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Btp Italia offre rendimenti sopra il 7% e fino al 10%: le opportunità di investimento. Debito: fabbisogno in calo

La spesa per interessi, una delle voci più pesanti del debito italiano, è tenuta sotto stretta osservanza dal Mef, gravata da maggiore inflazione e rialzo dei tassi di interesse. Ecco quali saranno le prossime emissioni di titoli di stato del primo trimestre 2023

Btp Italia offre rendimenti sopra il 7% e fino al 10%: le opportunità di investimento. Debito: fabbisogno in calo

In giorni di bilancio come quelli di fine anno, per quanto riguarda il debito pubblico italiano salta all’occhio l’andamento dei Btp Italia già emessi che sul mercato offrono rendimenti superiori al 7 per cento. Quello che il Tesoro prometteva in termini di copertura rispetto all’incredibile inflazione (pari all’11,8% a novembre), il Btp Italia lo sta dimostrando.

Il Ministero del Tesoro calcola e pubblica sul suo sito la variazione giornaliera dell’inflazione in corso di formazione. Ora, come nei mesi passati, gli accrediti delle cedole semestrali sono risultati particolarmente elevati. La più recente emissione del Btp Italia risale al novembre scorso quando il Tesoro ha raccolto un totale vicino ai 12 miliardi (11,99 miliardi). Quello emesso a giugno aveva raccolto 9,4 miliardi.

La formula per calcolare gli interessi prevede di dividere il tasso cedolare reale annuo (1,6%) per 2 semestri e moltiplicarlo per il capitale nominale sottoscritto e per il coefficiente di indicizzazione. Quest’ultimo si ottiene dividendo il numero indice di riferimento dell’inflazione (che esclude la quota dei tabacchi e viene comunicato dal Mef) rispetto a quello di emissione (109,2). Quindi per 10 mila euro investiti alla fine di giugno, la cedola è di circa 725 euro (la somma degli interessi più la rivalutazione del capitale).

Btp: le prospettive di riduzione dell’inflazione impatteranno sui prossimi rendimenti

Non è detto che questo flusso cedolare continuerà, visto che le prospettive sono per una riduzione dell’inflazione a colpi di provvedimenti restrittivi da parte della Bce che ha come obiettivo riportare il costo della vita a crescere del 2% all’anno. Occorre guardare quindi l’investimento in prospettiva, per tutta la durata della vita del titolo. Da notare peraltro che tra i Btp Italia quotati sul mercato telematico, c’è per esempio quello con scadenza Aprile 2023 (Isin IT0005105843) che, nelle oscillazioni di mercato scende sporadicamente anche poco sotto la pari, mostrando, dicono i dealer del mercato secondario, “un potenziale rendimento a rimborso, stimabile attualmente oltre il 10% su base annua”.

Spesa per interessi: osservata speciale

L’altra faccia della medaglia riguarda la spesa che il ministero del Tesoro dovrà affrontare per pagare interessi così alti. La spesa per interessi, una delle voci più pesanti del debito italiano, è tenuta sotto stretta osservanza dal Mef: “La maggiore inflazione e il significativo rialzo dei tassi di interesse hanno esercitato un notevole impatto sulla spesa per interessi, soprattutto per effetto degli interessi sui titoli di Stato indicizzati all’inflazione” dice il comunicato del Tesoro anche se precisa :”guardando all’evoluzione dei pagamenti per cassa dei primi undici mesi dell’anno il volume di interessi erogato sui titoli di Stato risulta ancora in diminuzione (-1,5 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2021”.

Entro marzo possibili nuove emissioni di titoli indicizzati all’inflazione

In questi giorni il Mef ha comunicato il programma trimestrale di emissioni per il 2023 e c’è speranza che vengano emessi altri Btp Italia, anche se non vengono citati espressamente: il Tesoro dice di riservarsi di emettere titoli “indicizzati all’inflazione” sia “al fine di tenere conto di eventuali dislocazioni sul mercato secondario di detti titoli”, sia con la riapertura di altri “non più in corso di emissione, per assicurare l’efficienza del mercato secondario”. Verranno invece offerti regolarmente i Btp indicizzati all’inflazione europea (i Btpei).

Il fabbisogno è sceso grazie a maggiori entrate fiscali

Nei primi undici mesi del 2022 il fabbisogno di cassa del settore statale è sceso a circa 63,5 miliardi, dai quasi 103 miliardi del corrispondente periodo dell’anno scorso. “La forte riduzione del fabbisogno (pari a oltre il 38 per cento) è spiegata dalla crescita delle entrate tributarie e contributive e dalla moderazione della spesa corrente del bilancio dello Stato” dice il Mef. Il fabbisogno beneficia di 20 miliardi in sovvenzioni ricevute attraverso la Recovery and Resilience Facility (RRF) nelle due rate dei mesi di aprile e novembre, circa 11 miliardi in più in confronto al 2021, ma anche al netto di questo fattore la sua riduzione è pari a 28,5 miliardi.

Per il 2023 attese emissioni lorde per 310/320 miliardi

Nel 2023 le esigenze di finanziamento saranno determinate dalle scadenze dei titoli in circolazione che, al netto dei BOT, saranno pari a poco meno di 260 miliardi di euro e dal nuovo fabbisogno del settore statale dell’anno che, in base alle stime preliminari coerenti il Documento Programmatico di Bilancio 2023 dello scorso novembre, dovrebbe attestarsi intorno ai 90 miliardi di euro. Tenendo conto dei prestiti del pacchetto NGEU e dell’attività di gestione delle disponibilità di cassa, con le informazioni attualmente disponibili, si prevedono emissioni lorde complessive di titoli a medio lungo termine in un intervallo tra i 310 ed i 320 miliardi di euro.

Obbiettivo: ridurre progressivamente le emissioni a breve termine

In generale c’è il timore che la graduale riduzione degli acquisti da parte della Bce possa determinare vuoti di liquidità. Quindi il documento relativo alle linee per il 2023 dice che “si dovrà determinare una progressiva e scalare riduzione delle emissioni nel tratto a breve della curva dei rendimenti”

Per il prossimo trimestre sono attesi due nuovi titoli: un BTP Short Term, scadenza 28/03/2025 per un ammontare minimo dell’intera emissione pari a 9 miliardi di Euro e un Btp a 3 anni, scadenza 15/04/2026 per un ammontare minimo per altri 9 miliardi, precisando che per ammontare minimo si riferisce al valore che il circolante del titolo dovrà necessariamente raggiungere prima di essere sostituito da una nuova emissione sulla stessa scadenza.

Verranno offerte le riaperture di Btp con scadenza 15/01/2026 cedola 3,50%, il BTP 01/04/2028 cedola 3,40%, il BTP 15/12/2029 cedola 3,85% e il BTP 01/05/2033 cedola 4,40%. Inoltre, in relazione alle condizioni di mercato, il MEF si riserva la facoltà di offrire ulteriori tranche di titoli nominali in corso di emissione con scadenza superiore ai 10 anni, CCTeu.

Nel 2022 emessi titoli per oltre 424 mld di euro, vita media stabile sopra i 7 anni

Il bilancio dell’anno che sta per concludersi vede un’emissione complessiva di titoli di stato per ammontare totale pari a poco oltre 424 miliardi di euro, di cui quasi 285 miliardi di euro di titoli a medio-lungo termine e poco oltre 139 miliardi di euro di Bot.
La vita media a fine anno resta stabile sopra i 7 anni (7,04 anni, contro i 7,11 anni del 2021).

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