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Borse, da gennaio hanno guadagnato 4.800 miliardi di dollari

L’effetto Trump ha fatto volare il Nasdaq (+9,8%) ma anche le Borse europee e asiatiche -Nel 2017 Piazza Affari in rialzo del 6,5%, subito dietro Francoforte (+7,2%): auto, banche e utilities alla ribalta – L’ombra dei dazi americani e l’attesa per il summit Trump-Xi Jingping – Duello televisivo in Francia tra Macron e Le Pen

Parte con il piede giusto il secondo trimestre sui mercati asiatici. La spinta arriva dal Tankan, il superindice dell’economia, che segnala il buono stato di salute delle imprese. L’indice Topix avanza dello 0,4%, dietro Hong Kong, su dello 0,5%.

Prosegue la ripresa del petrolio. Il Brent stamattina tratta a 53,4 dollari il barile (+1%): la scorsa settimana il greggio del Mare del Nord ha guadagnato il 4%, miglior settimana da inizio anno. L’euro si apprezza su dollaro all’1,067, dall’1,065 di venerdì sera. Nel corso del fine settimana, il presidente della Fed di New York ha affermato che non c’è alcuna fretta di alzare i tassi di interesse.

Le borse cinesi restano chiuse sia oggi che domani, mentre Pechino si prepara alla grande trasferta americana del presidente Xi Jingping, accolto dalle bellicose parole di Donald Trump sulla Corea del Nord: “Se la Cina non si muove – ha detto il presidente in un’intervista al Financial Times – lo faremo noi. Stavolta – ha aggiunto parlando del surplus commerciale di Pechino – non parlerò di dazi. Ma dirò loro che non si può andare avanti così”.

DA GENNAIO BORSE CRESCIUTE DI 4.800 MILIARDI

È in questa cornice geopolitica che i mercati riaprono i battenti dopo aver archiviato un trimestre d’oro in cui la capitalizzazione complessiva è cresciuta di 4.800 miliardi di dollari. Un rialzo imponente e diffuso, con alcune sorprese: il peso messicano, ad esempio, ha registrato il maggior rialzo dal 1977 smentendo le previsioni di un crollo sotto la pressione della nuova amministrazione Usa. A Wall Street l’indice S&P500 ha guadagnato il 5,8%, mentre il Nasdaq (+9,9%) sfiora i 6 mila punti. In Asia brillano le Borse cinesi: da inizio anno Hong Kong +9,6%, Shanghai +4,4%. Al contrario, causa lo yen forte, la Borsa di Tokio mostra una performance negativa dell’1%. In Europa guida la corsa Francoforte: +7,2% a quota 12.312, cioè a un soffio dal record storico di 12.374 punti segnato nell’aprile 2015. A Piazza Affari, al top dal gennaio 2016, l’indice FtseMib ha guadagnato in tre mesi il 6,5%.

MA PESA LA MINACCIA DEI DAZI USA. E CALA IL QE EUROPEO

Ma adesso? La spinta assicurata dalle promesse elettorali di Donald Trump si va spegnendo, in assenza di risultati concreti nei primi 100 giorni. Ma a condizionare gli umori dei mercati potrebbe essere l’avvio della guerra dei dazi proclamata dall’amministrazione Usa. Aprile, inoltre, sarà condizionato dalle prossime elezioni francesi, con inevitabili riflessi sui mercati del debito, Btp compresi. Infine, a consigliare cautela è l’atteggiamento delle banche centrali: la Fed è decisa a procedere con una stretta morbida, ovvero un secondo aumento dei tassi a giugno. La Bce resta espansivo ma da questo mese gli acquisti del Quantitative Easing scendono a 60 miliardi mese, contro 80.

NON SOLO XI: OGGI GLI INDICI PMI. DUELLO TV TRA MACRON E LE PEN

L’appuntamento più importante della settimana sarà senz’altro la visita del presidente cinese Xi Jingping a Donald Trump, che il 6 e 7 aprile, dopo aver congedato il presidente egiziano Al Sisi domani in visita a Washington, accoglierà l’ospite in arrivo da Pechino nella sua residenza in Florida. È probabile che l’incontro registri toni molto accesi.

Trump si presenta al meeting dopo aver firmato due decreti che hanno il sapore di una dichiarazione di guerra commerciale. Il primo prevede un’indagine su larga scala per individuare le cause del deficit commerciale Usa paese per paese, prodotto per prodotto. Il secondo provvedimento prevede una stretta delle misure antidumping per combattere la concorrenza sleale e colpire i governi stranieri che sostengono con sussidi i propri prodotti.

Riflettori accesi anche sui verbali dell’ultima riunione della Fed , sui numerosi interventi dei vari banchieri centrali Usa e sui dati del mercato del lavoro Usa in uscita venerdì prossimo: previsti 175 mila nuovi posti.

