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Borsa, riparte il risiko delle Torri. Banche giù

In un mercato attendista che pare già proiettato verso la riunione Bce di giovedì, svettano a Milano Ei Towers, Raiway e Inwitt. Sulle banche pesa il giudizio di Goldman Sachs. Sale Banca Generali, bene Fiat. Piatta Snam in attesa della conference call con gli analisti.

Borsa, riparte il risiko delle Torri. Banche giù

Poco mosse le Borse europee già concentrate sulla riunione di giovedì della Bce. In ribasso Parigi (-0,24%), sempre condizionata dalla contesa elettorale. Segue Piazza Affari: -0,25 attorno a quota 19.400, così come Madrid. Sale dello 0,14% Francoforte, nonostante la frenata degli ordini all’industria in Germania, che a gennaio sono caduti del 7,4% sul mese precedente, contro previsioni di un -2,5%. Sale anche Londra (+0,14%).

L’idea di un’Europa a due velocità non entusiasma gli investitori. Nell’incontro di ieri a Versailles i quattro grandi, Italia, Germania, Francia e Spagna, hanno concordato che per andare avanti bisogna introdurre la possibilità di forme di condivisione meno vincolanti: l’Unione Europea a due velocità, la via preferita dalla Germania, si sta concretizzando.

L’economia italiana crescerà sia quest’anno sia il prossimo al ritmo dell’1%, soltanto un decimo oltre lo 0,9% con cui si è chiuso il 2016. La previsione è contenuta nell’Interim Outlook dell’Ocse riferito alle principali economie mondiali. Nel corso del 2017 una performance più debole di quella italiana ci sarà solo in Brasile (crescita zero) mentre sul 2018 la stima per Roma è la peggiore insieme a quella per Londra, chiamata a saldare il conto della Brexit. L’aspettativa Ocse a livello aggregato di zona euro per il biennio è pari all’1,6%.

Situazione stabile sul mercato dei titoli di Stato: il Btp a 10 anni è scambiato a un rendimento del 2,16%, Bund tedesco scende a 0,33% con un differenziale con il decennale francese a 64 punti base, +3 punti base.

Stamani il Tesoro ha avviato il collocamento tramite sindacato del nuovo Btpei 15 maggio 2028, con una prima indicazione di rendimento in area 13 punti base su quello dell’indicizzato settembre 2026. L’emissione verrà prezzata in giornata.

Il cambio euro/dollaro è invariato a 1,059. Invariato anche l’oro a 1.225 dollari l’oncia. Peter Navarro, consigliere dell’amministrazione Trump per il commercio, è tornato ieri sul tema dei rapporti Usa/Germania. Dopo aver lamentato la debolezza dell’euro che dà a Berlino un vantaggio in termini commerciali, Navarro ha definito il deficit di 65 miliardi con la Germania uno dei problemi più gravi per Washington.

Petrolio invariato: il Brent è scambiato a 56 dollari al barile. Tra i petroliferi, Eni invariata, Saipem -0,5%. Sotto i riflettori le torri di trasmissione. Ei Towers guadagna il 5%: Rai Way (+3%) sta studiando, secondo indiscrezioni smentite dalla società, un’offerta sulla concorrente. Inwit +3%.

Deboli le banche europee sotto la pressione di Deutsche Bank (-2%). Meglio gli istituti italiani: Unicredit -0,5%. Goldman Sachs alza il target price a 19 euro da 16,8 euro, confermato il giudizio Buy. 

Intesa -0,2%. La banca ha ceduto il suo 50% di Allfunds Bank ai fondi Hellman&Friedman e al fondo sovrano di Singapore GIC, l’operazione genera 800 milioni di plusvalenza netta.

Banca Bper -4,3%: Goldman Sachs ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Buy, target price a 5 euro da 6,7 euro. Ubi -3%, Banco Bpm -0,6%.

Nel risparmio gestito, Banca Generali +0,8%: a febbraio la raccolta netta si è attestata a 668 milioni di euro, in salita del 45% rispetto al mese precedente. 

Nell’industria avanzano Stm (+0,9%) e Fiat Chrysler (+0,5%). Nel 2018/19 la Panda emigrerà da Pomigliano verso la Polonia per far spazi “ad automobili più complesse”, ha spiegato Sergio Marchionne. 

Ferrari +1%: Berenberg alza il target a 75 euro. Leonardo -2%: la società ha comprato per 150 milioni di dollari il 100% di Daylight Solutions. 

Snam -0,3%. La società dei gasdotti ha chiuso il 2016 con un utile netto adjusted, senza Italgas, di 845 milioni, vede nel piano al 2021 un incremento medio annuo dell’utile netto del 4%. 

Nel lusso, Moncler oscilla a ridosso dei massimi storici. Ferragamo -0,6%, Tod’s +0,7%.

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