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Borse in rosso in Europa e le banche non salvano Wall Street

Le incertezze sulla pandemia e sulla linea delle banche centrali sui tassi alimentano la volatilità dei mercati e tutta l’Europa finisce in ribasso – I risultati contrastati delle banche americane non basta a salvare Wall Street anche se il Nasdaq recupera

Borse in rosso in Europa e le banche non salvano Wall Street

Crescono i rendimenti dei titoli di Stato e soffrono le Borse: le piazze europee chiudono l’ultima seduta della settimana in ribasso, con il tandem inflazione-tassi che resta in primo piano e rende conveniente fare casa e prendere tempo in attesa delle prossime mosse delle banche centrali. 

Anche oltreoceano infatti Wall Street, incerta in avvio, procede in perdita trascinata dal Dow Jones, con le vendite che colpiscono alcune big del credito, dopo i risultati dell’ultimi trimestre 2021. In particolare, Jp Morgan è il titolo peggiore sull’indice delle 30 blue chip newyorkesi.

Inoltre, Joe Biden ha scelto Sarah Bloom Raskin, ex componente del board della Fed ed ex vice segretaria del Tesoro, nel ruolo di vice al timone della banca centrale Usa, con compiti di supervisione del sistema bancario, una scelta che potrebbe risultare poco gradita a Wall Street. La nomina dovrà essere approvata dal Senato e potrebbe trovare il sostegno di quei Democratici che hanno chiesto alla Fed una posizione più dura nella regolamentazione delle grandi banche e un approccio più audace sul tema dei rischi finanziari posti dal cambiamento climatico. 

PIAZZA AFFARI IN MAGLIA NERA

In Europa Piazza Affari veste la maglia nera e registra una perdita dell’1,08% che la respinge a 27.543 punti base. Le performance peggiori sono per titoli del lusso come Ferrari -3,87% e Moncler -3,63%. Leonardo +1,9% è invece una delle blue chip migliori grazie alla firma del contratto da 346 milioni di euro per la fornitura di elicotteri AW169M LUH (Light Utility Helicopter) destinati al ministero della difesa austriaco.

Tra i titoli al centro dell’attenzione Generali perde l’1,52%, dopo le dimissioni dagli incarichi dell’azionista Francesco Gaetano Caltagirone. Caltagirone, che ha una quota di poco superiore all’8% e un patto che lo unisce ad altri azionisti come Del Vecchio e Crt. Gli analisti di Intesa Sanpaolo scrivono nel daily che “la mossa di Caltagirone è un chiaro segnale dell’aspro scontro sulla governance di Generali che comporta incertezze per il gruppo. Riteniamo tuttavia che potrebbe accelerare un chiarimento nella direzione della presentazione di una lista alternativa”.

Male Enel, -2,21%, penalizzata dal tonfo di Edf a Parigi, dopo le decisioni del governo francese che pesano sui conti del colosso elettrico.

Sono pieni di energia invece i titoli oil, con il greggio che sale anche oggi. Si apprezzano Tenaris +1,99%; Eni +1,04%; Saipem +0,4%.

Tra le banche si salva solo Intesa +0,06%.

Negli altri settori si apprezza Atlantia +0,75%, alla luce del riassetto delle governance di Edizione dei Benetton e per il fatto che la holding è salita nel capitale della società al 33,1% dal 31% precedente.

Fuori dal paniere principale Mondadori brinda con un rialzo dell’8,78% al rilancio del marchio in corso e alle acquisizioni per il rafforzamento nei vari segmenti specifici in cui la casa editrice lavora.

Per quanto riguarda le altre piazze europee, sono in calo: Francoforte -0,85%; Parigi -0,77%; Amsterdam -0,92%; Madrid -0,24%; Londra limita i danni a -0,14%, con la produzione industriale cresciuta oltre le attese nel Regno Unito, +0,9%% sul mese precedente superando per la prima volta i livelli pre pandemia e dello 0,2% su anno. Secondo la previsione degli economisti sarebbe dovuta salire dello 0,5% su mese e dello 0,6% su anno.

SPREAD STABILE, TASSI IN SALITA

Chiude in lieve calo il secondario italiano. Lo spread è a 135 punti base (+0,21%) e salgono i rendimenti, sia del decennale italiano sia di quello tedesco rispettivamente a +1,26% e -0,09%.

Anche i titoli di Stato Usa mostrano al momento prezzi in ribasso e rendimenti in rialzo. Il tasso del Treasury decennale è +1,754% (in rialzo del 2,63% rispetto alla chiusura di ieri). La Fed, d’altra parte, prevede tre rialzi dei tassi d’interesse nel 2022 e diversi banchieri centrali sono pronti a sostenerne un quarto e persino un quinto, se l’inflazione lo renderà necessario.

LAGARDE RIBADISCE: L’INFLAZIONE CALERA’ NEL 2022

In Europa Christine Lagarde torna sul tema e ribadisce il suo approccio prudente. “Prevediamo che i fattori trainanti dell’inflazione diminuiranno nel corso di quest’anno. Ma comprendiamo che l’aumento dei prezzi è una preoccupazione per molte persone e prendiamo questa preoccupazione molto sul serio”. L’impegno della Bce “per la stabilità dei prezzi rimane incrollabile. Adotteremo tutte le misure necessarie per garantire il raggiungimento del nostro obiettivo di inflazione del 2% a medio termine”.

GRANDI BANCHE E GRANDI GUADAGNI NEGLI USA

Sono usciti oggi i risultati del quarto trimestre 2021 delle grandi banche Usa, che mostrano grandi guadagni, ma non tutte vengono premiate in Borsa.

Wells Fargo ha registrato profitti e ricavi sopra le attese, con un utile netto in rialzo dell’86% rispetto a un anno prima. Utili e ricavi sopra le attese anche per JpMorgan, che registra però un forte calo (-13%) dei ricavi sul trading, superiore alle previsioni. Citigroup mostra profitti trimestrali in calo del 26%, ma ricavi superiori alle stime. BlackRock, ha ottenuto utili oltre le attese ed è infine il primo asset manager quotato a raggiungere i 10mila miliardi di dollari in asset.

PETROLIO IN RIALZO, EURO IN CALO

Tra le materie prime sale anche oggi il petrolio, che si avvia a chiudere la quarta settimana consecutiva in crescita.

Il Brent si apprezza quasi dell’1% e tratta intorno a 85,30 dollari al barile; stesso andamento per il Wti, prossimo ormai a 83 dollari.

Tra l’altro i guadagni sarebbero limitati dalla notizia, riportata da Reuters, che la Cina prevede di rilasciare riserve di petrolio nel periodo delle festività del Capodanno lunare, tra il 31 gennaio e il 6 febbraio, nell’ambito di un piano coordinato dagli Stati Uniti con altri grandi consumatori della materia prima, volto ridurre i prezzi globali. Pechino ha inoltre registrato la prima flessione annuale delle importazioni di petrolio in due decenni, anche se i trader si aspettano che le importazioni recupereranno terreno nel corso di quest’anno.

Sul mercato dei cambi l’euro perde leggermente quota, ma il cambio con il dollaro resta oltre 1,14.

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