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Borse molto volatili in Europa e in America ma Tim rimbalza (+2,6%) e trascina Piazza Affari

Dopo una mattinata in ribasso, le Borse recuperano terreno – A Milano spicca il rimbalzo di Tim, il cui Ad Labriola ha acquistato un nuovo pacchetto di azioni per manifestare la sua fiducia nel rilancio

Borse molto volatili in Europa e in America ma Tim rimbalza (+2,6%) e trascina Piazza Affari

La settimana clou delle banche centrali si apre, per le Borse, all’insegna della volatilità: i listini europei chiudono contrastati, se pur lontano dai minimi di seduta. Lo stesso nervosismo si nota a Wall Street, in rosso dopo un tentativo di ripresa. 

Manca all’appello di giornata Londra, in lutto per il funerale della Regina Elisabetta II. In Asia è rimasta chiusa Tokyo per festività.

Listini europei misti: Piazza Affari sale con Tim

In un contesto di scambi ridotti, per l’assenza di Londra, Piazza Affari si apprezza dello 0,14% a 22.140 punti base, sostenuta da Cnh (+2,93%) e dal rimbalzo di Telecom (+2,62%), frenata d’altra parte dallo stacco cedola di Eni ed Stm che pesa all’indice per lo 0,163%.

Sono poco mosse Amsterdam +0,09% e Madrid +0,08%, è in calo Parigi -0,26%, svetta Francoforte, +0,49%, dove Volkswagen guadagna l’1,1% alla vigilia del collocamento di Porsche, che debutterà in Borsa il 29 di settembre. La casa tedesca valuta la sua punta di diamante tra i 70 e i 75 miliardi di euro, meno delle ambizioni iniziali (85 miliardi di euro). Il pessimismo indotto dalla guerra in Europa e dal braccio di ferro sul gas russo pesa d’altra parte sulle valutazioni e sull’umore del tedeschi. Secondo la Bundesbank l’economia teutonica si contrarrà per tutto l’inverno a causa della chiusura dei rubinetti del gas.

Banche mondiali al lavoro, grande attesa per la Fed

Il nervosismo del mercati mondiali è in gran parte indotto dalle scelte della banche centrali a partire dalla Fed, che dopo la delusione sui prezzi al consumo della scorsa settimana non potrà abbassare la guardia contro l’inflazione nella riunione del 20 e 21 di settembre. L’attesa è per un terzo rialzo dei tassi per 75 punti base, ma non si esclude neppure un innalzamento dell’1%. Molta importanza avranno poi le parole di Jerome Powell, se da queste si potranno trarre indicazioni sul percorso che la Fed intenderà seguire nei prossimi meeting.

Decisioni di politica monetaria sono attese inoltre dalle autorità di Giappone, Svezia, Svizzera, Norvegia e Regno Unito e dalle Banche centrali di una serie di mercati emergenti, come Filippine, Indonesia, Taiwan e Turchia.

Euro-dollaro piatto

Le previsioni di ulteriori strette si fanno sentire sui T-Bond, che vedono prezzi in ribasso e rendimenti in rialzo. Il decennale è salito oltre il 3,5% ai massimi dal 2011 (per poi arretrare e al momento è al 3,46%), mentre il titolo a due anni ha toccato il 3,92%, top dal 2007. 

L’indice del dollaro appare piatto, ma il biglietto verde resta in prossimità dei massimi degli ultimi 20 anni. L’euro scambia alla pari.

Sono in rosso le criptovalute, con perdite che toccano anche il 5%.

Limita i danni il petrolio, su cui gravano le preoccupazioni per una politica monetaria aggressiva che potrebbe alimentare una recessione e indebolire la domanda di greggio. Il Brent è in calo dello 0,64% a 90,76 dollari al barile.

Scende anche il prezzo del gas naturale, che venerdì ha lasciato sul campo circa il 12%. I contratti scadenza ottobre a metà pomeriggio arretravano del 5,7% a 177,5 euro al megawattora, dopo avere toccato un minimo di giornata a 171,33 euro, contro la chiusura oltre 187 euro di venerdì.

In Piazza Affari rialza la testa Telecom

Dopo il tonfo dell’ultima seduta, rialza la testa Telecom, mentre l’ad Pietro Labriola continua a investire nel titolo nella convinzione che si riprenderà. Venerdì l’azione ha toccato il minimo storico a 0,1820 euro anche a causa di uno studio di Barclays che ha ridotto la raccomandazione a ‘underweight’ con prezzo obiettivo a 0,15 euro. Secondo il broker sulle prospettive del gruppo pesano lo scenario macro e le crescenti incertezze sulla rete unica. Sul suo futuro pesano molte incognite a partire dalle elezioni, dalle mosse di Cdp e dalla battaglia sul prezzo della rete con Vivendi per arrivare al fantomatico Piano Minerva preannunciato dalla destra.

In cima al listino principale è Cnh, nel giorno in cui è stata avviata la prima tranche da 50 milioni di dollari nell’ambito del previsto programma di buyback da 300 milioni.

Bene Amplifon +2,19%, Iveco +2%, Banca Mediolanum +1,14%, Moncler +1,38%.

Stm è in progresso, +1,36%, nonostante il dividendo da 0,0603 euro. 

Non è così per Eni, che perde l’1,92%, in un giorno duro per i titoli oil e per lo stacco dividendo da 0,22 euro per azione.

In maglia nera va a Saipem, -5,6%.

Il rosso è acceso per Diasorin -1,68% e Finecobank -1,11%.

Le banche sono deboli. Perdono quota Banco Bpm -1,07% e Unicredit -0,45%. Fuori dal paniere principale non si ferma la caduta di Mps, -6,48%, mentre si avvicina l’aumento di capitale da 2,5 miliardi.

Spread incolore, salgono i rendimenti

Lo spread tra decennale italiano e tedesco rimane stabile a 226 punti base (-0,59%), ma i rendimenti continuano a salire. Il Btp 10 anni cresce a +4,04%, il Bund di pari durata a +1,78%.

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