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BORSA OGGI 18 OTTOBRE – Gas, sterlina e conti delle banche Usa: un tris che rilancia il Toro. Risale lo spread Btp Bund

Le trimestrali Usa migliori delle attese, l’accordo Ue sul gas e la marcia indietro di Londra potrebbero aver innescato un rally destinato a continuare anche oggi. In Cina XI cancella il dato sul Pil.

BORSA OGGI 18 OTTOBRE – Gas, sterlina e conti delle banche Usa: un tris che rilancia il Toro. Risale lo spread Btp Bund

Banche Usa meglio del previsto, l’accordo europeo sul gas finalmente in dirittura d’arrivo. E il ribaltone a Londra: il neo cancelliere Jeremy Hunt ha spazzato via le riforme che avevano portato sterlina e gilt sull’orlo del baratro. Una volta tanto si moltiplicano sui mercati le notizie positive. Per carità, facciamo gli scongiuri: la Fed resta in agguato e i rendimenti delle obbligazioni sono in fermento. Ma il rimbalzo di ieri potrebbe trovare una conferma: i future di Wall Street indicano che il rialzo dovrebbe proseguire. Lo strategist di Morgan Stanley, Mike Wilson, in genere tra i più pessimisti, ha scritto ieri che lo S&P 500, salito ieri del 2,7% a 3.677 punti, potrebbe arrivare a 4,150 punti (un potenziale +13%).

Corre anche l’Europa

Clima Toro anche per i listini del Vecchio Continente. Le borse europee dovrebbero aprire in rialzo, il future dell’indice Eurostoxx50 guadagna l’1,3%.

Seduta effervescente ieri per Milano +1,86% nonostante il flop di Monte Paschi, in pratica azzerato all’avvio dell’aumento di capitale. Bene anche le altre piazze: Madrid +2,34%; Parigi +1,83%; Francoforte +1,73%; Amsterdam +1,64%; Zurigo +1,67%; Londra +0,89%. 

Sale anche il Credit Suisse + 2,51%%: indiscrezioni danno per probabile l’ingresso dell’Arabia Saudita nel capitale.

Euro e sterlina in recupero sul dollaro, Btp al 4,64%

Qualcuno ha spiegato il rialzo di ieri non solo con le giravolte del governo britannico, ma anche con la flessione del dollaro, importante perché poco meno di un terzo delle vendite delle società dello S&P500 vengono dall’estero, quindi, sono penalizzate dal dollaro forte. Ieri l’euro ha guadagnato l’1,1%, stamattina sale dello 0,2% a 0,986. Prosegue anche il recupero della sterlina, cross in calo dello 0,2% a 0,878.

Rallenta ma non troppo la pressione sul mercato obbligazionario. Ieri il future del Bund ha chiuso in rialzo dello 0,4%, il future del Btp dello 0,9%. Il decennale dell’Italia riparte da 4,64%. Lo spread  sale a 238 punti base.

Banche superato a Wall Street, corre il Nasdaq

Wall Street ha vissuto ieri la miglior seduta dallo scorso luglio: Dow Jones +1,86%, S&P +2,65%. Nasdaq addirittura + 3,43%.

A dare la spinta al listino sono state soprattutto le trimestrali bancarie: Bofa +6.06%, Mellon +5,7%. L’aumento dei tassi ha provocato un forte aumento degli utili, gli accantonamenti sono stati limitati. 

Oggi darà i numeri Goldman Sachs +2,5%. È previsto anche l’annuncio di una profonda riorganizzazione con la fusione delle sue storiche attività di investment banking e trading in un’unica unità.  Il piano prevede anche l’assorbimento dell’attività di consumer banking da parte della controllata wealth: lo sbarco sul mercato di massa è fallito.

In grande evidenza alla vigilia dei conti Netflix e Tesla, forti rialzi anche per Amazon e Apple. 

Frena l’indice della manifattura dello Stato di New York: -9,1, molto di più rispetto al dato precedente, pari a -1,5. Questo dato, insieme ad altri emersi la scorsa settimana, potrebbe segnalare che il rallentamento dell’economia statunitense è già avviato.

Xi abolisce il Pil per non turbare il Congresso

C’è chi dà i numeri. E chi li sopprime sulla base del principio no news, good news. A sorpresa la Cina ha rinviato a data da definire la pubblicazione del dato sul pil del terzo trimestre già prevista per stamane. È evidente la volontà di non turbare il clima del Congresso del Partito comunista con la conferma del rallentamento dell’economia. 

 Il mercato si aspettava dal discorso di Xi Jinping in apertura del Congresso almeno qualche indicazione sul tema della casa. Invece i passaggi all’argomento sono stati pochi e vaghi. L’indice Bloomberg Asia Ex Japan USD Credit China High Yield tocca stamattina i minimi della storia a 55,7 centesimi di dollaro. L’indice dei junk bond cinesi è composto oggi perlopiù di società immobiliari, le vittime della stretta del governo sull’eccessivo indebitamento avviata nel 2020.

Stamattina in Asia Pacifico le borse salgono. Nikkei di Tokyo +1,3%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,2%. Kospi di Seul +1%, S&P ASX200 di Sidney +1,8%. BSE Sensex di Mumbai +1%.

Anche in Nuova Zelanda l’inflazione resta un problema, i dati pubblicati stanotte sono peggio del previsto. Nel terzo trimestre l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento del 7,2% anno su anno, più o meno la stessa variazione del secondo trimestre: il consensus si aspettava +6,5%. 

Gas a 127 euro, oggi le proposte della commissione Ue

Petrolio WTI in rialzo dello 0,8% a 86,2 dollari il barile. Reuters ha scritto ieri sera che la Casa Bianca ha avvisato gli operatori del settore oil dell’intenzione di rilasciare circa quaranta milioni di barili dalle riserve strategiche.

Il gas scambiato al nodo di Amsterdam ha chiuso a 127 euro al Megawattora. La Commissione Ue presenterà oggi misure per affrontare i rincari di gas ed elettricità. Bruxelles vuole introdurre nei casi di emergenza ,e in via temporanea, un tetto al prezzo del gas scambiato ad Amsterdam. La misura non è ritenuta sufficientemente incisiva da molti Paesi, che insistono per interventi d’autorità in tempo di guerra.

Piazza Affari: Stellantis all’attacco, Goldman rivede Unicredit

Carlos Tavares all’attacco contro le scelte di Bruxelles di imporre l’auto elettrica entro il 2035. Il patron di Stellantis non ha esitato a contestare le indicazioni non arrivo dallo stesso Emanuel Macron. La proposta Ue di vietare le auto a combustibile fossile nel 2035 dovrebbe essere emendata per dare all’ibrido un maggior ruolo nella transizione verso i veicoli a emissioni zero.

Unicredit: nella nota pubblicata stamattina, Goldman Sachs alza le previsioni sui ricavi del terzo trimestre del 3%. Gli analisti riducono il target price a 16,25 euro, dal precedente 17 euro, a seguito degli effetti dell’aumento della spesa per il buy back.

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