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Borsa: cadono le banche ma bene Intesa. Bene i bond periferici, spread a 210

Vendite insistenti sul comparto bancario, in particolare sulle popolari: pesano i risultati negativi di Julius Baer e del Lloyds Banking Group – Fa eccezione Intesa: il Financial Times scrive che l’ad Messina vorrebbe spostare in una bad bank una parte dei 55 miliardi di euro poroblematici – Bene i bond dei Paesi periferici, spread Btp-bund a 210 pb

Borsa: cadono le banche ma bene Intesa. Bene i bond periferici, spread a 210

Borse europee in ribasso, nonostante la timida ripresa segnalata dagli indici Pmi. Dopo una partenza al rialzo nei primi scambi, l’azionario europeo ha cambiato direzione, appesantito da risultati deludenti nel comparto bancario e dai persistenti timori sui mercati emergenti.

A Milano l’indice FtseMib perde lo 0,9% a quota 19243. Anche Madrid cede lo 0,92%.

In ribasso anche Parigi -0,49%, Francoforte – 0,61% e Londra -0,3%.

Lo spread decennale Italia/Germania oscilla intorno ai 210 punti base, con un rendimento del 3,77%, a pochissima distanza (3,75%) da quelli che per ora sono i minimi degli ultimi tre anni. Stamattina il rendimento del governativo decennale del Portogallo ha segnato il nuovo minimo dal giugno 2010 al 4,94%.

Anche la Grecia non mostra segnali di cedimento: lo spread decennale è a 663 punti base per un rendimento dell’8,3%.

Nel corso della mattinata sono arrivate indicazioni sullo stato dell’industria manifatturiera europea e previsioni sull’andamento del ciclo economico in Italia.

L’indice Pmi delle aziende manifatturiere elaborato da Markit è salito in gennaio nella zona euro a 54 da 53,9 punti.

Il Pil italiano nel quarto trimestre è salito tra lo 0,2 e lo 0,3%. E’ la stima del ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Il governo stima una crescita del pil dell’Italia dell’1,1% quest’anno dopo la contrazione del 2013 (-1,8%). L’Ocse stima per quest’anno in Italia una crescita dello 0,6% mentre, da un sondaggio Reuters condotto il mese scorso tra 20 economisti, emerge una previsione di appena uno 0,4% per il 2014.

Pesano sul comparto bancario i risultati negativi di Julius Baer e del Lloyds Banking Group, che cedono entrambi circa il 2,6% dopo che la prima non ha centrato i target annuali e la seconda ha annunciato il rinvio dei dividendi.

Vendite insistenti anche sulle banche italiane, a partire dalle Popolari. Banco Popolare -3,61 %, Bper -3,14, Bpm -2,17%. In calo anche Unicredit -1,88% e Mediobanca -1,32%.

Fa eccezione Intesa +0,5%: il Financial Times stamattina scrive che l’a.d. Carlo Messina starebbe studiando un progetto per spostare in una “bad bank” interna una parte dei 55 miliardi di euro di crediti problematici (non performing loans). Deutsche Bank ha confermato la raccomandazione Buy, alzando il target price da 2,10 a 2,30 euro.

Fra gli industriali svetta Cnh Industrial +0,83%: Banca Imi ha confermato il giudizio Buy. Al contrario Fiat scende del 2,37%,Finmeccanica-1,76%, StM -0.98%.

Netto ribasso di World Duty Free -4,37%, declassata da Citigroup a Neutral da Buy.

Enel-0,71%, Enel Green Power+0,16% nel giorno della presentazione dei dati del trimestre.

Petroliferi: Saipem -0,23%, Tenaris -1%. Eni – 0,59%. Equita ha taglia il rating a hold e il target price a 18,7 euro. Dopo la cessione degli asset Severenergia, i ritardi prolungati attesi nella zona di Kashagan, la situazione in Libia non completamente stabilizzata, fanno presupporre un 2014 di transizione per Eni.

Telecom Italia -1,8%.

Nel segmento del lusso, Ferragamo -2,52%, Tod’s -3.06%.

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