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Pil 2021: Bankitalia alza le stime al +5,1%

Via Nazionale prevede una forte spinta dagli investimenti, ma avverte anche che la pandemia è ancora fonte di grande incertezza – La crescita tornerà sui livelli prepandemia solo nella seconda metà del 2022

Pil 2021: Bankitalia alza le stime al +5,1%

La Banca d’Italia migliora le stime sul Pil 2021. Nel bollettino economico pubblicato venerdì, Via Nazionale prevede per quest’anno una crescita del 5,1%. Solo il mese scorso, nelle proiezioni economiche condotte per l’ultimo esercizio coordinato dell’Eurosistema, l’istituto centrale aveva scritto che la ripresa si sarebbe fermata appena sotto la soglia del 5%, al 4,9%. Il nuovo dato è migliore anche di quello prospettato dal governatore Ignazio Visco, che durante l’ultima assemblea Abi aveva parlato per quest’anno di un +5%.

In ogni caso, Bankitalia precisa che il Pil dell’Italia tornerà sui livelli pre-pandemia soltanto nella seconda metà dell’anno prossimo. Per l’intero 2022, le nuove stime parlano di un’espansione pari al 4,4%, appena sotto la stima diffusa a giugno (4,5%). Per il 2023, invece, è confermata la previsione di un rallentamento al 2,3%.

Le nuove previsioni si fondano su uno scenario probabilistico costruito su una serie di ipotesi: “Che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale e globale – spiega Bankitalia – che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio, utilizzando sia risorse nazionali sia i fondi europei, e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie, come prefigurato dal Consiglio direttivo della Bce”.

Le misure di sostegno e rilancio, dalla cui “efficacia e tempestività” dipende “fortemente” lo scenario disegnato dal bollettino, dovrebbero contribuire per quattro punti percentuali alla crescita del Pil nel triennio 2021-2023: di questi, due sono da attribuire al Pnrr.

Bankitalia sottolinea inoltre che “i principali elementi di incertezza rispetto alle proiezioni di crescita sono legati all’evoluzione della pandemia (che può influire su consumi e investimenti), alla modalità di attuazione dei progetti connessi con il Pnrr e alla loro capacità di incidere anche sulla crescita potenziale, nonché alla risposta dei consumatori alle riaperture dell’economia”.

A trainare la ripresa, “in controtendenza con quanto avvenuto successivamente alle due precedenti recessioni”, il forte contributo degli investimenti, che dovrebbero ricominciare a crescere “in maniera sostenuta grazie alle prospettive della domanda, alle condizioni favorevoli di finanziamento e al sostegno del Pnrr”, continua Via Nazionale.

In questo scenario, alla fine del triennio “il rapporto tra investimenti e PIL si riporterebbe sui livelli prevalenti prima della crisi globale del 2008-09; il peso sul prodotto della componente pubblica tornerebbe, dopo un decennio, in linea con la media europea. Il recupero dei consumi sarebbe più graduale; l’inflazione nel prossimo biennio rimarrebbe contenuta, attorno all’1,3 per cento”.

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