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Borse 19 settembre ultime notizie: la prudenza di Wall Street frena i listini europei. A Piazza Affari bene banche e Tim

Occhi puntati sulla Fed, le Borse si raffreddano a poche ore dalle decisioni sui tassi. Piazza Affari meglio delle altre, sostenuta dalle banche e da Tim

Borse 19 settembre ultime notizie: la prudenza di Wall Street frena i listini europei. A Piazza Affari bene banche e Tim

C’è nervosismo sui mercati a due giorni dalle scelte della Fed sui tassi, mentre l’Ocse aggiorna le sue previsioni economiche e il petrolio continua a correre, muovendosi oltre i 95 dollari. In chiusura i listini europei sono contrastati, dopo aver ballato poco lontano dalla parità fino alla fine. Una spinta positiva è arrivata dalle stime al ribasso sull’inflazione di agosto da parte di Eurostat (al 5,2% dal 5,3%), ma l’instabile umore dei mercati è stato rapidamente depresso dall’avvio negativo di Wall Street, tuttora in calo.

In un contesto così volatile Piazza Affari è in controtendenza e si apprezza dello 0,6% a 28.757 punti base soprattutto grazie agli acquisti sulle banche. La chiusura è positiva anche a Madrid +0,47%, mentre arretrano Francoforte -0,41% e Amsterdam -0,13% e sono quasi piatte Londra +0,09% e Parigi +0,08%.

Calma apparente sul valutario

Sul mercato dei cambi si respira un’aria di calma apparente e l’euro-dollaro è in equilibrio intorno 1,069. L’indice del biglietto verde è invece in lieve ribasso in un paniere delle principali valute, con il mercato convinto che la Fed non toccherà i tassi questa volta, ma è assai incerto su quanto dirà per il futuro. Durante la riunione verrà presentata la sintesi delle proiezioni economiche (“Summary of Economic Projections”), compreso il “dot plot”, che rivelerà infatti le aspettative sui tassi dei componenti del direttivo.

La sterlina sale leggermente in vista delle decisioni della Bank Of England che si riunisce giovedì e che dovrebbe alzare i tassi ancora una volta di 25 punti base, probabilmente per l’ultima volta. Lo yen è poco mosso, piuttosto depresso contro dollaro con la BoJ, che si riunirà nei prossimi giorni, che ha mantenuto fin qui una politica ultra accomodante.

Viaggia forte il petrolio, s’impenna il gas

Il petrolio si muove in progresso per la quarta seduta consecutiva e secondo gli analisti si rischiano ulteriori aumenti che potrebbero riportare i prezzi sopra i 100 dollari. Questo rappresenta una minaccia per l’inflazione, dato che la componente energetica è quella che ha contribuito di più a frenare la corsa dei prezzi al consumo negli ultimi mesi.

Al momento il future Brent novembre 2023 tratta intorno a 95,5 dollari al barile, mentre il greggio è a 91,85 dollari, entrambi registrano incrementi superiori all’1%.

Dopo essere calato nei giorni scorsi oggi s’impenna anche il gas ad Amsterdam, 37,3 euro al Mwh con un incremento dell’8,2%.

Ocse: rallenta la crescita nella zona euro

Oggi l’Ocse ha diffuso le sue previsioni aggiornate e le notizie per la zona euro non sono delle più brillanti: si stima quest’anno un rallentamento a +0,6% da +0,9% ipotizzando in primavera. Nel 2024 la crescita potrebbe abbassarsi all’1,1% dall’1,5% dell’ultima stima. Il malato del blocco è il suo pesce più grosso, la Germania, che sarà in recessione nel 2023 (-0,2% da una crescita zero stimata precedentemente) e passerà a +0,9% nel 2024, ma dall’1,3% dell’ultima previsione.

La sforbiciata colpisce anche l’Italia: +0,8% quest’anno da +1,2%.

A livello globale le cose migliorano invece rispetto alle previsioni di giugno, perché gli Usa potrebbero crescere quest’anno del 2,2% (1,6% stimato prima), compensando così il rallentamento cinese (al 5,1% dal 5,4%) e quello della zona euro.

Piazza Affari, svettano Mps e Tim

In Piazza Affari sono le banche a tenere a galla il listino. Sul Ftse Mib svetta anche oggi Banca Monte Paschi di Siena, +6,41%, tra speculazioni sul ruolo in un possibile Risiko e le indiscrezioni sulla volontà del governo italiano di mantenere una quota di controllo nella banca.

Nel settore hanno corso Banco Bpm +2,47%, Unicredit +1,89%, Bper +1,75% e Mediobanca +1,36%, dopo che il comitato nomine ha messo a punto la lista di candidati del cda in vista del rinnovo dei vertici, che sarà sottoposta domani all’approvazione del board. La più timida è Intesa, +0,47%.

Chiudono una seduta in denaro Telecom +3,19%, Eni +2,18% e Stellantis +1,5%, quest’ultima ancora alle prese con il braccio di ferro con il sindacato su territorio statunitense.

Bene Generali, +1,35%, su cui Fitch ha alzato la raccomandazione a Ifs ‘A+’ da ‘A’, con outlook stabile.

Nella top ten del giorno: Leonardo +1,59%.

La striscia rossa del listino si apre con Diasorin, -4,99%, seguita da Cnh -4,66%, Tenaris -1,43%.

Spread in calo, tassi stabili

Chiude in verde la carta italiana sul mercato secondario, dove lo spread tra Btp decennale e Bund di uguale durata scende a 178 punti base (-0,99%), con il tasso del titolo tricolore che resta a 4,51%, mentre quello del titolo tedesco sale a 2,37% (da 2,71% di ieri).

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