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Borsa: Milano ai massimi da gennaio, Tim ancora su

I listini europei rialzano con cautela la testa e a Stoccolma Ericsson segna un balzo del 15% dopo i dati trimestrali – Brent in discesa nel giorno della riunione Opec – A Piazza Affari, in movimento Enel e Snam. Bene anche Luxottica. In rimonta le banche. Soffre Stm, investita dal calo del settore dei semiconduttori

Borsa: Milano ai massimi da gennaio, Tim ancora su

Rialzano cautamente la testa le Borse europee, dopo aver assorbito i segnali negativi in arrivo da Wall Street e dall’Asia. A Milano +0,5%, l’indice accelera supera i 23.900 punti, ai massimi da gennaio. Vivaci anche Parigi +0,6% e Londra +0,45%, Madrid +0,3%. Quasi piatta Francoforte +0,08%.

Da rilevare il balzo in avanti a Stoccolma di Ericsson +15% nella sua seduta migliore dal 2008 dopo risultati trimestrali migliori delle attese. Bene anche la rivale Nokia con un +2,7%. Il secondario italiano riparte con il differenziale di rendimento con la Germania a 119 punti base e con il rendimento del decennale italiano all’1,776%. Si rileva l’appiattimento del tratto di curva 10/30 anni, che venerdì scorso si attestava a 200 punti base contro i 107 di stamane.

A mercati chiusi verrà comunicato l’importo dell’asta di Bot semestrali del 26, a fronte della quale giungono a scadenza Buoni per 6 miliardi. Stasera uscirà l’aggiornamento del rating del Portogallo da parte di Moody’s e di Dbrs: è possibile la promozione di Lisbona ad investment grade.

Il Brent arretra dai massimi triennali segnati ieri oltre la soglia dei 74 dollari e passa di mano a 73,65 dollari il barile. Oggi è in programma il vertice Opec a Gedda, a cui parteciperà anche la Russia. L’obiettivo è di estendere gli attuali tagli alla produzione, in attesa del meeting del 22 giugno. Eni +0,6%, Saipem +0,3%.

A Piazza Affari soffre Stm -1,63%, investita dal calo del settore dei semiconduttori dopo il profit warning della Taiwan Semiconductor, il principale fornitore di Apple. Equita lima il target a 21,2 euro.

Sul listino milanese è scattata in avanti Tim +1,4%, dopo il botta e risposta di ieri tra Vivendi e il fondo Elliott, in vista dell’assemblea del 24 aprile. Il passo indietro di Vincent Bolloré, che ha lasciato la presidenza di Vivendi al figlio Yannick potrebbe frenare l’attivismo francese sul gruppo italiano.

In movimento le utility. Enel +0,4%, ha migliorato l’offerta per la società brasiliana Electropaulo, in vista del rilancio che potrebbe fare Iberdrola.

La Grecia ha accettato l’offerta da 535 milioni di euro da parte del consorzio guidato da Snam +1,26% società per rilevare la quota di maggioranza di Desfa, l’operatore nazionale nel settore delle infrastrutture del gas.

Il presidente di Luxottica +0,61%, Leonardo Del Vecchio è convinto che l’integrazione con Essilor si potrà chiudere entro maggio e che riuscirà a far quotare la holding anche a Milano oltre che a Parigi. Secondo Del Vecchio l’autorità antitrust cinese potrebbe chiedere alcune limitazioni sull’operazione di integrazione, non tanto a Luxottica quanto al gruppo francese.

Foncière de Regions, al 28% controllata da Del Vecchio a sua volta azionista di maggioranza di Beni Stabili con una quota del 52,4%, ha proposto la fusione tra le due società. Come si legge in una nota, Beni Stabili ha preso atto della proposta, arrivata ieri in tarda serata che prevede appunto la fusione di Beni Stabili in Fonciere des Regiones e una successiva quotazione a Parigi e Milano.

Ferragamo -0,4%. Il presidente Ferruccio Ferragamo spiega in un’intervista che il focus del gruppo si concentrerà sulle vendite on line, ma smentisce qualsiasi intenzione di vendere.

Banche bene intonate: l’indice di settore sale dello 0,8% (-0,2 il dato europeo). Intesa +1% e Unicredit +0,7%.

Generali +0,9%. I soci italiani superano i fondi esteri nell’assemblea della società e rafforzano la presa sulla compagnia triestina.

Nel resto del listino balzo di Ovs +7% che comunque non compensa il brusco calo della vigilia in cui ha chiuso al minimo storico di 3,38 euro – 32,10%.

Astaldi + 4%, dopo le indiscrezioni su un interesse a entrare nel capitale della giapponese IHI e dell’indiana Reliance Infrastructure.

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