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Btp Futura, dividendi e calcio animano Piazza Affari

La guerra del calcio scoppiata con la Superlega e i suoi riflessi finanziari, l’emissione di Btp Futura e la pioggia di dividendi in arrivo al centro della giornata di Borsa – Oggi l’assemblea Creval – Cnh non andrà ai cinesi ma si prospetta lo spin-off di Iveco

Btp Futura, dividendi e calcio animano Piazza Affari

Regna la pace nel mondo della finanza. Anche sul fronte dei rapporti internazionali si registra un’inattesa schiarita tra le superpotenze. Ma, fulmine a ciel sereno, dopo la mezzanotte è scoppiata la guerra del pallone destinata a rubare la scena alle altre notizie. I mercati finanziari aprono comunque in condizioni positive, in scia ai rialzi record della passata settimana a Wall Street e alla soluzione di un’intricata crisi aziendale cinese: le autorità hanno dato garanzie sulla solvibilità di Huarong, il più grande gestore del paese di obbligazioni ad alto ed altissimo rischio che ha mancato il pagamento di una cedola e ha rinviato la presentazione dei dati del trimestre.

Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo del 2%, l’Hang Seng di Hong Kong dello 0,8%, il Taiex di Taipei dello 0,5%. Avanzano anche le altre piazze asiatiche con l’eccezione di Mumbai (-3%) a seguito del nuovo balzo dei contagiati in India: ieri c’è stato un nuovo record, 273mila.

MOODY’S: 5.400 MILIARDI PER ALIMENTARE I CONSUMI

Per quanto riguarda gli Usa, il Treasury note a dieci anni tratta a 1,56%, sui minimi dell’ultimo mese. Il future dell’indice S&P500 è in lieve calo. Ad alimentare l’ottimismo è la liquidità a disposizione del pubblico: secondo Moody’s, nelle tasche dei consumatori sono entrati 5.400 miliardi, il 6% del Pil mondiale. Con la fine dei lockdown e la fine dell’emergenza, le famiglie dovrebbero destinare questi soldi allo shopping e agli acquisti di beni e servizi. La propensione alla spesa è molto alta, anzi, altissima: l’indice di fiducia dei consumatori di Conference Board è sui massimi da quando esiste, ossia dal 2005.

I BIG: UN SUPERTORNEO A 20 SQUADRE. L’UEFA NON CI STA

È lunedì, ma il calcio ruba la scena alle altre notizie mobilitando anche i leader, da Boris Johnson a Emmanuel Macron. Tutti contro uno scisma del football professionistico dalle conseguenze anche finanziarie imprevedibili. Poco dopo la mezzanotte, 12 club europei di grande fama (Real Madrid, Atletico e Barcellona, Juventus, Inter e Milan, più Chelsea, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United e Tottenham) hanno annunciato il varo di una Super League per un campionato a cui parteciperanno i 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. A sostenere il piano finanziario della manifestazione (compresi gli interventi sugli stadi) sarà JP Morgan, che ha già stanziato al proposito 6 miliardi di dollari.

Immediata la replica dell’Uefa e delle federazioni coinvolte: “Quando è troppo è troppo. Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada. Il calcio si basa su competizioni aperte e meriti sportivi; non può essere altrimenti”. Ovvero gli scissionisti rischiano la squalifica da tutte le competizioni, compresi i campionati nazionali. È in questa cornice che oggi si riunisce l’Uefa per annunciare la riforma della Champions, ma anche denunce e una causa da 50 miliardi contro i ribelli.

ANDREA AGNELLI ALL’ATTACCO. MILAN E INTER TRA I CONGIURATI

Da seguire le reazioni sul titolo Juventus. Il presidente Andrea Agnelli, vicepresidente della Super League, ha dato le dimissioni dall’Eca, l’ente che riunisce i club professionistici d’Europa da lui presieduto, ma ha ribadito che la squadra bianconera intende comunque partecipare alla Serie A.

IN OFFERTA I BTP A 16 ANNI

Si apre all’insegna della finanza pubblica una settimana che si chiuderà con il giudizio dell’agenzia di rating S&P sull’Italia. Il Tesoro lancia stamane la terza edizione dei Btp Futura. La formula prevede come sempre tassi crescenti e premio fedeltà per i sottoscrittori retail. La novità è la durata dell’emissione, allungata a 16 anni. Con la possibilità di vendere a metà tragitto (8 anni) e incassare parte del premio fedeltà. L’accelerazione delle stime sul Pil (parametro a cui è agganciata la rivalutazione delle cedole) è di buon auspicio per il risultato.

LA BCE ALLE PRESE CON IL RINNOVO DEL PEPP

Il lancio cade a pochi giorni dal direttorio della Bce che, con ogni probabilità, non interverrà sui tassi, ma, forse, sulle dimensioni degli interventi previsti dal Pepp, che potrebbero aumentare in maniera “significativa”. È quanto sostiene la presidente Christine Lagarde, secondo cui l’economia europea ha ancora bisogno di due stampelle (politica monetaria e fiscale) per sostenere la ripresa. Di qui la scelta di aumentare gli acquisti del programma Pepp dagli attuali 60 miliardi al mese fino al prossimo marzo. Per gli analisti di Barclays dovrebbero arrivare altri 700 miliardi per coprire almeno fino al termine del 2022. Ma occorre superare l’ostilità dei falchi: il governatore della banca d’Olanda Klaas Knot ha addirittura consigliato di interrompere gli acquisti prima del previsto.

