Condividi

Borsa: rimbalzo fallito, l’Europa scoraggiata chiude in rosso

L’avanzata della variante Delta e le incognite sull’inflazione deprimono i listini nonostante l’avvio positivo. Anche Wall Street arretra. A Milano giù banche e oil – Spread sotto controllo

Borsa: rimbalzo fallito, l’Europa scoraggiata chiude in rosso

Si aggrava leggermente il bilancio settimanale dei listini europei, al termine di una seduta altalenante, influenzata nel tardo pomeriggio dall’andamento in frazionale ribasso di Wall Street. Anche la piazza di New York era partita intonata, ma ha poi cambiato segno dopo i primi scambi, con dati macro in contrasto: le vendite al dettaglio compiono un balzo, ma a luglio cala la fiducia dei consumatori in misura superiore alle attese. 

Il clima resta così complessivamente incerto, con gli investitori preoccupati dalla ripresa dei contagi (Barcellona ha reintrodotto il coprifuoco) e dall’andamento dei prezzi negli Stati Uniti e incoraggiati dalla conferma delle politiche ultra accomodanti da parte delle banche centrali e dall’ampia liquidità in circolazione. 

Piazza Affari arretra dello 0,33%, a 24.792 punti base, penalizzata ancora una volta dalle vendite su titoli bancari e petroliferi.

La situazione non è molto diversa nel resto d’Europa, con i listini zavorrati da materie prime e banche, mentre i titoli dei viaggi si sono mossi in controtendenza spinti dalla possibilità che Joe Biden revochi le restrizioni sui voli aerei dal Vecchio Continente agli Stati Uniti.

Alle battute finali Francoforte perde lo 0,56%; Parigi -0,51%; Amsterdam -0,39%; Madrid -0,27%; Londra -0,06%.

L’euro-dollaro è stabile in area 1,18, mentre il petrolio appare volatile e dopo un pomeriggio in rosso ora si muove in rialzo. Da un lato un accordo in seno all’Opec+ rimetterà sul mercato più barili e farà calare i prezzi, dall’altro il cartello ha detto giovedì che la domanda globale di greggio aumenterà il prossimo anno fino a tornare intorno ai livelli pre pandemici, circa 100 milioni di barili al giorno, grazie alla crescita di richieste da paesi importatori come Stati Uniti, Cina e India. 

Attualmente il future Brent sale dello 0,4% e scambia intorno a 73,8 dollari al barile. Si muove in rosso invece e l’oro con consegna immediata, -1%, circa 1811 dollari l’oncia.

Sono tornati invece oggi gli acquisti sulla carta italiana, tanto che il tasso del decennale tricolore segna +0,7% (da 0,73% di ieri) e lo spread con il Bund di pari durata torna a 109 punti base (-1,11%).

Oltreoceano al contrario scendono i prezzi dei T-Bond e risalgono i rendimenti, con il Treasury decennale che tratta a 1,32 (+1,8%).

A influenzare i corsi sono le notizie macroeconomiche di giornata. In particolare le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, a giugno, sono aumentate in modo inatteso dello 0,6% a 621,3 miliardi di dollari, dopo il -1,7% di maggio, dato rivisto dall’iniziale -1,3%. Le vendite sono aumentate del 18% rispetto a giugno dello scorso anno e sono ora ben al di sopra del livello pre-pandemia. Anche escludendo le vendite di veicoli, il dato di giugno è salito dell’1,3% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,4%, dopo il -0,9% di maggio (rivisto dall’iniziale -0,7%). Il problema di un’inflazione più aggressiva del sopportabile, anche alla luce dei dati dei giorni precedenti, rimane dunque sullo sfondo nonostante le rassicurazioni espresse più volte anche questa settimana da Jerome Powell. Sul tema è intervenuta anche la segretaria al Tesoro Janet Yellen in un’intervista alla Cnbc: “Avremo molti altri mesi di rapida inflazione. Quindi non sto dicendo che questo sia un fenomeno di un mese, ma credo che nel medio periodo vedremo l’inflazione tornare a livelli normali. Ma, ovviamente, dobbiamo tenerla d’occhio”. Yellen è preoccupata dei problemi che l’inflazione potrebbe creare alle famiglie a basso reddito che stanno cercando di acquistare casa, in un momento in cui il settore immobiliare sta vivendo forti rialzi.

