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Borsa, dopo Marchionne amaro per il gruppo Agnelli: la Ferrari peggio di tutti

Debutto molto difficile in Borsa (-0.87%) per la galassia Agnelli del dopo Marchionne: in profondo rosso soprattutto la Ferrari (-4,88%) ma forti perdite anche per Fca – che paga pure l’addio di Altavilla – ed Exor – In controtendenza Leonardo, Prysmian, Mediobanca ed Italgas

Borsa, dopo Marchionne amaro per il gruppo Agnelli: la Ferrari peggio di tutti

L’uscita di scena di Sergio Marchionne pesa su Piazza Affari, che chiude in maglia nera in Europa con un calo dello 0,87%, 21.605 punti. Piangono soprattutto i titoli del Lingotto, che lasciano sul terreno oltre due miliardi e crollano in apertura anche a Wall Street. Sul Ftse Mib il titolo peggiore è Ferrari, -4,88%, dove Marchionne sarebbe dovuto restare dopo l’addio a Fca nel 2019. Exor cede il 3,36%; Cnh -1,84%; Fca, -1,55%, recupera dai minimi di giornata, mentre S&P non cambia rating e outlook sul gruppo. I titoli della scuderia Agnelli soffrono, nel corso della seduta, la notizia ufficiosa delle dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile delle attività europee di Fca, bruciato in corsa ai vertici del gruppo dalla nomina di Mike Manley, mentre Franzo Grande Stevens, 90 anni, ex consigliere di Gianni Agnelli, alza il velo sulla malattia di Marchionne e in una lettera al Corriere scrive: “Come temevo da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine”.

Si fermano sotto la parità gli altri listini europei, zavorrati da titoli come Ryanair (-6,36% a Londra), in scia ai conti trimestrali. Francoforte -0,11%; Parigi -0,37%; Madrid -0,08%; Londra -0,29%; Zurigo -0,32%.

Wall Street apre debole, impensierita soprattutto dal tema dazi. I riflettori restano accesi sul rischio escalation nella guerra commerciale, in attesa dell’incontro fra Donald Trump e il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, mercoledì 25 luglio. Sul fronte geopoltico il presidente americano tiene viva l’attenzione con un botta e risposta da brividi con il presidente iraniano Hassan Rouhani. “Non minacciate mai più gli Stati Uniti o ne pagherete le conseguenze”, scrive su Twitter.

Se ne avvantaggia il petrolio, che cambia segno: Brent 73,71 dollari al barile, +0,88%. Oro di nuovo in ribasso, in area 1225 dollari l’oncia. In Borsa si resta in piena stagione trimestrali. con i conti di Alphabet e Whirlpool che arriveranno a mercati chiusi. In calo Tesla in scia alle indiscrezioni secondo cui la società ha chiesto ad alcuni fornitori la restituzione di parte dei pagamenti ricevuti per aiutare il gruppo a essere profittevole. Amazon perde lo 0,8% portando con sé S&P 500 e Nasdaq dopo che il presidente americano ha di nuovo attaccato l’azienda.

Sul fronte monetario l’euro perde leggermente quota contro il dollaro, portandosi in zona 1.17. Si rafforza invece lo yen contro le principali valute, in attesa della riunione di politica monetaria della Banca centrale giapponese la prossima settimana. Sul tavolo del board: tassi di interesse e politiche di acquisto asset. E sarebbe quest’ultima questione a tenere banco nelle sale operative. Le indiscrezioni parlano di modifiche al programma di allentamento quantitativo: l’istituto centrale starebbe valutando di ridurre le sue misure di stimolo monetario.

Tornando in Piazza Affari e lanciando uno sguardo agli altri titol, troviamo in rialzo l’industria con Leonardo +1,52% e Prysmian +1,06%. Sul fronte bancario chiudono bene Mediobanca +1,36%; Unicredit +0,4% (l’Eba ha respinto la richiesta di Caius Capital di aprire un’indagine sulla contabilizzazione dei ‘cashes’ nel calcolo del Cet1); Ubi Banca +0,61%. Rialza la testa Telecom, +0,76%. La seduta è pesante invece per Banca Carige, -4,65%, dopo che la Bce ha bocciato il piano di ricapitalizzazione presentato e ne ha chiesto uno nuovo entro l’anno. Vendite su Enel, -3,65% e Stm -2,2%.

Sullo Star si registra il tonfo di Datalogic, -8,73%.

Sul mercato del debito i Btp girano in negativo nel finale e lo spread fra decennale italiano e tedesco sale dello 0,36% a 223.70 punti.

One thought on “Borsa, dopo Marchionne amaro per il gruppo Agnelli: la Ferrari peggio di tutti

  1. Il Vs presidente ha collocato la presenza di Marchionne in Fiat al 1994/95, cioè 10 anni Prima. Ha parlato di un Colloquio con Bertinotti che invece su HP nega di aver mai incontrato il CEO Fiat. Bah…. ci mancava la santificazione…

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