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Borsa chiusura 4 aprile: l’America snobba la Fed e fa meglio dell’Europa. Oro sopra i 2.300 dollari l’oncia

Listini azionari europei attorno alla parità mentre, in America, S&P e Nasdaq sono più effervescenti ma è ancora una volta l’oro è l’eroe della giornata

Borsa chiusura 4 aprile: l’America snobba la Fed e fa meglio dell’Europa. Oro sopra i 2.300 dollari l’oncia

La Bce intravede la data per un taglio dei tassi d’interesse, lo spread si restringe, l’industria dei servizi va meglio del previsto e Kering (Gucci) si compra un palazzo nel cuore di Milano per 1,3 miliardi di euro, eppure Piazza Affari chiude oggi una seduta uggiosa, -0,08% (34.454 punti base), con il listino principale quasi equamente diviso tra acquisti (rimbalza Azimut +2,85%) e perdite (va a tappeto Popolare di Sondrio -2,52%).

La settimana finanziaria milanese prosegue così incerta, in un clima che appare poco più tiepido a Francoforte +0,22%, Madrid +0,51, Londra +0,47% e stagnante a Parigi e Amsterdam.

Oltreoceano invece si vede l’effetto Jerome Powell su Wall Street e la borsa Usa si muove in progresso a metà giornata, grazie soprattutto ad alcune mega tech, come Meta, Amazon, Nvidia. 

Ieri sera il presidente della Fed ha detto che i recenti dati macroeconomici, più forti del previsto, non hanno sostanzialmente cambiato l’outlook della banca centrale, secondo cui il calo dell’inflazione permetterà il taglio dei tassi d’interesse nel corso dell’anno. Domani potranno arrivare nuove indicazioni dal rapporto sull’occupazione americana nel mese di marzo, oggi intanto le richieste settimanali alla disoccupazione sono risultate più alte delle stime.

Materie prime toniche

A mettere i bastoni tra le ruote dei banchieri potrebbero essere le materie prime, che continuano a muoversi su livelli molto alti, mettendo a rischio la sperata traiettoria al ribasso dell’inflazione. Anche oggi l’oro galleggia intorno ai massimi raggiunti recentemente, dopo essersi portato oltre i 2300 dollari l’oncia, il rame aggiorna il suo picco da circa 13 mesi e il petrolio consolida i guadagni messi a segno dopo che l’Opec+, nelle riunione della vigilia, ha ribadito l’intenzione di mantenere i tagli volontari per 2,2 milioni di barili al giorno almeno fino alla fine di giugno.

Sul mercato dei cambi perde quota il dollaro e l’euro tratta in progresso intorno a 1,086.

Piazza Affari tiene con Azimut, Poste ed Eni; giù Tim

Piazza Affari si mantiene in ogni caso intorno ai suoi massimi da quasi 16 anni grazie ai guadagni di titoli come Azimut, Poste +1,17%, Eni +1,13%. La società di risparmio gestito rimbalza oggi, dopo le recenti perdite, sulla notizia della cessione della partecipazione in Kennedy Lewis Investment Management.

Poste è in progresso dopo il via libera delle commissioni di Camera e Senato al proseguimento del processo di privatizzazione di una parte delle quote detenute dal Mef. Il titolo si avvale inoltre della promozione da parte di Ubs. 

Eni, si conferma tra le blue chip più toniche in scia al rialzo dei prezzi del petrolio e grazie al miglioramento del giudizio da parte di Intermonte da ‘Neutrale’ a ‘Outperform’. Le prese di profitto penalizzano invece Saipem -1,7%.

Brillano inoltre Campari +1,46% Banca Mediolanum +1,18%, Enel +0,94%. 

Sul lato vendite si collocano però alcune banche, a partire dalla Popolare di Sondrio, che è molto cresciuta ultimamente.

Nella parte bassa del listino c’è inoltre Telecom, -1,93%, con gli investitori che hanno deciso di andare prontamente all’incasso dopo la fiammata serale di ieri del titolo, sulla scorta del maxi risarcimento stabilito dalla Corte d’appello di Roma per canoni di licenza che la società ha pagato allo Stato oltre 25 anni fa, anche se non dovuti. Il governo ha annunciato ricorso contro la sentenza.

Giornata no per Diasorin -1,85%, Recordati e Generali -1,11%.

Cucinelli limita i danni allo 0,49% dopo che Intesa Sanpaolo ha ridotto il prezzo obiettivo del titolo del lusso a 108 euro da 111 precedente, confermando ‘Hold’, perché ritiene che “le attese di una crescita del gruppo a lungo termine siano riflesse nell’attuale prezzo delle azioni”.

Lo spread arretra: la Bce vede il taglio dei tassi

Dopo giorni di tensione, oggi sono tornati gli acquisti sulla carta italiana, anche alla luce della lettura delle minute dell’ultima riunione della Bce.

Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 140 punti base (-3,79%), con i tassi che si ridimensionano rispettivamente a +3,74% e +2,34%.

“La data per un primo taglio dei tassi comincia ad essere più chiaramente visibile”, si legge nelle minute della riunione di marzo di Eurotower. “Gli argomenti a favore di un taglio si stanno rafforzando”. Il mese scorso però i governatori hanno convenuto che sarebbe stato “prematuro discutere un taglio dei tassi” in quella occasione. Sono “ancora necessarie pazienza e cautela” sulla discesa dell’inflazione. 

Si comincia a fare strada però tra gli investitori l’ipotesi che la Bce allenti la sua politica monetaria prima di quando non lo farà la Federal Reserve, anche perché gli Stati Uniti continuano a mostrare dati macro superiori alle attese, mentre in Europa la spinta deflazionistica appare più forte. La Bce si riunirà nuovamente la prossima settimana e forse in quell’occasione potrà finire maggiori indicazioni sulla tempistica e sulla possibile entità dei tagli nel corso dell’anno.

Terziario in espansione a marzo: brilla l’Italia

Sul fronte macro oggi una buona notizia per Eurolandia è arrivata dall’industria dei servizi, che è tornata a crescere a marzo. L’indice elaborato da S&P Global, si porta a 51,5 dai 50,2 di febbraio, è il valore massimo in 9 mesi e oltre le stime di 51,1. Il composito sale a 50,3 (dai 49,2 di febbraio), valore massimo in 10 mesi. Anche in questo caso il dato è sopra le previsioni di 49,9. 

A fare la parte del leone è l’Italia, dove l’indice dei servizi tocca il 54,6 da 52,2 di febbraio. È il terzo mese di seguito con il terziario in espansione (oltre la soglia di 50) ed è il quinto mese in aumento.

In Francia le cose non vanno altrettanto bene e l’indice arretra a 48,3 da 48,4 di febbraio, meglio del previsto comunque (47,8). Benino la Germania a 50,1, da 48,3, oltre le previsioni di 49,8.  

Kering realizza a Milano la più grande operazione immobiliare in Europa dal 2022

Il titolo Kering chiude a Parigi in rialzo dello 0,65%. Intanto il gruppo internazionale del lusso che ha tra i suoi brand Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, rende noto di aver acquistato la società proprietaria “dell’iconico e storico immobile di via Monte Napoleone 8, a Milano”, controllata da Blackstone Property Partners Europe, per un valore di circa 1,3 miliardi di euro

L’investimento – sottolinea il comunicato – si inquadra all’interno della strategia immobiliare selettiva di Kering, che intende assicurarsi posizioni altamente prestigiose e ambite per le sue Maison.

L’operazione immobiliare è la più grande che sia mai stata fatta in Italia e la più imponente in Europa dal 2022.

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