Nella zona euro invece l’inflazione ha rallentato a giugno, in linea con le stime, dopo un’accelerazione costante dei primi mesi del 2021 (+1,9% da +2% di maggio). Lo segnala Eurostat, sottolineando inoltre che il surplus commerciale è crollato a maggio a causa di un calo delle esportazioni.

Per quanto riguarda l’Italia via Nazionale rivede al rialzo, dopo un mese, la stima di crescita economica per quest’anno. Nel Bollettino economico di luglio Bankitalia indica una crescita in media d’anno del 5,1% nel 2021, che proseguirà nel 2022 con un +4,4% e nel 2023 con un +2,3%. 

“Le proiezioni – si legge nel Bollettino della banca centrale – dipendono dalle ipotesi che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale e globale, che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio – utilizzando sia risorse nazionali sia i fondi europei – e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie, come prefigurato dal Consiglio direttivo della Bce”. In questo quadro il pil tornerebbe sui livelli precedenti la crisi pandemica nella seconda metà del prossimo anno.

Le buone previsioni non sono però sufficienti al rimbalzo di Piazza Affari, alle prese oggi anche con una serie di scadenze tecniche, in particolare sono arrivati a termine i contratti di opzione sulle azioni e sugli indici datati luglio 2021.

Sul Ftse Mib si registrano ampi i ribassi nel settore bancario: Bper -3,22%; Banco Bpm -2,17%; Unicredit -1,35%; Intesa -1,06%.

Tra i petroliferi i titoli peggiori sono Tenaris -2,83% e Saipem -1,59%.

Frana anche la sponda del lusso, con Moncler -1,77%, dopo i recenti guadagni. Il titolo è in linea con il settore a livello europeo, debole dopo i conti preliminari di Richemont e Burberry, positivi ma non sufficienti per dare sostegno al comparto.

La seduta è sfavorevole a Stellantis, -2,01%. L’Acea (l’associazione europea che raggruppa i produttori di automobili) ha comunicato che nel mese di giugno 2021 sono state immatricolate 1.048.143 vetture nell’Unione Europea, in aumento del 10,4% rispetto alle 949.776 dello stesso periodo del 2020. Anche Stellantis ha partecipato al banchetto di giugno (+10,3% con 230.478 vetture vendute); di conseguenza, la sua quota di mercato in Europa si è attestata al 22%.

In casa Agnelli romba però il motore Ferrari, che oggi è leader del listino con un rialzo dell’1,24%. Si apprezzano inoltre i titoli difensivi, in particolare le utility: Hera +1,05%; Terna +1,04%; Enel +0,98%.

Fuori dal segmento principale, Cerved Group +1,41% supera i 10 euro dopo che il cda ha giudicato “non congruo” il prezzo dell’Opa di Ion pari a 9,50 euro per azione.

Tra i debutti si segnala quello di Stevanato alla Borsa di New York. La società padovana produce le fiale di vetro per vaccini contro il Covid e altri medicinali e ha raccolto ieri  672 milioni di dollari nell’operazione di quotazione a Wall Street. Stevanato ha collocato 32 milioni di azioni a 21 dollari ciascuna, rispetto al progetto originario che prevedeva l’offerta di 40 milioni di azioni in una fascia di prezzo indicata tra 21 e 24 dollari. Al prezzo fissato l’Ipo valuta Stevanato 6,3 miliardi di dollari.

È la prima volta che una società italiana quota le proprie azioni al Nyse senza utilizzare una società costituita all’estero e le American Depositary Receipt (Adr), certificati emessi da istituzioni finanziarie Usa rappresentativi delle azioni.

Morgan Stanley, BofA Securities e Jefferies sono stati i lead underwriters dell’offerta mentre Houlihan Lokey e Chiomenti hanno agito, rispettivamente, come adviser finanziario e legale.

Commenta