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Borsa chiusura 22 marzo: dopo il rally i listini si rilassano. Settore della moda inquieto. Spread di nuovo sopra 130

Dopo la lunga cavalcata le Borse sia in America che in Europa si concedono una pausa. Brilla solo Londra. Turbolenze nel settore della moda dopo i colpi di scena di Kering, Lvmh e Valentino. Lo spread risale

Borsa chiusura 22 marzo: dopo il rally i listini si rilassano. Settore della moda inquieto. Spread di nuovo sopra 130

La settimana dei listini europei si chiude con una seduta contrastata, a fronte di un andamento incerto di Wall Street. Dopo i record su record accumulati nelle giornate scorse (in Europa, come a New York), sulla scia di banche centrali giudicate più colombe di quanto temuto, oggi l’attenzione si è spostata sui singoli casi aziendali, quando a prevalere non sono le prese di profitto.

Così Milano consolida i guadagni messi a segno con un rialzino dello 0,05% e agguanta la nona settimana consecutiva di guadagni. Amsterdam sale dello 0,11%, Francoforte segna +0,22%, Madrid +0,7% Londra +0,62%. Arretra Parigi, -0,34%, trascinata al ribasso dai titoli del lusso, a partire da Kering (-3,57%) e Lvmh (-2,28%). Sul titolo che vanta marchi come Vuitton e Moët & Chandon pesa l’annuncio che il numero due del gruppo, Toni Belloni, lascerà le funzioni di direttore generale e di presidente del comitato esecutivo e il cda per assumere la presidenza in Italia.

Sul valutario è ancora super dollaro, alla seconda settimana di guadagni, mentre le materie prime sono in calo frazionale.

Dollaro superstar; per Nagel (Bce) probabile taglio dei tassi entro l’estate

L’asset che vince ancora l’oscar, in questa settimana ricca di riunioni di banche centrali, è il dollaro, che si apprezza sulle principali valute, nonostante il presidente della Fed Jerome Powell abbia parlato nuovamente di tre possibili tagli dei tassi quest’anno, senza che i dati sui prezzi al consumo e sui prezzi alla produzione di febbraio abbiano fatto deragliare la percezione della banca centrale Usa sulla traiettoria dell’inflazione.  

L’euro cambia in ribasso intorno a 1,081. D’altra parte per la prima volta persino un falco come il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha detto che la probabilità di un taglio dei tassi nella zona euro prima della pausa estiva sta aumentando grazie al percorso di rientro dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%.

La numero uno della Bce Christine Lagarde all’Eurosummit ha ribadito invece che il calo dell’inflazione nell’area euro continuerà, grazie all’efficacia della politica monetaria”.

Piazza Affari chiude la nona settimana in rialzo

Piazza Affari agguanta la nona settimana consecutiva in progresso, aggiornando i suoi massimi a 34.343 punti base, grazie al rimbalzo di Nexi (+2,5%), al tono sostenuto di Leonardo (+1,59%), alla buona performance delle utility dopo i conti in linea con le attese presentati ieri sera da Enel (+0,18%). Sul titolo del colosso elettrico è arrivata una pioggia di buy da parte degli analisti, da Equita a JP Morgan. Per Equita in particolare “l’andamento positivo atteso nel primo semestre del 2024 e le aspettative di miglioramento dello scenario tassi nel secondo semestre rendono il profilo di Enel attraente a questi prezzi di mercato”. Il titolo dell’azienda della difesa si porta inoltre su nuovi massimi dal 2011, con i venti di guerra che tonificano il settore in ogni dove.

In evidenza Italgas +2,13% e Recordati +1,91%. È timida la risalita di Telecom, +0,42%, dopo le perdite di ieri e al termine di una seduta ricca di scambi sul titolo. 

La lista dei ribassi tra le blue chip si apre con Brunello Cucinelli, -2,97%, contagiato dai cugini francesi.

Le banche sono miste: il rosso è piuttosto acceso per Mps -2,8% e un po’ più sfumato per Unicredit -0,93%. Bper si apprezza dello 0,12%, dopo la decisione dell’azionista di maggioranza, il gruppo Unipol, di indicare Gianni Franco Papa, già nel board dell’istituto, quale candidato a nuovo AD in un ricambio al vertice atteso dal mercato.

Arretrano Saipem -2,22% e Diasorin -0,97%. Va giù anche Stm -1,38%, nel giorno della conferma del consiglio di sorveglianza della ricandidatura di Jean-Marc Chery alla guida del gruppo per i prossimi tre anni.  

Fuori dal paniere principale è in evidenza DoValue +6,81%, spinto dalla possibilità di un’aggregazione con Gardant.

Va giù invece WeBuild, -5,96%, dopo che Unicredit – secondo quanto riferiscono gli analisti – ha deciso di smobilitare la quota che deteneva nella società di costruzioni.

Spread in rialzo

Si allarga a 133 punti base lo spread tra decennale italiano e omologo tedesco, in un contesto però di rendimenti in ribasso. Il Btp decennale è indicato in chiusura al 3,63%, mentre il Bund al 2,3%, favorito forse dal fatto che l’indice Ifo sul sentiment delle imprese tedesche ha mostrato un miglioramento a marzo più forte delle previsioni.

Wall Street debole e la prossima settimana Trump Media potrebbe arrivare in borsa

A New York, nell’azionario, si fa sentire il tonfo di Nike -7,75%, che ha comunicato un allentamento della crescita in Cina nel suo terzo trimestre fiscale, nonostante una trimestrale nel complesso superiore alle attese. 

Tra le mega tech si rianima Apple (+0,55%) dopo il tonfo di ieri e continua a correre Nvidia (+3,21%), mentre i realizzi colpiscono Reddit (-1,82%) che ieri ha debuttato sulla borsa americana con un boom del 47,5%.

Dalla prossima settimana potrebbe sbarcare a Wall Street anche Trump Media, visto che gli azionisti di Digital World Acquisition Corporation (+1,7%) hanno approvato la fusione con la social media company dell’aspirante presidente Usa. L’accordo, scrive la Cnbc, potrebbe fruttare all’ex inquilino della Casa Bianca 3 miliardi di dollari o anche di più.

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