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Brexit delude Milano: giù le banche, si salvano Leonardo e Generali

Il listino milanese è l’unico in Europa, con quello di Madrid, a chiudere in territorio negativo – In controtendenza Buzzi, Saipem e Eni mentre soffrono Bper e Unicredit – Tra le peggiori Atlantia e Italgas – Apre incerta Wall Street – La sterlina cede sul dollaro ma non sull’euro.

Brexit delude Milano: giù le banche, si salvano Leonardo e Generali

Mercati a più velocità, nel giorno dell’avvio ufficiale della Brexit, dopo la notifica della Gran Bretagna alla Ue e la messa in moto dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona. 

Milano chiude in ribasso, -0,26%, 20.276 punti, dopo aver toccato in mattinata il top del 2017, penalizzata soprattutto dall’inversione di rotta dei bancari. Oggi, uno studio di Radiocor Plus, sottolinea che la partecipazione al fondo Atlante è costata oltre un miliardo al sistema bancario italiano in termini di svalutazioni iscritte nei bilanci 2016. 

Tornando ai listini continentali: debole Madrid, -0,21%. Londra invece, dopo un momentaneo sbandamento, vira al rialzo e si ferma a +0,41%. La sterlina perde quota verso il dollaro, ma non con l’euro e gli esperti di Morgan Stanley consigliano agli investitori di acquistare asset in moneta inglese, convinti che una hard Brexit sia già stata prezzata nelle valutazioni delle attività nella divisa britannica. 

Giornata positiva per Parigi +0,45% e Francoforte, +0,44%. Come nelle attese, l’antitrust Ue ha reso noto di aver bocciato la fusione fra il listino azionario tedesco e quello londinese. Una decisione “deplorevole”, ma “Deutsche Boerse – commenta il ceo Carsten Kengeter – proseguirà la sua strategia di crescita e contribuirà allo sviluppo positivo della piazza finanziaria di Francoforte”. Al Dax 30 il titolo della società chiude in rialzo dell‘1,7%.

Apertura contrastata per Wall Street, con Dow Jones in calo; Nasdaq e S&P 500 positivi. Petrolio nuovamente fiammante, col Brent in rialzo dell‘1,59% a 52,24 dollari al barile e il Wti a 49,05, +1,4%. A spingere le quotazioni il dato sulle scorte settimanali di greggio negli Usa, migliori delle attese; stock complessivo in calo.

Oro in lieve ribasso, -0,14%, 1251,86 dollari l’oncia, anche in ragione della ripresa del dollaro. Oggi l’euro perde lo 0,51% contro il biglietto verde e torna a 1,075.

Nell’obbligazionario lo spread fra decennale italiano e tedesco si riavvicina a 180 punti (179.10, +0,67%), con il rendimento del Btp che però resta a 2,14%; in calo quello del Bund.

In Piazza Affari si registrano prese di profitto e banche in ribasso. Le vendite colpiscono soprattutto Atlantia, -1,84%, tonica nell’ultimo mese. Arretrano Italgas -1,84%, Snam -1,14%, Telecom -1,17%, Ynap -1,38%. Stessa sorte per Moncler, -1,32%, dopo il rally di ieri.

Fra i finanziari i cali più vistosi sono quelli di Bper, -1,86%, Intesa -0,79%, Unicredit -1,24%. Secondo indiscrezioni l’istituto di piazza Gae Aulenti starebbe valutando la cessione delle sue attività in Repubblica Ceca e in Slovacchia, dalle quali si attenderebbe di ricavare 3,3 miliardi. Una scelta fortemente sconsigliata da Mediobanca. In controtendenza Ubi, +0,4%.

Gli acquisti premiano Leonardo +1,84%. Positiva Generali, +0,82%, con  il miglioramento del giudizio di Credit Suisse, da ‘underperform’ a ‘neutral’, target price a 15 euro. Dopo la brillante performance di ieri, si conferma tonica Saipem, +0,73%, che ha lanciato un’emissione obbligazionaria, da 500 milioni, con scadenza cinque anni. Arretra leggermente Tenaris -0,64% reduce da un boom della vigilia. Ferrari rallenta, ma non si ferma: +0,51%.

Nel segmento Star si fa notare Mondadori, +5,83%, dopo il rialzo del target price da parte degli analisti di Mediobanca.

Fuori dal listino principale ancora in luce Tps, +18,89%, che ha debuttato ieri all’Aim con un rialzo di oltre il 40%.

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