Per tutti l’obiettivo è disinnescare l’aumento dei rendimenti obbligazionari, che rischia di ripercuotersi negativamente sulla ripresa economica in Europa. Nel mirino è finita la manovra italiana annunciata da Mario Draghi che contempla un forte aumento del rapporto debito/Pil.

VENERDÌ LA PAGELLA DI S&P SULL’ITALIA

L’Italia presenterà il Piano nazionale di rilancio e resilienza all’Unione europea il 30 aprile, comunicano fonti di Palazzo Chigi. Dopo un passaggio in Consiglio dei ministri, il premier Mario Draghi illustrerà il piano alle Camere il 26 e 27 aprile.

Venerdì S&P Global deciderà sul rating dell’Italia: da Unicredit si attendono un “non evento”. Nell’ultima riunione, nonostante la difficile situazione economica legata alla pandemia, l’agenzia ha alzato l’outlook del nostro Paese da ‘negativo’ a ‘stabile’ e ha confermato il rating ‘BBB’, due gradini sopra il livello di junk bond.

CINA E USA D’ACCORDO SUL CLIMATE CHANGE

Sul fronte macro si registra un’inattesa buona notizia: Cina e Stati Uniti, nonostante le crescenti tensioni internazionali, hanno concordato dopo un incontro a Shanghai tra i responsabili della politica ambientale, John Kerry e Xie Zhinhua, di collaborare per combattere la crisi del clima, promettendo “azioni concrete negli anni Venti”. Il primo obiettivo è un’intesa sul tetto massimo delle emissioni di CO2 nell’ambito dell’accordo di Parigi (a suo tempo denunciato da Trump) da siglare al summit Onu di quest’estate. L’intesa tra i due colossi precede la “Giornata della Terra” di giovedì quando il presidente Joe Biden ospiterà i leader di 40 Paesi “inquinatori”.

TRIMESTRALI, ATTESA PER NETFLIX

L’agenda prevede oggi i dati dal Giappone su produzione industriale e bilancia commerciale. Anche negli Usa tiene banco la cronaca societaria. Entra stamane nel vivo la stagione delle trimestrali Usa: in prima fila Ibm e Coca-Cola, come sempre uno dei termometri più fedeli dei consumi. Ma l’attenzione è già concentrata sui conti di Netflix in uscita domani: Wall Street vuole capire come la fine del lockdown e il progressivo ritorno alla normalità abbiano inciso sul colosso dello streaming, uno dei grandi vincitori della stagione delle chiusure. A fine anno Netflix ha toccato quota 204 milioni di abbonati. La previsione è di 6,2 milioni in più dall’inizio del 2021.

OGGI ASSEMBLEA DEL CREVAL, MINI ONDATA DI CEDOLE

Tornando all’Italia, oggi la cronaca finanziaria prevede l’assemblea del Credito Valtellinese per l’approvazione del bilancio e la nomina del cda alla vigilia della scadenza dell’Opa lanciata dal Crédit Agricole che la settimana scorsa ha aumentato l’offerta a 12,5 euro, sopra il prezzo segnato dal titolo venerdì.

Giornata di stacco cedole per Piazza Affari. Pagano il dividendo nel listino principale Banca Bpm (0,06 euro), Campari (0,55), Cnh Industrail (0,11), Ferrari (0,867), Stellantis (0,32), Unicredit (0,12). Nel mid Cap: Maire Tecnimont (0,116), Piaggio (0,026, saldo). Mta: MTA: Banco di Desio e Brianza (0,0679 euro; azioni ordinarie – 0,0815 euro; azioni risparmio).

SOTTO I RIFLETTORI CNH DOPO IL NO AI CINESI

Da seguire Cnh Industrial dopo la fine delle trattative tra Exor ed i cinesi di Fang per la cessione di Iveco. È stata la stessa finanziaria di casa Agnelli ad annunciare il fallimento dell’operazione, cui non è certo estranea l’opposizione del governo, che aveva ventilato il ricorso al golden power. Ma Exor si limita a parlare di disaccordo sul prezzo.

Cnh ha già affermato che, in alternativa, sarà portato avanti lo spin off con quotazione in Borsa delle attività del perimetro Iveco, camion e autobus sottolineando “le significative opportunità per lo sviluppo del business On-Highway, derivanti da infrastrutture e soluzioni di trasporto più sostenibili e allineate con gli obiettivi del Green Deal europeo”. In ballo ci sono i fondi della Ue e del Recovery Fund sui combustibili alternativi, dall’elettrico all’idrogeno, filone su cui Cnh è avanti grazie alla partnership con la statunitense Nikola di cui controlla il 7%.

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