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Banche: giovedì il D-Day per Mps e Good Banks

Gli occhi saranno tutti rivolti verso Siena, dove l’amministratore delegato di Monte dei Paschi, Marco Morelli, sottoporrà all’assemblea dei soci il piano di salvataggio dell’istituto toscano – Giornata cruciale anche per tre delle quattro Good Banks – Per Banca Marche, Popolare Etruria e Carichieti le operazioni di cessione al gruppo Ubi sono entrate nel vivo.

Banche: giovedì il D-Day per Mps e Good Banks

Giovedì 24 novembre sarà una giornata di importanza cruciale per il settore bancario italiano, dopo le pesanti perdite subite a Piazza Affari nel corso delle ultime settimane.

Gli occhi saranno tutti rivolti verso Siena, dove l’amministratore delegato di Monte dei Paschi, Marco Morelli, sottoporrà all’assemblea dei soci il piano di salvataggio dell’istituto toscano, un’operazione di ricapitalizzazione per 5 miliardi di euro complessivi. In quell’occasione saranno fondamentali i numeri. Perché la riunione sia valida, occorrerà la presenza di soci in rappresentanza perlomeno del 20% del capitale sociale. Conti alla mano, non sarà semplice, sommando gli azionisti principali (Tesoro con il 4%, Axa con il 3,1%, Alessandro Falciai con l’1,8%, Fondazione Mps con l’1,5% e Fintech con l’1,3%) si arriva all’11,7%. In base alle ultime notizie pubblicate dall’Ansa, il quorum del 20% dovrebbe essere raggiunto, non senza fatica, grazie all’apporto dei fondi esteri che hanno fatto confluire le loro deleghe all’avvocato Dario Trevisan, rappresentante degli investitori istituzionali in diverse assemblee delle società quotate.

Ma il 24 novembre non sarà importante solo per il Monte dei Paschi, ma anche per almeno tre delle quattro Good Banks, Banca Marche, Popolare Etruria e Carichieti per le quali le operazioni di cessione al gruppo Ubi sono entrate nel vivo.

Proprio giovedì, il Supervisory Board della Banca Centrale Europea, esaminerà la proposta presentata dall’ad Victor Massiah. Tra i nodi da sciogliere, spicca senza dubbio quello relativo agli Rwa, vale a dire gli attivi ponderati per il rischio, per la cui valutazione la banca chiede il riconoscimento dei propri modelli interni.

Un’altra questione da affrontare sarà quella sui ratio patrimoniali che Ubi avrà dopo l’acquisizione. Senza contare il problema relativo al tempo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, “Sembra infatti che nell’anno trascorso dal “salvataggio” i crediti inesigibili in portafoglio a Banca delle Marche siano aumentati di circa 600 milioni su 2 miliardi di impieghi. Cifre che se confermate, evidenzierebbero l’urgenza di un intervento”.

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