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Borse, aria di tempesta e tassi verso nuovi tagli

I futures segnalano un -2% abbondante in Europa – Tutte in profondo rosso le Borse asiatiche, sulla scia del tonfo di Wall Street – Fed e Bce preparano tagli ai tassi

Borse, aria di tempesta e tassi verso nuovi tagli

Tassi verso nuovi cali e Borse in sofferenza. Benvenuti nel mondo flagellato dal coronavirus, insensibile a ogni terapia finanziaria. A quando i tassi zero anche in America, si chiede Wall Street, che scommette su un nuovo taglio di mezzo punto del costo del denaro per il 17-18 marzo e su un altro di un quarto di punto. Anche la Bce, che ha margini ancor più modesti, potrebbe tagliare i tassi il 12 marzo di dieci punti, oltre ad adottare misure straordinarie a sostegno delle imprese. Ma, almeno per ora, ogni sforzo ha prodotto risultati modesti.

Tutte in profondo rosso le Borse dell’Asia stamattina, sulla scia delle perdite di Wall Street, che ha in pratica azzerato i guadagni della seduta di mercoledì, sull’onda dell’affermazione di Joe Biden alle primarie.

VOLA LO YEN, SOLO LA CINA LIMITA I RIBASSI

Tokyo si avvia alla chiusura con una perdita vicina al 3%. Il cross dollaro yen scende a 105,8, livello che non si vedeva da settembre. Goldman Sachs scrive che è realistico vedere il cambio a 95. La valuta si rafforza mentre la banca centrale del Giappone si prepara a offrire liquidità a condizioni super vantaggiose alle banche, affinché la girino alle piccole e medie imprese in difficoltà.

Giù gli altri listini. Sidney lascia sul terreno il 2,5%. L’Hang Seng di Hong Kong perde il 2%, il Kospi di Seul il 2,3%. Le Borse della Cina scendono meno: il CSI 300 dei listini di Shanghai e di Shenzen segna ribasso dell’1,3%, ma la settimana si concluderà, su questi livelli, con un rialzo del 5,3%.

Soffre il mercato finanziario dell’India, con l’indice della Borsa di Mumbai in calo del 2,5% e la rupia tornata sui livelli allarmanti di fine 2018.

A WALL STREET FRANANO BANCHE, AEREI E CROCIERE

Non meno pesante ieri il bilancio di Wall Street: Dow Jones -3,58%, S&P 500 -3,31, Nasdaq -3,1%. Soffrono i finanziari, anche perché un malore ha messo fuori gioco Jamie Dimon, il numero uno di JP Morgan.

L’epidemia può costare fino al 113 miliardi di dollari al settore aereo. Google ha chiuso la sede di Seattle: i dipendenti del colosso lavoreranno da casa.

I FUTURES SEGNALANO -2% ABBONDANTE IN EUROPA

Si prepara una giornata difficilissima per tutti i mercati.

I futures sui mercati Usa segnano un ribasso dell’1,15%. Assai peggio i contratti sull’Europa: Eurostoxx 2,44%, Dax -2,33%, Londra -2%.

Le difficoltà dei mercati azionari si spiegano anche con la corsa frenetica agli acquisti di obbligazioni, soprattutto quelle degli Stati Uniti. Il Treasury Note a dieci anni tocca nuovi minimi della storia, in termini di rendimento, a 0,81%. La caduta dei tassi d’interesse sta riducendo la rata dei mutui: per un prestito per la casa a trent’anni si paga negli Stati Uniti il 3,3%, minimo delle serie storiche.

Brilla l’oro: salito ieri del 2,2%, stanotte la corsa è proseguita e stamattina siamo a 1.677 dollari l’oncia. Dalla chiusura di venerdì scorso, l’oro guadagna il 5,8%

Il petrolio Brent scende per il quarto giorno consecutivo: -1,3%, a 49,3 dollari il barile, nonostante le decisioni dell’Opec, che ha approvato un taglio della produzione di 1,5 milioni di barili (uno sarà a carico dell’organizzazione, la parte restante della Russia, peraltro ancora restia al sacrificio).

Ieri a Piazza Affari Saipem ha perduto il 5,1%.

L’EPIDEMIA ACCELERA, L’ITALIA STANZIA 7,5 MILIARDI

L’epidemia accelera anche in Italia – dove a ieri sera si contavano 3.858 contagiati (700 in più del giorno prima) e 148 morti (ma 414 guariti) – cerca di reagire. Il ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha annunciato che il governo chiederà all’Unione Europea di aumentare il deficit/Pil del 2020 di 0,35 punti, pari a 6,35 miliardi di euro di aumento dell’indebitamento netto. Lo stanziamento di emergenza per l’epidemia è di 7,5 miliardi di euro.

