ovvero: bar, ristoranti, alimentari, supermercati, ma anche mercati o venditori ambulanti. La legge prevede il loro utilizzo anche presso la sede di produzione o quelle comunque gestite dai contadini che propongono i propri prodotti e dunque agriturismi o itturismi. Si possono infine usare i ticket anche presso i luoghi di produzione industriale degli alimenti.

Buoni pasto: cumulabilità

Tra le novità più importanti del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso giugno figura la possibilità di cumulare i buoni pasto nella grande distribuzione fino ad un massimo di otto ticket. Un’usanza, a dir la verità, già diffusa in Italia che però dal 9 settembre sarà ufficialmente consentita anche per i ticket elettronici che fino a ieri creavano qualche preoccupazione ai lavoratori che, data la loro tracciabilità, temevano di andare incontro a qualche “problema”.

Buoni pasto: le regole e i divieti

I buoni pasto non sono cedibili a terzi, cioè devono essere utilizzati esclusivamente dai lavoratori, ma possono essere usati anche al di fuori dei giorni lavorativi. Devono inoltre essere utilizzati per tutto il loro valore facciale. Tradotto in parole povere: non essendo denaro corrente non danno diritto a resto.

Rimangono in vigore le vecchie regole: il ticket cartaceo deve essere datato e firmato, mentre per il buono elettronico resta “l’obbligo di firma del titolare è assolto in via digitale”.

Ricordiamo infine che i ticket sono parzialmente deducibili. A livello generale, i buoni pasto cartacei hanno un valore massimo di 5,29 euro (la media però è di 4 euro) e non sono soggetti a tassazione. L’importo massimo esentasse dei ticket elettronici sale invece a 7 euro.

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