La prima seduta della settimana, che è anche l’ultima del primo semestre, mostra mercati finanziari a due facce: le borse europee chiudono una giornata fiacca, mentre Wall Street viaggia su nuovi livelli record. Così oggi Milano è una delle migliori e si apprezza dello 0,13%, dietro a Madrid +0,26%, mentre arretrano Francoforte -0,35%, Londra -0,43%, Parigi -0,33% e Amsterdam -0,75%. Oltreoceano le big tech festeggiano il rinnovato ottimismo nei confronti dell’IA e la decisione di revoca della Digital Tax da parte del Canada. Di conseguenza Nasdaq (+0,25%) e S&P 500 (+0,25%) sono su nuovi massimi e il DJ guadagna lo 0,47%.
Se il bilancio viene fatto però sulla prima metà dell’anno il vantaggio è tutto del Vecchio Continente (Piazza Affari +16%) e il dollaro in particolare ha sofferto a partire dall’avvio a gennaio della presidenza Trump (-10% nei sei mesi contro le principali sei valute), tanto da registrare il peggior inizio d’anno dal 1973.
Pesano in misura diversa sulle scelte e sull’umore degli investitori l’atteggiamento della Casa Bianca sui dazi, la legge di bilancio Usa, le attese per un cambio della guardia ai vertici della Federal Reserve, mentre a Sintra ha preso il via oggi il forum dei banchieri centrali e l’attenzione si sta concentrando sulla strategy review della Bce (che conferma l’obiettivo di inflazione simmetrico al 2%) e sul discorso della numero uno di Eurotower Christine Lagarde.
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Euro, verso nona seduta consecutiva in rialzo
Le politiche imprevedibili della Casa Bianca in questi mesi hanno dispiegato i loro effetti soprattutto sul dollaro, che ha perso una parte dell’enorme patrimonio di fiducia di cui dispone. Questo ha consentito all’eurodi guadagnare circa il 14% contro il biglietto verde quest’anno, ben di più rispetto a quanto si è apprezzato rispetto alla sterlina e allo yen (+3,5%), mentre sul franco svizzero ha preservato la parità. Se anche la seduta odierna si chiuderà positivamente (come sembra al momento) l’euro condurrà in porto la nona seduta consecutiva in rialzo rispetto al dollaro, un evento che si è verificato solo tre volte da quando esiste la moneta unica. In questo momento il cross è 1,1767 (+0,41%).
Sul fronte delle materie prime oggi è ancora lettera per il petrolio, con i future di Brent e Wti in ribasso frazionale per prezzi rispettivamente di 66,47 dollari al barile e 64,91 dollari.
Un trend al ribasso, questo dell’oro nero, che fatica a invertirsi e che, secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, spingerà il leader russo Vladimir Putinalla tregua in Ucraina.
Piazza Affari, Iveco e Leonardo in rally
A dare maggior verve al listino oggi sono state le blue chip legate al settore della difesa, anche se altri titoli industriali chiudono in ribasso.
La maglia rosa del giorno va a Leonardo +2,47%, seguita da Iveco, +2,17%. Tra le due c’è un legame, perché in settimana dovrebbero arrivare le offerte per Iveco Defence e tra i candidati all’acquisto c’è anche la joint venture tra l’azienda italiana e la tedesca Rheinmetall.
Sul terzo gradino del podio si fa spazio invece Campari, +1,78%, tonica con la vendita, per oltre cento milioni di euro, dello storico marchio Cinzano al Gruppo Caffo (noto per la produzione del Vecchio Amaro del Capo).
Nella prima pagina del listino sono in evidenza poi alcuni titoli coinvolti nel Risiko bancario come Mps+1,52% e Bper +1,58%.
La preda di Siena, Mediobanca, si apprezza dello 0,82%, con il mercato che non ha fatto fuochi d’artificio per il rialzo dei target annuali di Piazzetta Cuccia, utilizzati anche come risposta indiretta all’ops del Monte. Mediobanca ha inoltre messo mano anche alla governance e il cda ha nominato Vittorio Pignatti Morano quale nuovo presidente del comitato Parti correlate, sostituendo Sandro Panizza, espressione della minoranza Delfin, con una decisione non unanime.
Bene le utility con Snam +1,5% e Terna +1,42%. Il lusso ritrova sprint con Moncler, +1,15%, in un settore moda ben intonato a livello europeo.
Si tinge di rosso invece il comparto automotive milanese: Stellantis -3,5%, Pirelli -1,55%, Ferrari-0,93%. Deboli Buzzi -0,97% e Prysmian -1,73%.
Fuori dal paniere principale s’inabissa Banca Sistema(-11,3%), a 1,742 euro per azione, sotto il prezzo di Opa di 1,8 euro lanciata da Banca Cf+ sulla totalità delle sue azioni, non finalizzata al delisting e con l’obiettivo di fondere i due istituti. Il titolo aveva chiuso venerdì a 1,96 euro. Secondo Intermonte, “l’offerta era inattesa e le condizioni della stessa vanno verificate. L’offerta è a sconto rispetto al prezzo di borsa, sono da valutare le implicazioni industriali di una fusione con Cf+”.
Sempre in ambito bancario si apprezza Illimity(+3,88%) dopo la conclusione dell’Opas lanciata da Banca Ifis (+1,34%). Le adesioni sono state pari all’84,09% del capitale, sopra la soglia minima pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale dell’emittente.
Spread in calo sotto 90 punti base
La giornata è ancora una volta brillante per la carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 88 punti base, con tassi rispettivamente al 3,49% e 2,61%.
In giornata l’Istat ha reso noto che l’inflazione italiana a giugno è salita dello 0,2% su mese e dell’1,7% su anno, in misura inferiore alle attese (1,8%).