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Lvmh, pesano i vini sulla trimestrale 2024 ma il titolo balza in Borsa, seguito da Adidas. Ecco perché i colossi del lusso guardano alla Cina

Tutte le griffe della moda salgono nelle Borse europee. L’ago della bilancia sarà la Cina che questa settimana ha stupito con un Pil superiore al consensus. In arrivo una raffica di dati del comparto

Lvmh, pesano i vini sulla trimestrale 2024 ma il titolo balza in Borsa, seguito da Adidas. Ecco perché i colossi del lusso guardano alla Cina


Tutto il comparto della moda è in grande spolvero stamane a partire da Lvmh che per la verità ieri sera ha pubblicato dati più deboli delle attese. Invece Adidas ha sorpreso positivamente alzando le stime. Le speranze sono riposte nella ripresa degli acquisti cinesi dopo i dati di questa settimana.

A Piazza Affari migliorano tutti, a partire da Moncler che sale del 2,16%, seguita da Brunello Cucinelli +1,87% e Salvatore Ferragamo +1,53%. A Parigi Lvmh a fine mattinata è in rialzo del 4,71%, sale anche Hermes, mentre Kering +0,19% batte la fiacca. A Francoforte Adidas balza del +9,3%, trascinando anche Hugo Boss +1,94%

Lvmh frena nel primo trimestre 2024 (-2%). Pesano i vini a -16% mentre corre Sephora (+3%)

La seduta di oggi del mondo del lusso si è aperta con i dati di Lvmh che per la verità non erano entusiasmanti. Il colosso francese di Bernard Arnault ha chiuso con 20,7 miliardi di ricavi il periodo gennaio-marzo 2024, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli investitori si sono però focalizzati sulla crescita organica che invece ha visto una crescita del 3%. La società ha poi tenuto a sottolineare che l’inizio dell’anno è stato favorevole, nonostante il contesto geopolitico ed economico incerto, con Europa e Stati Uniti che hanno registrato una crescita considerando cambi e area di consolidamento costanti e il Giappone che ha vantato una crescita a due cifre, mentre il resto dell’Asia riflette la forte crescita della spesa dei clienti cinesi in Europa e Giappone”.

La parte del leone è sempre della divisione Moda & Pelletteria, che ha visto una crescita organica del fatturato del 2% a 10,49 miliardi di euro (-2% la variazione effettiva). A penalizzare i conti è stata soprattutto la flessione a doppia cifra degli champagne e del cognac, con un giro d’affari in calo del 16%, o del 12% a livello organico, a 1,4 miliardi. Nel corso della conference call i manager di Lvmh sono stati cauti soprattutto sull’andamento della divisione Vini e Liquori, anche se ormai le scorte dei rivenditori sono così basse che nei prossimi mesi dovrebbe essere molto probabile un miglioramento del business. Invece ha avuto un buon andamento la cosmetica di Sephora (+3%) con il management che, per altro, ha indicato di essere fiducioso anche per i prossimi trimestri.

Gli analisti restano positivi

Per l’intero 2024 il consensus individua una crescita attorno al 7%, con la divisione Moda & Pelletteria in progresso del 6% circa. Gli analisti di Equita stimano il fatturato 2024 a 91,4 miliardi, in crescita attorno al 6% e un utile netto che dovrebbe passare da 15,159 miliardi a 16,5 miliardi, livello quest’ultimo al di sopra del consensus dell’1%. Gli esperti della sim sottolineano che dopo la recente correzione (-9% nell’ultimo mese), il titolo tratta con un rapporto tra prezzo e utili 2024 attorno a 23 volte, in linea con la mediana di settore e al di sotto della media storica attorno a 26,5 volte negli ultimi 5 anni. “Non vediamo eventi che catalizzeranno l’attenzione in questo trimestre, ma restiamo positivi date le valutazioni sotto le medie storiche e le attese di progressiva accelerazione nei prossimi trimestri”, hanno spiegato, confermando dunque la raccomandazione di ‘Buy’ e alzando il target di prezzo a 870 euro dai precedenti 865 euro.

Adidas a sorpresa ha alzato le stime per fine anno (700 milioni l’utile operativo dalla precedente indicazione di 500 milioni), dopo aver pubblicato una trimestrale migliore delle attese (+4% i ricavi a 5,46 miliardi di euro, 336 milioni l’utile netto da 60 milioni dell’anno scorso).

L’ago della bilancia sarà la Cina

L’attenzione di tutte le società del lusso è per i clienti cinesi che faticosamente stanno uscendo dal periodo pandemico. Questa settimana i dati macroeconomici hanno indicato una Cina più robusta del previsto. Il governo cinese ha comunicato che il Pil nel primo trimestre 2024 è cresciuto a un tasso annuo del 5,3%, battendo le previsioni del 5,0% e dopo un +5,2% nel periodo precedente. Si è trattata dell’espansione annuale più forte degli ultimi tre trimestri, sostenuta dalle misure di sostegno di Pechino, mentre il festival del Capodanno lunare ha contribuito a rilanciare la spesa dei consumatori. Il governo ha fissato un obiettivo di crescita del Pil intorno al 5% quest’anno.

Una raffica di dati “griffati” in arrivo

La Cina è diventata dunque l’ago della bilancia del settore. Nei prossimi giorni sono in calendario i dati di Kering, Prada, Hermès e ancora, in seguito, Burberry e Richemont. Quello delineato dagli investitori è uno scenario in cui l’Ex Celeste Impero patisce il confronto poco lusinghiero con lo scorso anno, dice Reuters, quando la definitiva rimozione delle limitazioni pandemiche aveva dato un boost non trascurabile ai consumi del Paese.

Un primo segnale è arrivato dal numero due del lusso mondiale Kering, che lo scorso mese ha anticipato che i ricavi del primo trimestre si contrarranno del 10% a causa di un calo del 20% delle vendite della sua griffe di punta, Gucci, su cui pesa la performance negativa nell’area dell’Asia Pacifico. Una flessione al di sopra del -3% precedentemente stimato dagli analisti.

L’ultimo ‘China Luxury Report’ redatto da Bain & Company ha salutato il 2024 come un anno di crescita contenuta per il lusso cinese. Si tratterebbe, nello specifico, di un avanzamento mid-single digit, secondo cui nel 2023 il luxury market era progredito nel Paese del 12 per cento. Un tasso di crescita trainato da un primo semestre di forte slancio ma anche da un inevitabilmente premiante confronto con il 2022 ancora adombrato dalle conseguenze del Covid.

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