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Brasile, Lula fa arrestare 1.500 rivoltosi e ora Bolsonaro teme l’estradizione dagli Stati Uniti

L’allarme golpe è rientrato ed è in corso la conta dei danni. Si va verso una commissione d’inchiesta parlamentare. Bolsonaro in Ospedale, ma i media brasiliani parlano già di estradizione

Brasile, Lula fa arrestare 1.500 rivoltosi e ora Bolsonaro teme l’estradizione dagli Stati Uniti

Il rischio golpe è rientrato e adesso si passa alla conta dei danni e alla reazione delle istituzioni. Le forze di polizia brasiliane hanno arrestato 1.500 bolsonaristi che hanno partecipato all’assalto al palazzo dei tre poteri, mentre in Florida, l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è ricoverato all’AdventHealth Celebration, un ospedale fuori Orlando per forti dolori addominali.

Cosa sta succedendo in Brasile

Nella tarda serata di domenica le forze di polizia hanno ripreso il controllo dei palazzi del potere – Governo, Congresso e Corte Suprema – ed è tuttora in corso la caccia ai responsabili dell’assalto alle istituzioni che per alcune ore ha fatto vacillare la democrazia del gigante sudamericano. Le istituzioni brasiliane si sono mostrate compatte nel condannare l’evento, ma l’intero paese rimane sotto shock. I media brasiliani parlano “dell’atto più grave contro la democrazia brasiliana dalla fine della dittatura”, mentre rimane sotto osservazione il comportamento della polizia che, si è mostrata totalmente impreparata e incapace di radunare forze sufficienti per fermare l’attacco. Anzi, infuriano le polemiche per gli scatti di alcuni agenti che sembravano fraternizzare con i rivoltosi. Dopo Lula, che ha parlato di “atti terroristici” e di “fanatici fascisti”, è arrivata anche la dura reazione della presidente della Corte Suprema, Rosa Weber. “Agiremo – ha dichiarato – affinché i terroristi che hanno partecipato a questi atti siano processati e puniti in modo esemplare”.

Per cercare di capire come sia potuta accadere una cosa del genere, il Senato brasiliano costituirà una Commissione d’inchiesta parlamentare. Ma è un fatto che sia il governatore del distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, sia soprattutto il suo ministro della Sicurezza, Anderson Torres, uomo di Bolsonaro, avevano assicurato sul carattere “assolutamente pacifico” della mobilitazione. Questo fa capire perché, nel momento dell’assalto, Lula si trovava nello stato di San Paolo, in visita a zone alluvionate di Araquara. Ed è da lì che il presidente ha firmato il decreto per sancire l’immediato intervento federale del governo di Brasilia e la nomina di Rodrigo Garcia Cappelli quale responsabile dell’operazione.

Al momento sarebbero 1.500 le persone arrestate dalla polizia con il sostegno dell’esercito, accusato a sua volta di essersi mostrato troppo “indulgente” con i bolsonaristi. 

Bolsonaro sarà estradato?

Nel frattempo Jair Bolsonaro è stato ricoverato in una clinica di Orlando per “forti dolori addominali”. L’ex presidente ha cercato di prendere le distanze dagli atti di violenza definendoli “illegali” e che però, a suo avviso, non sarebbero diversi da quelli commessi da militanti di sinistra nel 2013 e 2017. La pensa molto diversamente Lula che lo ha accusato pubblicamente di aver fomentato e addirittura istigato i suoi seguaci ad assaltare i palazzi dei tre poteri. 

In Brasile però si pensa già al futuro. Bolsonaro sarà estradato in Brasile? L’ipotesi è stata presa in considerazione dai media e da alcuni parlamentari brasiliani, ma  il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha fatto sapere che per il momento nessuna richiesta in tal senso è pervenuta dal Brasile. 

Bolsonaro era andato in Florida lo scorso 30 dicembre per evitare di partecipare all’insediamento di Lula, ricalcando le orme del suo amico Donald Trump che due anni fa si era rifiutato di partecipare alla cerimonia per Biden.

Dopo l’assalto, l’ex presidente ha scritto su Twitter: “Le manifestazioni pacifiche, nel rispetto della legge, fanno parte della democrazia. Tuttavia i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici, tipo quelli avvenuti oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono fuori dalle regole”.

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