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Brexit, è caos: May a rischio sfiducia, ecco cosa sta succedendo

Le 48 firme necessarie per richiedere la sfiducia sono state raggiunte, la Premier britannica rischia di essere cacciata dal suo stesso partito che non le perdona il backstop – Brexit in stallo in attesa del voto del Parlamento britannico

Brexit, è caos: May a rischio sfiducia, ecco cosa sta succedendo

Ennesimo colpo di scena a Londra. Mentre sulla Brexit pende minaccioso il voto del Parlamento britannico, rimandato al 21 gennaio, stasera il Regno Unito potrebbe ritrovarsi senza Primo Ministro. Il partito conservatore cui appartiene la Premier britannica, Theresa May, è riuscito a raggiungere le 48 lettere necessaria ad attivare il no confidente vote. Tradotto: stasera May potrebbe essere sfiduciata dal suo stesso partito.

MAY, I NUMERI PER LA SFIDUCIA

Secondo quanto previsto dal regolamento Tories infatti, la procedura di sfiducia può essere richiesta da almeno il 15% dei membri del Parlamento. A firmare, fra i tanti, Jacob Rees-Moog, che già lo scorso novembre aveva provato a richiedere la sfiducia senza però arrivare al numero di firme necessario.

Il voto è previsto per questa sera, tra le 6 e le 8, e i voti saranno “immediatamente contati ed i risultati annunciati al più presto possibile”. L’inquilina di Downing Street avrà bisogno di 158 voti (su 315) per restare in sella e conservare la guida del partito per un altro anno e soprattutto la poltrona di Primo Ministro. Ma la stampa inglese non esclude “il passo indietro” nemmeno nel caso in cui May riuscisse a spuntarla. Se infatti il totale di voti sfavorevoli risultasse “abbastanza significativo nei numeri”, la leader conservatrice potrebbe comunque decidere di abbandonare, lasciando in mano al suo successore quella svolta storica che il Regno si prepara ad intraprendere: la Brexit.

In base ai primi calcoli – 20 deputati Tory hanno già annunciato la loro intenzione di votare contro la sfiducia secondo il Guardian – May dovrebbe farcela, ma nessuno si sente di escludere la possibilità che si verifichi l’ennesimo colpo di scena di una saga che rischia di mettere in ginocchio un intero Paese.

Il Regno Unito rischia dunque di piombare in un caos politico senza precedenti.

“Contesterò il voto di sfiducia con tutto quello che ho a disposizione. Ho servito l’interesse nazionale e noi abbiamo l’obbligo di realizzare la volontà popolare che si è espressa con il referendum sulla Brexit”. Ha affermato May a Downing Street dopo l’annuncio del voto di sfiducia.

MAY: COSA POTREBBE SUCCEDERE ALLA BREXIT

Se May dovesse soccombere alla sfiducia del suo stesso partito, secondo quanto previsto, sarà un altro leader Tory a richiedere la carica di Primo Ministro. L’attuale Premier rimarrebbe in carica per il periodo di transizione (circa sei settimane) in attesa che venga scelto il nuovo numero uno.

In questo contesto, il processo di fuoriuscita dall’Unione Europea, potrebbe essere rinviato oltre la data stabilita del 29 marzo 2019, allungando ulteriormente lo stillicidio in atto sulla Brexit.

A CHE PUNTO È LA BREXIT?

Da sottolineare che ieri, 11 dicembre, May ha incontrato Angela Merkel e Jean Claude Juncker allo scopo di ottenere qualche “rassicurazione ulteriore” sulla Brexit e soprattutto sull’ormai celeberrimo backstop, il meccanismo vincolante di salvaguardia del confine senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord che sarebbe proprio la causa della richiesta di sfiducia dei Brexiters conservatori e che potrebbe portare il prossimo 21 gennaio il Parlamento inglese a bocciare l’accordo raggiunto con Bruxelles. Dopo gli incontri i leader non hanno rilasciato nessuna dichiarazione, ma nel corso della giornata le dichiarazioni sono state chiare: “L’accordo non si tocca”. 

Nel suo discorso May ha invece ribadito che considera un accordo con la Ue “raggiungibile” anche se il Governo inglese non si può permettere di creare “incertezza”: un eventualità che si correrebbe se si dovesse verificare la possibilità di un subentro del Labour Party nei negoziati con Bruxelles. “Il popolo – ha aggiunto la premier britannica – vuole che il Governo vada avanti con la Brexit e io sono pronta a concludere il lavoro”.

 

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