Condividi

Borse 13 luglio pomeriggio: Piazza Affari cavalca il rally dei listini europei e si avvicina ai 29 mila punti. Brillano le banche

Borse sempre effervescenti sia in Europa che in America in attesa di un allentamento della politica monetaria – A Milano le banche, Pirelli e Stm sugli scudi

Borse 13 luglio pomeriggio: Piazza Affari cavalca il rally dei listini europei e si avvicina ai 29 mila punti. Brillano le banche

I mercati restano caldi, ma in senso molto più positivo rispetto a quanto accade al clima: le azioni globali sono oggi sui massimi dell’anno dopo i prezzi alla produzione Usa e la conferma che l’inflazione negli Stati Uniti sta frenando. Gli investitori scommettono sulla fine imminente del ciclo di rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, pur dando per scontato un altro ritocco di 25 punti base a luglio.

Piazza Affari chiude la seduta odierna con un incremento dello 0,78% e mette nel mirino i 29mila punti base, grazie alle banche e al diffuso ottimismo generale che ha contagiato anche Parigi +0,5%, Francoforte +0,73%, Amsterdam +0,87%, Madrid +0,25%. Londra si apprezza dello 0,33%, soppesando la notizia che l’economia britannica si è contratta meno del previsto a maggio, suggerendo che la prevista recessione non è ancora in corso.

È compassata Zurigo +0,03%, anche se Swatch (+6,94%) festeggia l’intramontabile successo dei suoi orologi e una crescita record di volumi nei primi sei mesi dell’anno. 

Tonica Wall Street

Oltreoceano si muove in progresso Wall Street, con le mega tech in grande spolvero. Amazon sale del 2% circa dopo aver reso noto che l’11 luglio, la prima delle due giornate di sconti per abbonati, è stata la migliore della sua storia, con 375 milioni di articoli venduti in tutto il mondo.

Il comparto è favorito anche dal calo dei rendimenti dei titoli di Stato, che vedono anche oggi prezzi in rialzo nella conferma che l’inflazione sta rispondendo alla pesante cura della Fed e nella speranza che la stretta consentirà un atterraggio morbido all’economia.

I prezzi alla produzione di giugno hanno rallentato allo 0,1% dallo 0,9% di maggio, mostrando il dato più basso da settembre 2020.

Nella settimana terminata l’8 luglio sono anche scese a sorpresa le richieste di sussidi alla disoccupazione. Un quadro che concorre a sostenere l’umore dei mercati e pone in secondo piano i dati provenienti dalla Cina, dove le esportazioni si sono contratte a giugno al ritmo più veloce dall’inizio della pandemia di Covid tre anni fa e le importazioni si sono rivelate in ribasso.

Bce, per Visco non siamo lontani dal picco dei tassi

“Una volta che abbiamo raggiunto il livello corretto dei tassi bisogna mantenerlo per un po’ e non credo che siamo molto lontani”. Parola di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, che vede una pausa “sicuramente prima della fine dell’anno”.

Le previsioni del governatore non contraddicono le minute dell’ultima riunione della Bce, dove si conferma che anche i prossimi passi saranno compiuti sulla base dei dati, pur mettendo in conto due strette sicure a giugno e a luglio. Dopo potrebbe essere necessario intervenire di nuovo, ma sarà la bussola dei dati a dire quanto e quando. Certo è che l’economia del blocco ha ultimamente perso slancio e l’inflazione ha rallentato anche a giugno, benché quella di fondo si sia mantenuta su livelli elevati.

Intanto mostra segni di stanchezza la produzione industriale europea secondo l’Ufficio statistica di Eurostat: a maggio è aumentata dello 0,2% nell’area dell’euro e dello 0,1% nell’Ue, rispetto ad aprile, quando era salita dell’1% nell’area dell’euro e dello 0,6% nell’Ue. Rispetto allo scorso anno, la produzione industriale è diminuita del 2,2% nell’area dell’euro e dell’1,8% nell’Ue.

L’euro si rafforza contro dollaro

In attesa di una Fed più colomba il dollaro cede terreno verso asset più rischiosi, mentre l’euro si apprezza contro il biglietto verde con il cambio che si avvicina a 1,12.

Le materie prime si barcamenano tra l’entusiasmo suscitato dall’andamento dell’inflazione a stelle e strisce e le preoccupazioni per l’economia cinese. Il petrolio si apprezza, mentre l’Opec appare ottimista per quanto riguarda la domanda mondiale e corregge al rialzo le previsioni di crescita 2023, stimando un leggero rallentamento nel 2024. Al momento i future di Brent e Wti sono in progresso intorno all’1,3%, rispettivamente a 81,2 dollari al barile e 76,7 dollari al barile.  

Tratta in zona 1960 dollari l’oncia l’oro spot, mentre si placano le perdite del gas ad Amsterdam, che galleggia a 26,6 euro per Mwh.

Piazza Affari, banche in rally

La piccola Piazza Affari è anche oggi una delle migliori in Europa, con le banche a fare da traino, in un rally che dura da inizio anno. In questo periodo l’indice italiano del settore è cresciuto del 30% circa contro il 13% dello Stoxx europeo.

A guidare le migliori blue chip del giorno è Montepaschi +3,87%, che questa settimana ha accumulato un rialzo vicino al 10%.

Nella seduta odierna sono in luce anche Bper +2,19% e le big Intesa +1,5% e Unicredit +1,25%.

Gli acquisti hanno favorito inoltre Pirelli +1,79%, Amplifon +1,68%, Iveco +1,71%, Stm +1,39%, Hera +1,2% e inoltre un titolo di peso come Enel +1,61%, favorita anche dagli accordi di cessione in Australia e Cile che mostrano il procedere del piano di dismissioni.

I ribassi sono quasi tutti sotto l’1%. A parte Cnh -1,04%, registrano perdite frazionali Prysmian -0,53%, Diasorin -0,63%, Interpump -0,39%, A2a -0,09%, Ferrari -0,28%, Saipem -0,24%, Erg -0,29%.

Bene i titoli di Stato

Queste ultime giornate sono favorevoli anche ai titoli di Stato. Anche oggi sul secondario lo spread tra Btp 10 anni e Bund 10 anni è sceso, fermandosi a 168 punti base (-2,53%), con tassi in contrazione rispettivamente a +4,14% e +2,46%.

Sul primario intanto il Tesoro ha collocato in asta 10 miliardi di Btp con scadenze a 3-7-15 e 30 anni, con una domanda complessiva molto positiva per tutte le differenti tipologie di bond. Il rendimento del titolo triennale è salito di 25 punti base quello per il titolo a 7 anni di 14 punti base. Nel dettaglio sono stati assegnati 4,5 miliardi di titoli a 3 anni, 3 miliardi a 7 anni e 1,250 miliardi ciascuno per le scadenze a 15 e 30 anni.

Commenta