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Borsa: cadono le banche, corrono i petroliferi. Wall Street ai massimi

Piazza Affari in altalena: nuovi tracolli dei titoli bancari con Mps che perde il 4,6%, giù anche Azimut, ma in ascesa Saipem, Eni, Tenaris e Cnh – Pesano le preoccupazioni per il referendum e lo stacco cedole – In territorio positivo quasi tutti i listini europei – L’indice S&P ai massimi –

Al termine di una giornata incerta il Ftse Mib trova la spinta necessaria per chiudere sopra lo zero a 0,19%, emancipandosi dal poco invidiabile titolo di listino peggiore del continente guadagnato in mattinata. Sulla stessa lunghezza d’onda le altre piazze europee, tutte sopra parità: +0,56% Parigi: +0,19% Francoforte. Poco lontane, ma con il segno meno davanti, Londra con -0,03% e Madrid -0,10%. Wall Street invece apre in gran spolvero una settimana corta, visto che giovedì i mercati resteranno chiusi a causa della festività del Ringraziamento. Nei primi minuti di scambi, dopo che lo S&P 500 tocca il massimo storico, anche il Nasdaq e il Russell 2000, il benchmark per le aziende a piccola capitalizzazione, aggiornano al rialzo i rispettivi record intraday. 

Per Milano le cose vanno meglio di come si poteva prevedere fino a metà giornata e sul fronte obbligazionario anche lo spread, pur crescendo dello 0,45%, si ferma sotto la soglia dei 180 punti base a 178,20.

Piazza Affari paga lo scotto dello stacco dividendi di alcune società: il titolo su cui prevalgono le vendite è Azimut, che lascia sul campo il 6,65%; lo stesso accade a Mediobanca -2,99%, Atlantia -1,71%, Recordati – 1,59%, Banca Mediolanum – 3,20% Terna -1,07%.

Profondo rosso per Mps (-4,65%) a tre giorni dall’assemblea straordinaria, mentre echeggiano rumors per un quorum a rischio;  male le popolari prossime alla fusione, Pop Milano -3,87, Banco Popolare -3,72%. Arretra anche la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, -0,43%, mentre l’ad Alessandro Vandelli conferma la volontà di creare un gruppo di azionisti di controllo al 20-25% dopo la trasformazione in spa in calendario per sabato prossimo. 

Giornata negativa per Unipol -1,69% e Unipolsai -1,48%; Ubi Banca -0,75%; Italgas -0,82%. Unicredit si ferma a -1,11%, dopo che il fondo Aberdeen si è ritirato dalla corsa per l’acquisto di Pioneer.

Positivi i petroliferi, con il rinnovato ottimismo sull’incontro di Vienna a fine mese per un contenimento della produzione, tanto che il Brendt si apprezza del 3,76%. Per Eni il rialzo è dell‘1,53%; Saipem +3,44%; Tenaris +2,79%. Bene Stm +1,35%; Exor +1,41%. Giornata di acquisti su Leonardo +1,27%; Luxottica +2,31%; Moncler +1,28%; Ferrari +1,12%. Fra le società quotate il cavallino rampante risulta regina su Facebook con 16 milioni di fan, secondo un’analisi di Close to Media Digital. Seguono, ma a poco più di 2 milioni, Moncler e Tim. 

Da Facebook arriva inoltre una sorta di smentita dei profeti di sventura per quanto riguarda la Brexit: il big del digitale il prossimo anno espanderà del 50% la sua presenza nel Regno Unito e assumerà 500 persone. Un annuncio che arriva a pochi giorni da quello di Google: altre 3000 persone entro il 2020, per un investimento di  1 mld di sterline. 

Anche le preoccupazioni sul referendum costituzionale italiano non convincono tutti: per i professionisti di Credit Suisse la vittoria del “no” è possibile, ma non comporterà un’uscita dell’Italia dall’euro e probabilmente nemmeno a elezioni anticipate

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