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Borsa chiusura 2 febbraio: il Nasdaq corre, l’Europa frena ma Telecom Italia e Stellantis tengono a galla Milano

Piazze azionarie contrastate. Milano si salva. In America corre il Nasdaq sui conti delle Big Tech, bene anche lo S&P, tiepido il Dow Jones. Dopo il boom di ieri prese di profitto su Ferrari

Borsa chiusura 2 febbraio: il Nasdaq corre, l’Europa frena ma Telecom Italia e Stellantis tengono a galla Milano

I listini europei chiudono l’ultima seduta della settimana poco mossi, dopo una frenata a seguito del rapporto sul lavoro Usa ben oltre le attese. Un dato che ha disorientato in avvio anche Wall Street, dove però il Nasdaq ora corre con il boom di Meta (+21%).

Piazza Affari aggiunge lo 0,09% (30.717 punti base) al suo cospicuo bottino settimanale (+1,86%), spinta da Stellantis (+2,31%) sull’ipotesi di un ingresso dello Stato italiano nel capitale alla quale forse crede il mercato, nonostante l’ironia sul tema del ministro all’economia Giancarlo Giorgetti. Brillano inoltre Telecom (+2,16%) ed Mps (+2,12%).

Nel resto d’Europa Francoforte sale dello 0,34%, Madrid dello 0,51%, sono piatte Parigi e Amsterdam. Arretra Londra -0,2%, dove il colosso petrolifero Bp perde l’1,5% dopo aver chiuso la sua più grande raffineria di idrocarburi nella regione del Midwest degli Stati Uniti.

Wall Street positiva con Meta e Amazon

Oltreoceano il DJ è tiepido, 0,16%, ma s’infiammano S&P500 +0,93%% e Nasdaq +1,45%. A fare da volano è Meta dopo la trimestrale oltre le attese presentate ieri sera. La mamma di Facebook ha inoltre annunciato il suo primo dividendo e 50 milioni di buyback. È in rally anche Amazon (+8%) dopo i conti lievitati con le vendite natalizie. È debole invece Apple (-0,4%), che pure ha superato le attese con la trimestrale, ma facendo scattare un campanello d’allarme sulle vendite di iPhone e puntando a un fatturato complessivo di 6 miliardi di dollari inferiore alle aspettative, mentre le sue attività in Cina hanno subito un duro colpo. Il titolo Tesla cede il 3,2% invece con la notizia del richiamo di 2 milioni di veicoli, quasi tutti i suoi veicoli elettrici negli Stati Uniti, a causa delle dimensioni errate dei caratteri sulle spie che aumentano il rischio di incidente.

Lavoro oltre le attese; risalgono dollaro e tassi dei T-Bond

La notizia del giorno è il numero di posti di lavoro non agricoli creati negli Stati Uniti a dicembre. Le buste paga aggiunte sono il doppio del previsto: 353 mila rispetto a novembre, contro attese di 187mila. Inoltre la disoccupazione è rimasta stabile al 3,7%, contro stime per un rialzo al 3,8% e le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 34,55 dollari, +0,6% sul mese e +4,5% sull’anno (contro stime per un +0,3 mensile e +4,1% tendenziale) dopo il +0,4% mensile e +4,3% tendenziale di dicembre.

Insomma l’economia Usa e il lavoro vanno ancora a gonfie vele, mentre i salari crescono e questo allontana l’allentamento monetario, come già aveva sottolineato il presidente della Fed Jerome Powell nei giorni scorsi.

I dati mettono il turbo al dollaro e frenano gli acquisti sull’obbligazionario, con i T-Bond che vedono risalire i rendimenti dopo il recente rally. Al momento il Treasury decennale mostra un tasso nuovamente oltre quota 4%.

Sul mercato valutario l’euro arretra contro il biglietto verde per un cambio che sotto 1,08.

Tra le materie prime va giù il petrolio: il Brent cede l’1,77% e tratta intorno a 77,15 dollari al barile.

Piazza Affari, prese di profitto su Ferrari

A restare in panne oggi è il titolo della rossa di Maranello, che ieri ha compiuto un balzo superiore al 9% con i conti e l’arrivo di Lewis Hamilton in scuderia. Le prese di profitto hanno affossato così Ferrari, -1,7%.

La peggiore blue chip del giorno però è Saipem, -1,72%, che ha vissuto una settimana negativa a causa di un incidente, mentre la debolezza del petrolio contagia Eni -1,43%.

Il maggiore rialzo del giorno è quello di Stellantis, alla luce anche delle immatricolazioni del gruppo in Italia, salite del 13,1% a gennaio, a fronte di una crescita del 10,6% ipotizzata dal mercato.

Telecom si conferma tra i protagonisti del periodo, dopo la nuova offerta del ministero dell’Economia per Sparkle.

Le banche, poco mosse in mattinata, hanno progressivamente recuperato terreno nel corso degli scambi per chiudere infine in buon rialzo a partire da Mps, Banco Bpm +1,48%, Bper +1,95%. Bene anche Unicredit, +0,6%, che lunedì prossimo sarà la prima a presentare la trimestrale.

Tenaris, +1,69%, si distingue dagli altri titoli petroliferi poiché probabilmente è stata spinta dal fatto che la rivale francese Vallourec ritiene che i risultati 2023 si riveleranno superiori alle proprie attese.

Fuori dal paniere principale Geox cede il 7,1%, su realizzi dopo i risultati del 2023 con ricavi sotto le attese e la guidance cauta sull’anno in corso.

Spread stabile, rendimenti in rialzo

La chiusura è piatta per l’obbligazionario: lo spread tra Btp e Bund decennali è a 161 punti base, ma i rendimenti dei titoli di Stato risalgono anche nell’area della moneta unica. Il titolo italiano è indicato al 3,18% e il Bund al 2,2%.

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