Condividi

BORSE CHIUSURA 21 APRILE: lo scontro con Vivendi e l’insufficienza delle 2 offerte provocano la terza caduta di Tim

Tim ha perso un altro 4,3%, pari al 14% in 3 sedute, mentre passa di mano in 5 sedute l’8% del capitale dopo l’assalto di Vivendi al vertice e l’inadeguatezza delle due offerte sulla rete

BORSE CHIUSURA 21 APRILE: lo scontro con Vivendi e l’insufficienza delle 2 offerte provocano la terza caduta di Tim

L’economia va meglio del previsto su entrambe le sponde dell’Atlantico e dona qualche spunto di ottimismo agli investitori, ma fornisce anche argomenti alle banche centrali per altri rialzi dei tassi, mandando in tilt l’umore dei mercati. 

La seduta di oggi risulta così piuttosto volatile e cauta: prevalentemente positiva in Europa e debolmente negativa negli Usa in avvio.

Milano chiude in progresso dello 0,43% (27.745 punti base), con Francoforte +0,56%, Parigi +0,51%, Londra +0,13% e Amsterdam +0,14%, mentre Madrid perde lo 0,29%. 

A New York, Wall Street è ancora in cerca di una direzione e al momento sta perdendo leggermente quota con i tre indici principali. 

La prudenza caratterizza il mercato valutario, dove l’euro-dollaro cambia intorno a 1,097. Il petrolio è in modesto rialzo e i future Brent e Wti salgono dello 0,5% circa, rispettivamente a 81,5 dollari al barile e 78,1 dollari.

Piazza Affari, bene Recordati, male Telecom e Juventus

Recordati (+5,44%) è la blue chip che guida i rialzi di oggi di Piazza Affari, dopo una trimestrale con ricavi in crescita del 35%.

In scia si apprezzano Amplifon +1,86% e Diasorin +1,81%.

Tra le banche l’appeal speculativo sostiene Banco Bpm +4,29%, dopo l’assemblea di ieri e la notizia che Gaetano Caltagirone ha una quota attorno all’1%. I vertici fanno previsioni positive per l’anno in corso, ma minimizzano sul fronte aggregazioni. Il mercato però non ci crede, corrono così anche la partecipata Anima Holding +1,42 e Mps +1,7%.

Terza giornata no invece per Telecom, -4,3%, nel timore di uno stallo sulla vendita della rete e  all’indomani dell’assemblea dei soci che ha bocciato la remunerazione del management e la nomina del consigliere che avrebbe dovuto sostituire il dimissionario Arnaud de Puyfontaine.

Arretrano Unipol -1,02% e Leonardo -0,92%. Nella galassia Agnelli vanno giù Cnh -1,35% e Stellantis -0,66%, la peggiore però è la Juventus -4,37%, che a quanto pare non vede motivi di festa nella decisione del Coni di ordinare un nuovo giudizio alla Corte federale sulla penalizzazione di 15 punti in classifica.

Nel lusso va a picco Ferragamo, -5,93%, sui deboli risultati delle vendite del primo trimestre. Brilla invece Essilor Luxottica, +5,69%, a Parigi, per ragioni opposte.

Sale lo spread

Lo spread tra il decennale italiano e tedesco sale a 187 punti base, con tassi rispettivamente a +4,35% e +2,48%. I rendimenti riflettono in parte l’attesa di una Bce ancora in campo nella riunione di maggio, dove probabilmente alzerà i tassi ancora di 25 punti base, in linea con quanto ribadiscono quotidianamente molti banchieri centrali tra cui oggi il finlandese Olli Rehn. 

Il settore servizi sostiene Eurolandia

A dare manforte alle banche centrali falco potrebbero contribuire i PMI di oggi. La ripresa economica della zona euro ha infatti inaspettatamente accelerato questo mese, poiché l’industria dei servizi dominante del blocco ha visto un aumento della domanda già vivace, più che compensando una profonda flessione della produzione. Il PMI composito preliminare sale a 54,4 punti da 53,7 di marzo, al di sopra della stima del consenso a 53,9 punti. Il settore dei servizi balza a 56,6 punti dai 55 del mese precedente (54,5 punti il consenso). Viceversa, quello manifatturiero scende a 45,5 punti dai 47,3 punti precedenti (48 punti il consenso), quindi si accentua la contrazione che viene segnalata da un indice sotto 50.

Negli Usa appare invece in ripresa la manifattura. Il dato – stilato da Ihs Markit – sale, in lettura preliminare, a 50,4 punti dai 49,2 punti di marzo  e attese erano a 49 punti. Bene anche i servizi: la lettura preliminare dell’indice servizi PMI, redatto da Markit, cresce dai 52,6 di marzo a 53,7 punti; le attese erano per un dato a 52 punti.

Commenta