PIAZZA AFFARI IN DUE SETTIMANE HA PERSO IL 15%

Piazza Affari non sfugge al ribasso: -1,78%, a 21.554 punti base. In due settimane si è passati dai massimi degli ultimi 12 anni, toccati mercoledì 19 febbraio a 25.493 punti, ai minimi di lunedì 2 marzo, a 21.113 punti. Si sono volatilizzati in poche sedute 4.380 punti base (-15%). La performance di Piazza Affari dal primo gennaio è girata in rosso dell’8,5%.

CONTINENTAL -10% SPINGE AL RIBASSO L’AUTOMOTIVE

In profondo rosso anche il resto d’Europa: Francoforte -1,54%. Continental crolla del 10,5% dopo aver registrato una perdita netta di 1,2 miliardi di euro nel 2019 a causa di una flessione della domanda globale per le auto. A Milano Pirelli cede il 2,5%.

Parigi -1,9%: Airbus arretra del 5,44%. Secondo Bloomberg, la società sta prendendo in considerazione di ridurre la produzione di jet A330neo dopo che il suo maggiore cliente ha chiesto di rinviare le consegne a seguito di un calo della domanda per viaggi.

A Londra (-1,59%) crollano i titoli della compagnia aerea britannica Flybe. Su Rio Tinto e Bhp Billiton pesa anche lo stacco della cedola.

La Borsa peggiore è Madrid (-2,58%). Zurigo -1,24%.

SPREAD A 174 PUNTI, TASSI BTP DI NUOVO SOPRA L’1%

Giornata di vendite anche sul secondario: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 174 punti base (+5,26%) dopo una fiammata a 178.

Il rendimento del Btp segna +1,07% contro il +0,97% della mattinata.

BANCHE, IL RISIKO PERDE APPEAL

Sparuta la pattuglia delle blue chip che chiude con il segno più: FinecoBank +0,3%, Leonardo +0,7%, Exor+0,5%.

In forte calo il settore bancario, penalizzato in primo luogo da un eventuale taglio dei tassi da parte della Bce (10 punti secondo le previsioni), che potrebbe impattare negativamente sulla redditività, e in secondo luogo dal rischio di un aumento dei crediti in sofferenza.

Le vendite si sono accanite su Mps (-7,44%) e sugli altri istituti, fino a pochi giorni fa comprati nella prospettiva di M&A: Pop Sondrio -6,23%, Banco Bpm -4,23%, Bper -3,64%. Giù anche Ubi (-5,84%) e Intesa San Paolo (-3,81%). In rosso anche Mediobanca (-4,91%). Unicredit -1,55%.

Non va meglio per il risparmio gestito. Banca Mediolanum arretra del 5%: l’istituto entra nel Ftse Mib al posto della Juventus. Azimut (-4,99%) ha chiuso il 2019 con 370 milioni di euro di utile netto (+203%). In perdita Banca Generali (-3,94%). Sprofonda Anima Holding (-7,78%).

PRYSMIAN, L’AUMENTO DELL’UTILE NON BASTA

In forte ribasso Prysmian (-3,19%), che ieri ha diffuso i conti del 2019, chiuso con un utile netto in deciso rialzo, a 296 milioni di euro, contro i 58 milioni dell’anno precedente. In calo i ricavi, che sono scesi dello 0,9%, a 11,519 miliardi di euro, mentre l’Ebitda è salito da 501 a 907 milioni di euro. Il gruppo ha chiuso lo scorso anno con un indebitamento finanziario in calo da 2,222 a 2,14 miliardi di euro. Il Cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,5 euro, con stacco il 18 maggio e pagamento il 20 maggio.

STM FA SHOPPING IN FRANCIA

Contiene il calo Stm (-1,13%), che ha acquisito la maggioranza di Exagan, azienda francese innovatrice nel nitruro di gallio. Liberum ha confermato il titolo tra le sue top pick nel settore tecnologico, con rating buy e prezzo obiettivo a 35 euro.

Pioggia di vendite su Amplifon (-3,83%). Equita Sim e Kepler Cheuvreux hanno confermato il rating hold e abbassato il prezzo obiettivo sul titolo: per la prima scende del 3% a 24 euro, mentre per la seconda va da 25 a 23 euro per azione. Banca Imi, invece, ha ribadito il prezzo obiettivo a 25, mantenendo il rating hold.

Giornata nera per Tim (-4,3%) che ha firmato l’accordo definitivo con Google anticipato qualche mese fa.

FERRAGAMO SCIVOLA AI MINIMI DA OTTO ANNI

In forte flessione anche il lusso: Salvatore Ferragamo perde il 5% e cade sui minimi degli ultimi otto anni. Moncler arretra del 2,14, Brunello Cucinelli -4,5%.

JUVENTUS ESCE DAL PANIERE DEI BIG

L’impatto del coronavirus si fa sentire anche sui titoli del calcio: Juventus (-5,85%) uscirà dal paniere principale il 23 marzo; As Roma -5,68%, SS Lazio -4,8%.

Da segnalare anche le forti perdite di Ovs (-9,56%), Astaldi (-7,01%), Fincantieri (-6,91%) e Saras (-6,25%).

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