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Borsa, i dazi fanno sbandare l’auto. Banche e euro in discesa

I venti di guerra commerciale deprimono il titolo Daimler e con una reazione a catena danneggiano tutto il settore, Fca inclusa – Sotto tiro anche le banche – Acque agitate per Telecom Italia, i francesi tentano la riscossa – In luce Mondadori e Ovs – Dollaro si rafforza, moneta unica ai minimi

Borsa, i dazi fanno sbandare l’auto. Banche e euro in discesa

Frenano i listini dopo un avvio promettente. Pesa il profit warning lanciato ieri notte da Daimler -4,4%, che ha tagliato gli obiettivi di utile per il 2018: il gruppo della Mercedes avverte che i dazi introdotti dalla Cina per ritorsione possono colpire le vendite dei Suv prodotti in Alabama (oltre la metà viene esportata). In rosso il comparto auto sia in Asia che in Europa (-2,4% lo Stoxx di settore). Fiat Chrysler lascia sul terreno il 2,4% circa, Brembo -1,6%, Cnh -0,9%.

A Milano l’indice si inabissa dell’1,3% sotto la barriera dei 22 mila punti. Francoforte -0,8%, Parigi -0,3%.

Lo spread si allarga a 234 punti da 218 in apertura.

In tensione il mercato valutario. Il dollaro ha toccato nuovi massimi da luglio 2017 contro un paniere di valute, mentre l’euro si muove verso i minimi del 2018, a quota 1,1557 con gli investitori che scommettono su un prolungato periodo di politiche monetarie divergenti fra Fed e Bce. La sterlina, in attesa dell’esito della riunione della Bank of England, si muove attorno ai minimi dei sette mesi. La Borsa di Londra ha recuperato ed è piatta alle 12.00 circa.

La banca centrale svizzera (Snb) ha confermato la propria linea ultra espansiva di politica monetaria, citando la “fragile” situazione sul mercato valutario. La Snb ha ribadito la propria valutazione del franco, trattato a 1,1508/13 sull’euro (da 1,1527). La Borsa di Zurigo sale dello 0,15%.

Il petrolio Brent è in ribasso dello 0,7% a 74,2 dollari il barile. Ha ripreso quota la possibilità di un accordo al vertice Opec di oggi e domani. L’Iran ha ammorbidito la posizione e sembra accettare l’incremento della produzione. Il rappresentante dell’Arabia Saudita si dice fiducioso sul raggiungimento di un accordo. Eni -0,71%, Saipem .0,13%.

In forte calo le banche: Ubi -2,2%. Bper Banca -2,5%. Banco Bpm -2%. Mediobanca -0,5% acquista 204 milioni di euro di crediti al consumo in sofferenza da Unicredit -2%

Tra le blue chip arretra Prysmian-0,5% che ha spostato a settembre la pubblicazione dei dati del primo semestre. Inoltre, la società ha diffuso mercoledì sera le nuove previsioni di medio periodo, quelle che incorporano l’acquisita General Cables.

Acque di nuovo agitate in Tim -1,1%. Vivendi non ha mollato e prepara un gran ritorno, scrive Bloomberg. La società francese chiederà presto la convocazione di una nuova assemblea, nel corso della quale potrebbe chiedere un ricambio del cda. L’a.d. Amos Genish, ha confermato il suo impegno nella società, smentendo le voci che lo danno in uscita.

Nel resto del listino:

Mondadori in luce a Piazza Affari. Il titolo segna un rialzo del +6,38% a 1,36 euro: Equita stamane ha alzato il rating a buy con target price a 1,95 euro in seguito ad un positivo incontro con il management.

Ovs, in rialzo del 9%, chiude il primo trimestre del suo esercizio fiscale con ricavi in leggero rialzo (+2%) a 321 milioni di euro. Al netto della svalutazione della partecipata svizzera Sempione, l’Ebitda rettificato è pari a 30 milioni di euro, poco meglio delle attese. I vertici promettono che i guai di Sempione sono finiti.

Trevi, è in calo dell’1,3%. La società ha ricevuto una nuova stima da parte di Cerved Rating Agency, che ha abbassato il rating del gruppo, portandolo da C1.1 a C1.2.

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