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Borsa: il rialzo dei tassi per ora non fa paura, ma banche e Telecom pagano il prezzo della crisi di governo

A Piazza Affari l’incertezza politica fa più paura del rialzo dei tassi della Bce, che però ingabbia lo spread – Petrolio e dollaro rallentano

Borsa: il rialzo dei tassi per ora non fa paura, ma banche e Telecom pagano il prezzo della crisi di governo

Dopo un giovedì vietato ai deboli di cuore i mercati promettono un finale di settimana più tranquillo, se non proprio all’insegna del relax. Gli investitori hanno digerito sia l’aumento dei tassi che la previsione di nuovi ritocchi al rialzo in linea con le prossime mosse Usa. Stamane l’euro tratta a 1,019, in ripresa anche se ancora pericolosamente vicino alla parità con il dollaro. Soprattutto, però, madame Lagarde ha saputo disinnescare la bomba Italia. Il direttivo della Bce ha approvato all’unanimità lo scudo anti-spread, il “Transmission protection instrument” consentirà alla Bce, a sua discrezione, di intervenire per mitigare i costi di finanziamento dei Paesi più indebitati, a patto che questi rispettino “politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili”. In sintesi, Francoforte avrà i mezzi per sconfiggere qualsiasi tentazione speculativa. Ma il governo italiano, qualunque sia, dovrà rispettare regole stringenti: inflazione, guerra, energia non sono temi su cui scherzare.

Il future dell’Eurostoxx sale dello 0,2%

Le borse dell’Europa, così rassicurate, dovrebbero aprire in lieve rialzo all’indomani della chiusura in positivo di Wall Street: il future dell’indice EuroStoxx 50 guadagna lo 0,2%.

Ieri Piazza Affari ha chiuso in ripresa, limitando a -0,7% il calo di una giornata iniziata in maniera rovinosa. Restano in forte ribasso le banche e Poste Italiane, legate all’andamento dei Btp.

Lo spread riparte da quota 229, in forte ascesa ma senza sfondare quel tetto a cui potrebbe scattare l’allarme rosso per gli equilibri dell’Eurozona.

Energia e grano, due buone notizie

I listini europei hanno incassato finalmente due notizie positive:

  1. la ripresa, seppur solo al 40%, dei flussi di gas del North Stream verso la Germania;
  2. Russia e Ucraina hanno raggiunto un accordo per consentire la ripresa dell’export di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Lo ha annunciato il governo turco, precisando che l’intesa sarà sottoscritta oggi a Istanbul.

Vola Tesla, precipita Snap (-27%), leader della pubblicità in rete

Nella serata di ieri l’umore di Wall Street, fino a quel momento più che positivo, ha subìto una battuta d’arresto dopo l’uscita dei dati disastrosi di Snap: -27% nell’After Hours sotto i 12 dollari. Hanno girato al ribasso i grandi nomi della social economy, oltre che tutte le società legate alla raccolta pubblicitaria su Internet: Meta -3,8%, Alphabet -2,8%.

In precedenza, a trainare il Nasdaq (+1,36%) e l’S&P (+0,99%) era stato il rally di Tesla (+10,1%) dopo i conti del trimestre. In grande ripresa anche Apple ed Amazon (+1,5%) a una settimana dalla trimestrale prevista per il giorno 28. Dai minimi di giugno l’indice tech segna un rimbalzo del 13%.

Il T-bond sotto il 3%, frena il dollaro

Treasury Note a dieci anni in apprezzamento a 2,90%, da 3,01% di ieri. È sempre più invertita la curva dei tassi sul tratto dieci anni – due anni, livello mai visto negli ultimi vent’anni.

L’indice del dollaro è in procinto di chiudere la settimana con un calo dell’1%, primo segno negativo settimanale dopo tre positivi.

Nikkei + 4,7% in settimana, Hong Kong sulla parità

Chiudono la settimana in rialzo i listini dell’Asia Pacific. Sale il Nikkei (+0,5%), con un bilancio settimanale di +4,7%. In Giappone l’inflazione è salita in giugno del 2,2% anno su anno: l’incremento è in linea con le aspettative. Dato che i prezzi al consumo non sono mossi dalla domanda, è del tutto improbabile che il dato spinga la Banca centrale a cambiare in futuro la sua impostazione di politica monetaria. Ma lo yen debole, ammette il governatore Kuroda, ormai è un problema.

Hang Seng di Hong Kong sulla parità, in risalita dai minimi di stanotte. Bilancio settimanale +1,4%. L’Hang Seng Tech, di poco sopra la parità, a questi livelli di prezzo termina la settimana con un rialzo del 3,6%.

Fa eccezione il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (-0,2%): il ritorno del Covid in Cina frena la performance settimanale: -0,5%.

Kospi di Seul -0,3%, +3% la settimana. BSE Sensex di Mumbai +0,3%, +3,9% la settimana.

Petrolio in calo, oro di nuovo sopra 1.700

Il petrolio WTI è sceso sia ieri che l’altro ieri: stamattina è in rialzo dello 0,8%, a 97 dollari. Brent 104,7 dollari. Oro a 1.713 dollari l’oncia, -0,3%. Bitcoin -0,7%, poco sotto i 23.000 dollari.

Titoli sotto la lente: Telecom, D’Amico, Roma calcio se ne va

In prima linea Telecom, alle prese con il downgrade di Moody’s sul debito a B1 da Baa3. Il titolo è precipitato ieri a 22 centesimi perché la rete unica potrebbe essere una vittima della crisi, anche perché Vivendi ha messo nero su bianco la sua valutazione della rete: 32 miliardi, una cifra che spaventa qualsiasi compratore.

Inwit. Il governo ha posto una serie di prescrizioni all’accordo tra Tim ed Ardian riguardanti le torri di trasmissione del segnale radio.

Enel. La capacità installata totale nel primo semestre è pari a 91,9 gigawatt da 88,9 gigawatt nel primo semestre del 2021.

D’Amico ha rifinanziato il debito bancario in scadenza nel 2023 relativo a tre navi MR.

AS Roma. Si conclude oggi l’Opa lanciata da Romulus and Remus che conferma non ci saranno altre proroghe dei tempi e non ci saranno altri rialzi di prezzo rispetto a 0,45 euro per azione.

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