Condividi

Borsa, la rimonta di dicembre: in un mese Mediaset ha guadagnato l’80%

Piazza Affari chiude il 2016 in rosso ma nell’ultimo mese dell’anno ha messo a segno un recupero molto vistoso portando il FtseMib stabilmente sopra quota 19 mila – Decisivo il boom di Mediaset sull’onda della scalata di Vivendi ma la regina del mese è stata Acotel con un rialzo del 90% – L’effetto referendum e quello del Monte dei Paschi sulle banche

Per Piazza Affari il 2016 è stato un anno difficile, caratterizzato da numerose vicissitudini che hanno portato la Borsa di Milano nelle ultime posizioni della classifica internazionale relativa alla performance annuale. A far tornare il sorriso sui volti degli investitori è però arrivato dicembre, un mese liquido e volatile in cui, nonostante tutto, il listino nostrano ha realizzato un mini-rally nel corso del quale è riuscito a registrare un rialzo mensile del 18,5%, tornando finalmente e stabilmente sopra quota 19mila punti ed evitando il crollo paventato nei giorni che hanno preceduto referendum costituzionale, quando analisti ed economisti avevano preannunciato forti perdite se avesse vinto il No. Il Ftse Mib aveva chiuso la seduta del 30 novembre sotto i 17mila punti, oggi è a 19.234: un recupero che però non basta a raddrizzare il bilancio dell’anno, decisamente negativo.

A dominare la scena borsistica di fine anno non sono state solo le banche, alle prese con un vero e proprio annus horribilis che ha innalzato l’asticella del rischio ad un livello molto elevato, ma anche Mediaset che, grazie alla scalata di Vivendi, ha posto in essere la seconda miglior prestazione mensile dell’intera Borsa, toccando e superando il +80% a 4,11 euro (+80,57%).

Una partita ancora tutta da giocare quella tra Fininvest e il colosso francese guidato da Vincent Bolloré. Entrambe le aziende hanno già raggiunto la soglia limite oltre la quale scatta l’offerta pubblica d’acquisto e adesso il rischio è che si verifichi una vera e propria guerra per cercare, da un lato, di ribadire il proprio controllo sulla società, dall’altro di avere maggior voce in capitolo dopo la razzia di azioni effettuata nel mese che sta per chiudersi che ha portato Vivendi a diventare secondo azionista di Mediaset con il 29,9% del capitale. Ma c’è un dato che fa comprendere ancor di più quanto il titolo abbia governato la scena nelle ultime settimane: dal 12 dicembre, giorno in cui l’azienda transalpina ha dato il via all’attacco, al netto degli acquisti dei due principali azionisti, è passato di mano più del 25% del capitale del Biscione.

Nei prossimi mesi dunque, ne vedremo delle belle. Se da un lato sembra scongiurata l’ipotesi che Bolloré decida di lanciare un’opa, dall’altro il Governo ha fatto sapere che vigilerà attentamente sull’operazione senza tuttavia esercitare una golden power. Da tenere in considerazione anche i possibili interventi di Agcom (che avrebbe il potere di cancellare gli effetti di un’offerta pubblica d’acquisto dei francesi) e Antitrust.  

Per quanto riguarda le banche italiane, sono molti i nodi ancora da sciogliere sul futuro degli istituti nostrani, da quelli relativi al capitale all’enorme zavorra rappresentata dai crediti deteriorati, passando per le popolari e gli ostacoli giuridici e finanziari incontrati nel corso dell’iter di trasformazione in Spa.

In questo contesto, è impossibile non fare riferimento anche alle vicissitudini del Monte dei Paschi di Siena che, a dicembre, ha vissuto uno dei mesi più difficili e tormentati della sua lunghissima storia, di cui conversione dei bond e aumento di capitale rappresentano solo la punta di diamante. La speranza è che l’intervento dello Stato possa aiutare a trovare la tanto agognata stabilità non solo per la banca toscana, ma per l’intero settore bancario che quest’anno ha dovuto affrontare alcuni dei suoi peggiori fantasmi. La speranza che i problemi del sistema possano risolversi ha dato respiro alle banche anche in Borsa, permettendo al comparto di guadagnare in un mese il +28,28% facendo da traino al Ftse Mib. Tornando a Mps però, occorre sottolineare che il titolo della banca toscana ha registrato una performance opposta a quella del settore, perdendo dal 30 novembre al il 22 dicembre (ultimo giorno di negoziazione del titolo prima della sospensione) il -24% del suo valore.

Ma Piazza Affari non è composta solo dal Ftse Mib e dalle sue Blue Chip. Ed infatti al primo posto nella classifica delle migliori performance registrate nel mese di dicembre troviamo il titolo di Acotel Group (+90,15%), la holding del Gruppo Acotel, attiva nell’intrattenimento digitale, nelle telecomunicazioni, nei servizi a valore aggiunto, nella sicurezza, nei servizi per il monitoraggio dei consumi energetici ed in quelli per la pubblicità interattiva. Le azioni, appartenenti al segmento Star, dal 23 dicembre hanno dato avvio ad un trend rialzista che le ha portate a guadagnare quasi il 75% in tre sedute e mezza e a superare la media mobile a 200 giorni grazie agli aggiornamenti relativi alla propria posizione finanziaria netta che al 30 novembre è risultata positiva per 8,7 milioni, in aumento di circa 3,8 milioni rispetto alla liquidità per 4,9 milioni al 31 ottobre 2016.

Al secondo posto in classifica, come detto in precedenza c’è Mediaset, seguita da Stefanel che, in seguito alle notizie relative alla negoziazione di un accordo con Oxy Capital Italia e Attestor Capital che include la ristrutturazione del debito, la ripatrimonializzazione della società, nonché l’iniezione di nuove risorse a supporto dell’implementazione del piano di sviluppo, guadagna oltre il 50%. Quarto e quinto posto rispettivamente per Dada (+43,94%) e Gruppo Waste Italia (+40,75%). il peggior titolo del mese è invece Risanamento che dal 30 novembre 2016 a venerdì 30 dicembre ha ceduto il 22%.

La classifica dei 10 maggiori rialzi da inizio mese:

  1. Acotel Group +90,15
  2. Mediaset +80,57
  3. Stefanel +50,88
  4. Dada +43,94
  5. Gruppo Waste Italia +40,75
  6. K.R.Energy +40,05
  7. Retelit +39,14
  8. Unicredit +38,47
  9. Il Sole 24 Ore +36,53
  10. Bper Banca +33,65

Commenta