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Borsa chiusura 17 aprile: Milano e Parigi, trascinata dal balzo di Lvmh, guidano la riscossa dell’Europa

Le Borse europee rimbalzano e surclassano Wall Street. Merito soprattutto dell’impennata di Lvmh che infiamma il Cac40 ma in netta ripresa anche Piazza Affari

Borsa chiusura 17 aprile: Milano e Parigi, trascinata dal balzo di Lvmh, guidano la riscossa dell’Europa

Guerre e politiche monetarie tengono ancora sulla corda i mercati finanziari, che continuano a manifestare un umore variabile a causa dell’alta tensione tra Iran e Israele e dell’andamento dell’inflazione statunitense in un quadro di economia Usa effervescente. Intanto è cominciata la riunione dei ministri degli esteri del G7 a Capri, che sarà dominata in gran parte dalla situazione in Medio Oriente e dalla guerra Russia-Ucraina. 

Europa in rialzo, ma Wall Street passa in calo

La seduta odierna si chiude positivamente in Europa, ma l’appetito per il rischio è  progressivamente calato nel pomeriggio in sintonia con l’andamento incerto di Wall Street, dopo che ieri Jerome Powell ha raffreddato ulteriormente le attese su tempi ed entità di un allentamento monetario negli Stati Uniti. 

Piazza Affari si apprezza dello 0,72% a 33.632 punti base, grazie al rimbalzo delle banche e alla buona intonazione di Diasorin, +3,66%.

Madrid sale dello 0,97%%, seguita da Parigi +0,62%, Londra +0,37%, Francoforte +0,09%. È in netta controtendenza Amsterdam, -1,07%, appesantita dal calo dei titoli tecnologici. In particolare Asml cede il 6,68%, dopo aver registrato nuovi ordini più deboli del previsto nei primi tre mesi dell’anno.

Il lusso sostiene invece Parigi, dove Lvmh guadagna il 2,84% grazie alle brillanti vendite tra gennaio e marzo. 

Nell’abbigliamento sportivo s’impenna la tedesca Adidas +8,72% a un massimo di oltre due anni, dopo una trimestrale sopra le attese, con stime migliorate per il 2024.

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è stabile, intorno a 1,063. Tra le materie prime il petrolio tratta in ribasso: Brent -1,28%, 88,88 dollari al barile.

Bene l’inflazione nella zona euro. Fmi mette in guardia i paesi da spese eccessive

Tra le notizie del giorno, che hanno fornito varie indicazioni agli investitori, spicca l’andamento dell’inflazione nella zona euro, in linea con le attese e con l’obiettivo del 2% perseguito dalla Bce. Eurostat ha confermato che il mese scorso l’inflazione nel blocco è scesa al 2,4%, dal 2,6% di febbraio. Il dato italiano è all’1,2%. 

Nello stesso periodo la corsa dei prezzi rallenta anche in Gran Bretagna, al 3,2%, dal 3,4%. Un andamento che potrebbe consentire anche alla BoE di mettersi in corsia di sorpasso rispetto alla Fed, abbassando i tassi prima della banca centrale statunitense.

Sotto osservazione in questi giorni però non c’è solo l’inflazione, ma anche la massa di debito pubblico che grava sulle varie economie mondiali.

A questo proposito il Fondo Monetario Internazionale invita i vari paesi a contenere le spese fiscali, anche se questo potrebbe rivelarsi difficile nell’anno che conta il maggior numero di appuntamenti elettorali della storia. Si tratta di un record di 88 paesi, che ospitano più della metà della popolazione mondiale. Una situazione nella quale i governi tendono a spendere di più e a tassare meno gli elettori.

Un pensiero speciale va naturalmente all’Italia, uno dei paesi con il rapporto debito-il più alto del mondo. Al Belpaese l’FMI raccomanda un aggiustamento fiscale credibile e incisivo per rimettere il rapporto in questione su un percorso discendente. Tra l’altro Italia, Cina, Regno Unito e Stati Uniti, sono i paesi che maggiormente contribuiranno a portare il debito globale vicino al 100% del pil entro il 2029.

Intanto la crescita stenta. Lo ricorda oggi la Banca centrale italiana, che per il 2024 è anche più pessimista del Fondo e limita il pil a +0,6% (+0,7% le stime dell’FMI; +0,8% quelle di Confindustria).

Piazza Affari: banche in rally, bene il lusso

A dare la carica a Piazza Affari oggi sono state soprattutto le banche. La maglia rosa del giorno va alla Popolare di Sondrio che mostra un progresso del 5,71%. Seguono Bper +2,78%, Mps +1,95%, Unicredit +2,2%, Banco Bpm +1,96%, Intesa +1,45%.

Tra le migliori blue chip in questa seduta trova spazio Diasorin in vista dei risultati del primo trimestre, attesi positivi dagli analisti.

Il buon andamento dei titoli del lusso ha contagiato anche Moncler +2,32% e segnano oggi rialzi consistenti anche Erg +1,94% e Campari +2,3%.

Ferrari si apprezza dello 0,8%, nel giorno dell’assemblea in cui il presidente John Elkann ha rimarcato i risultati record 2023. “Nonostante le difficoltà poste da un contesto macroeconomico complesso, si sono confermate la forza del brand Ferrari e la vitalità dell’azienda”.

Sono negativi invece titoli che hanno guadagnato molto recentemente come Leonardo -1,68%, Prysmian -1,5%, Amplifon -0,93%, Interpump -0,92%.

Fuori dal paniere principale Saes Getters (+4,53%) chiude a 38,1 euro per azione, dopo l’opa di SGG Holding, che già controlla il 30,1% del capitale. L’offerta è di 26,3 euro per azione sul restante 69,9% della società ed è finalizzata a ottenere il delisting. Se si aggiunge a questo prezzo anche lo stacco cedola sul 2023 di 12,51 euro, di ottiene un totale di 38,81 euro per azione, che è più o meno il valore cui il titolo si è adeguato.

Spread in calo 

L’andamento sotto controllo dell’inflazione favorisce la stabilità del mercato dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund decennali chiude a  142 punti base, con tassi rispettivamente al 3,87% e 2,45%.

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