La frenata dell’inflazione a marzo ha invece allontanato l’ipotesi di un’accelerazione del tapering (il rallentamento degli acquisti) da parte della Bce. Resta confermata la tabella di marcia: acquisti per 60 miliardi mese per tutto il 2017, poi si vedrà.

OGGI I DATI DELLE VENDITE AUTO IN ITALIA E USA

L’agenda macro prevede lunedì la pubblicazione degli indici Pmi in Europa e dell’Ism manifatturiero in Usa. In evidenza, dopo le flessioni degli ultimi mesi, il dato sulle immatricolazioni di auto a marzo in Usa. In serata uscirà anche il dato sulle vendite in Italia.

In settimana ci sarà il secondo duello tv tra gli undici candidati all’Eliseo. In testa ai sondaggi ci sono Marie Le Pen e Emmanuel Macron, il candidato di centro che ha raccolto il sostegno del premier socialista Manuel Valls. Venerdì S&P aggiornerà il rating sul debito di Parigi.

IL DEF ALL’ESAME DELL’ECOFIN. ALITALIA, ULTIMO APPELLO

Tema caldo per l’Italia sarà la stesura del Def (Documento di economia e finanza). Sul tavolo la necessità di rispettare l’impegno con l’Europa predisponendo misure per 3,4 miliardi: in questo senso, il Documento traccerà le linee guida macroeconomiche che il Governo intende seguire nei prossimi mesi, ma si dovrà attendere il varo del provvedimento per capire nel dettaglio quali interventi si intenda assumere.

Il dossier sarà oggetto di discussione al vertice dell’Ecofin di sabato. Le risorse dovrebbero arrivare dalla lotta anti-evasione Iva e rialzo delle accise dei tabacchi (2,3 miliardi in totale). Non meno di 1 miliardo di tagli semi-lineari alle spese dei ministeri.

Sempre alta la tensione sul fronte Alitalia. Venerdì scorso gli azionisti hanno confermato la volontà di sostenere il rilancio della compagnia. Ma l’azienda per poter ripartire deve siglare l’accordo con i sindacati che hanno bocciato senza appello il piano industriale e hanno proclamato uno sciopero mercoledì 5 aprile. 

A2A AVANZA, CDA EXOR E ASSEMBLEE DELLE EX POPOLARI IN AGENDA

A Piazza Affari A2A presenta i risultati a fine 2016 e l’aggiornamento del piano industriale. La società ha annunciato di aver firmato una lettera di intenti con alcune utility del Nord della Lombardia, Acsm Agam (Como e Monza), Aspen Varese, Lario Reti (Lecco) e Azienda elettrica Valtellina. 

Due matricole per Piazza Affari. Martedì 4 farà l’esordio sul listino Unieuro dopo l’Ipo della scorsa settimana. Venerdì 7 inizieranno gli scambi su BFF Banking Group. Martedì terminerà la riapertura dell’offerta pubblica di Lactalis su Parmalat. Mercoledì 5 si terrà il Cda per l’approvazione della trimestrale Exor.

Inizia la stagione delle assemblee di bilancio. Venerdì è previsto il meeting degli azionisti di Ubi Banca. Sabato 8 toccherà a Banco Bpm (prima assemblea dopo la fusione tra Bpm e Banco Popolare) e a Bper (in agenda il rinnovo del consiglio con intervento di Assogestioni).

OGGI I CONTI DI VENETO BANCA. SI TRATTA CON LA BCE

Da seguire anche l’ennesima “settimana di passione” per le banche venete. Dopo i risultati dell’esercizio 2016 della Banca Popolare di Vicenza, chiuso con una perdita di 1,9 miliardi e requisiti patrimoniali al di sotto della soglia fissata dalla Banca Centrale Europea. Oggi sarà la volta di Veneto Banca ad alzare il velo sui conti dello scorso anno. E negli ambienti finanziari si attende un risultato in ‘rosso’, anche se meno pesante di quello dalla Vicenza.

SAVE, ACCORDO CON I FONDI. OPA A 21 EURO

Enrico Marchi, dice una nota pubblicata ieri in tarda serata, ha siglato un accordo con i fondi di Deutsche Asset Management e InfraVia Capital Partners per la vendita della partecipazione di controllo di Save ad un veicolo partecipato congiuntamente dai fondi e da Marchi stesso. Morgan Stanley venderà la sua quota indiretta al veicolo a un valore di 21 euro per azione, prezzo a cui dovrà essere lanciata un’Opa. In caso di completamento dell’operazione, Enrico Marchi e i fondi stipuleranno un accordo parasociale per il controllo congiunto della società che gestisce l’aeroporto di Venezia.

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