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BORSA OGGI CHIUSURA 28 NOVEMBRE 2022: Lagarde”L’inflazione non è ancora al picco” e i listini vanno giù

La Presidente della Bce gela i mercati sostenendo che l’inflazione non è ancora a un punto di svolta e che quindi il rialzo dei tassi continuerà – Borse tutte in rosso, Piazza Affari compresa

BORSA OGGI CHIUSURA 28 NOVEMBRE 2022: Lagarde”L’inflazione non è ancora al picco” e i listini vanno giù

I nuovi lockdown e le proteste di piazza in Cina innervosiscono i mercati finanziari e pesano sul petrolio, mentre gli investitori restano sintonizzati sulle banche centrali in attesa delle loro future mosse. In particolare, la presidente della Bce Christine Lagarde, al Parlamento europeo, dice di non vedere segnali di picco dell’inflazione nel blocco. Anzi, la corsa dei prezzi rischia di rivelarsi ancora più alta di quanto previsto fin qui. “Dobbiamo chiaramente continuare ad aumentare i tassi di interesse – sostiene Lagarde – e il mio sospetto, anche se non voglio avventurarmi troppo nel futuro, è che abbiamo ancora molta strada da fare”.

Secondo S&P la banca centrale europea alzerà i tassi di 75 punti base al prossimo incontro.

Listini europei in calo

In attesa di importanti dati macro che usciranno a breve (mercoledì l’inflazione della zona euro e venerdì il mercato del lavoro Usa) l’avvio di settimana risulta così caratterizzato da una svogliata debolezza.

Piazza Affari perde l’1,12% (24.440 punti base), zavorrata dai titoli petroliferi. La situazione è simile a Francoforte -1,06% e Madrid -1,13&. Le perdite sono frazionali a Parigi -0,7%, Amsterdam -0,33%, Londra -0,16%.

La ripartenza è in rosso anche a Wall Street, dopo il lungo weekend del Ringraziamento e nel giorno del Cyber Monday che, secondo uno studio, potrebbe portare 11,6 miliardi di shopping online. Le svendite cibernetiche favoriscono Amazon (+1,3%), mentre Apple arretra (-1,9%), allarmata dalle proteste nella fabbrica della Foxconn di Zhengzhou, nella Cina interna, dove si producono gli iPhone. Secondo una fonte citata da Bloomberg, le proteste potrebbero causare, quest’anno, una riduzione della produzione di 6 milioni di iPhone Pro. Infine, il settore energetico è il peggiore dello S&P 500.

Euro a 1,04 con Lagarde; petrolio in ribasso con la Cina

L’euro si mantiene in area 1,04 contro il dollaro alla luce di quanto detto dalla presidente della Bce Lagarde, che l’inflazione del blocco non ha ancora toccato il picco. Un’affermazione che, secondo alcuni osservatori, lancia le basi per ulteriori rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale fino al punto di portare quelli di riferimento in territorio restrittivo.

Per quanto riguarda le materie prime il petrolio si rianima dopo l’apertura di Wall Street e dopo aver toccato i minimi da un anno, a causa dei timori di una frenata dell’economia cinese, principale importatore di greggio al mondo. Al momento il Wti sale dello 0,64%, 76,75 dollari al barile; Brent +0,35%, 84 dollari al barile

Spread in rialzo

Mentre i prezzi dei T-Bond salgono e i loro tassi scendono, la generale avversione al rischio e le parole di Lagarde pesano sui governativi dell’area euro, che vedono rendimenti in rialzo.

Paga pegno la carta italiana, con lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata a 192 punti base (+2,1%) e tassi indicati rispettivamente a +3,9% e +1,98%.

In Piazza Affari bene Leonardo e Iveco, giù l’energia

In Piazza Affari sono pochi i titoli in rialzo. Tra le blue chip le performance migliori sono quelle di Leonardo +0,84% e Iveco +1,47%, per il resto i rialzi sono di scarso rilievo.

I ribassi invece sono corposi e riguardano soprattutto i titoli oil.

In fondo al Ftse Mib sono Saipem -3,32%, Tenaris -2,72%, Eni -1,96%.

Arretrano le utility con Enel -1,65% e A2a -2,45%.

Contribuiscono alla debolezza dei titoli energetici le nuove misure previste dal governo in materia di tasse sugli extra-profitti. In particolare, secondo quanto ha letto Reuters in una bozza, il governo prevede di applicare un contributo di solidarietà straordinario, con un’aliquota al 50%, sotto forma di prelievo temporaneo per l’anno 2023 sui redditi delle società energetiche che hanno beneficiato dell’impennata dei prezzi del petrolio e del gas.

“Seppure si tratti di un one-off – commenta Equita – si tratta di una notizia negativa per le utilities che dovrebbero registrare importanti miglioramenti dei risultati 2023 grazie ad una normalizzazione dello scenario idroelettrico e minor perdita da un-balance nella vendita di energia elettrica (perdite da contratti a prezzo fisso nel 2022)”. Per il broker le società che potrebbero essere più impattate sono A2A, Enel, Iren (-2,61%) e Erg (+0,54%), quest’ultima destinata a sostituire Atlantia sul listino principale.

I grattacapi di Apple impensieriscono Stm, -2,16% Tra le banche male Intesa -1,97%. Bper cede lo 0,91% dopo la notizia dell’accordo per una partnership con il gruppo Gardant e Amco per la gestione dei crediti deteriorati, che include la cessione fino a 2,5 miliardi di Npe.

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