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Borse 19 giugno pomeriggio: la chiusura di Wall Street indebolisce anche i listini d’Europa ma Milano limita l’effetto dividendi

Tutte in rosso le Borse europee ma Piazza Affari, malgrado lo stacco cedole, è quella che perde meno grazie alla buona performance delle banche

Borse 19 giugno pomeriggio: la chiusura di Wall Street indebolisce anche i listini d’Europa ma Milano limita l’effetto dividendi

I cauti progressi nelle relazioni tra Pechino e Washington (dopo l’incontro del presidente cinese Xi Jinping con il segretario di Stato americano Antony Blinken) non hanno scosso oggi più di tanto i listini europei che, in scia alle perdite asiatiche, chiudono in ribasso la prima seduta della settimana. A rendere stagnante il clima odierno è stata l’assenza di Wall Street, ferma per la festa del Juneteenth Independence Day che commemora la liberazione degli schiavi afroamericani, mentre alcune previsioni aziendali hanno nettamente deluso il mercato. Infine, ha pesato sull’umore degli investitori l’assenza di segnali di nuovi stimoli all’economia cinese, mentre Goldman Sachs ha tagliato le previsioni di crescita del celeste impero. Dopo le riunioni di Fed e Bce di metà mese infine sono attese questo giovedì le scelte della banca centrale inglese e di quella svizzera.

In questo contesto Piazza Affari perde lo 0,39% ed è la migliore, nonostante lo stacco cedole per quattro blue chip che pesa sull’indice per lo 0,23%. A sostenere il listino sono soprattutto le banche, ma brilla anche Telecom (+1,39%) nel giorno in cui il cda ha cominciato a esaminare le nuove offerte di Kkr e della cordata Cpd-Macquarie sulla rete. Il ministro Giorgetti, interpellato sul ruolo del principale azionista del colosso telefonico, ha risposto che “Vivendi è un soggetto di mercato. Vediamo, ci sono delle proposte sul tavolo. Sarà il consiglio di amministrazione a decidere”.

La maglia nera del giorno va a Parigi, -1,01%, con il lusso appesantito dalle prospettive cinesi. Segue Francoforte, -0,96%, reduce dai suoi nuovi massimi aggiornati nei giorni scorsi. A zavorrare il Dax è il produttore di apparecchiature da laboratorio Sartorius (-15,74%), che venerdì scorso ha tagliato le previsioni di ricavi e di margine per il 2023. Sono in perdita frazionale Zurigo -0,72%, Londra -0,7%, Madrid -0,69% e Amsterdam -0,48%.

Sterlina cauta in attesa della BoE

Sul mercato dei cambi si muove intonato il dollaro, mentre è cauta la sterlina che si mantiene intorno ai massimi da 14 mesi contro il biglietto verde nella previsione di un nuovo rialzo dei tassi da parte della BoE. I mercati monetari vedono il 75% di possibilità che la banca inglese opti per un rialzo di 25 punti base e il 25% di un aumento di 50 punti base.

L’euro-dollaro cambia invece intorno a 1,092.

Dal fronte Bce i toni restano piuttosto aggressivi e Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo di Eurotower sostiene che in quanto a politica monetaria è meglio fare troppo piuttosto che fare poco. “I rischi di un disancoraggio delle aspettative di inflazione e di una più debole trasmissione della politica monetaria suggeriscono che c’è un limite al tempo nel quale l’inflazione può ancora rimanere al di sopra del nostro obbiettivo del 2%. Dobbiamo quindi continuare ad aumentare i tassi di interesse fino a quando non avremo prove convincenti che gli sviluppi dell’inflazione di fondo siano coerenti con un ritorno dell’inflazione complessiva al nostro obiettivo a medio termine del 2% in modo sostenuto e tempestivo”.

Petrolio in ribasso con previsioni sulla Cina

Tra le materie prime si muove in calo il petrolio, allarmato probabilmente dalle previsioni di Goldman Sachs sulla Cina. Gli analisti della banca hanno infatti tagliato le stime sul Pil di Pechino per quest’anno dal 6% al 5,4%, e per il 2024 dal 4,6% al 4,5%. È vero però che la produzione delle raffinerie cinesi è aumentata a maggio, raggiungendo il secondo livello più alto mai registrato e ha contribuito a rafforzare i guadagni della scorsa settimana. Inoltre, le aziende energetiche statunitensi hanno ridotto il numero di impianti di perforazione per petrolio e gas naturale per la settima settimana consecutiva, per la prima volta dal luglio 2020.

In ogni caso al momento il Brent perde lo 0,8% e tratta attorno a 76 dollari al barile. 

Piazza Affari vivaci le banche, giù Pirelli

Sul Ftse Mib sono deboli oggi le utility, anche se tre delle quattro blue chip che hanno pagato il dividendo appartengono al comparto: si tratta di Hera -2,01%, Snam -2,03 e Terna -0,71. La quarta è invece Poste +0,08.

Nel resto del listino è stato vivace l’interesse per le banche, nella mai sopita possibilità di nuove aggregazioni nel settore. Così segnano progressi considerevoli Bper +3%, Unicredit +2,27%, Monte Paschi +1,53%, Intesa +0,91%, Banco Bpm +0,7%.

Tra i maggiori ribassi del giorno ci sono Recordati -1,9%, Interpump -1,98%, Diasorin -1,78%.

È debole Pirelli, -1,06%, dopo l’esercizio del golden power da parte del governo che ha stabilito una serie di limitazione alla possibile influenza del principale socio cinese, Sinochem, sulla Bicocca.

Spread e tassi in rialzo

Chiude in rosso il mercato secondario dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata sale a 153 punti base (+2,95%) con tassi in crescita rispettivamente a +4,04% e +2,51%.

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