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Borsa 7 dicembre: il crollo del petrolio apre scenari promettenti per il calo dell’inflazione e dei tassi

Pausa nel rally delle Borse ma il continuo ribasso dei prezzi del petrolio, al di là delle ragioni geopolitiche, può aiutare la discesa dell’inflazione e la revisione della politica monetaria con effetti benefici su azioni e bond

Borsa 7 dicembre: il crollo del petrolio apre scenari promettenti per il calo dell’inflazione e dei tassi

“i tassi possono scendere nel 2024. Ma non adesso”. È toccato a François Villeroy de Galhau il capofila francese delle colombe della Bce spegnere l’effetto delle parole di Isabel Schnabel, la portavoce dei falchi che, a sorpresa, aveva annunciato mercoledì che la stagione dei rialzi era finita scatenando così gli acquisti sui bond. La prudenza del banchiere assieme all’attesa dei dati sull’occupazione Usa di oggi ha avuto l’effetto di frenare la corsa del Tro nella notte. Ma non mancano, però, nuovi segnali di calo dei tassi. I prezzi del petrolio sono in caduta libera. -13% il Brent a 74,6 dollari al barile, un dato che some sottolinea Reuter “rappresenta una buona notizia per l’inflazione, il futuro dei bond e per le prospettive di taglio dei tassi l’anno prossimo”. Ma qui si entra nel terreno minato della geopolitica: il calo ha coinciso con l’arrivo a Ryad di Putin per un vertice con Mbs. Fare previsioni è davvero arrischiato.

Apertura in calo in Europa, Milano poco mossa

La cautela, dopo i record di ieri, è davvero di rigore. Le borse dell’Europa aprono in calo. A Piazza Affari deboli le banche, eccetto Finecobank e Unicredit.

Ieri l’indice Ftse Mib di Milano ha guadagnato lo 0,8% a 30.0326 punti, nuovo massimo di lungo periodo (2008).

I segnali in arrivo dai mercati del Vecchio Continente vanno nella direzione di nuovi primati.

Mercati al top. Volano Francoforte e Madrid

Il Dax tedesco (+0,7%) è arrivato al settimo rialzo consecutivo e ai nuovi top assoluti a 16.656 punti. La rottura del precedente massimo record di 16.500 punti potrebbe aprire spazi per allungare fino 17mila punti, sempre che venga confermata almeno a fine settimana.

Nuovi top dal 2018 per l’Ibex spagnolo, +24,7% nel 2023 secondo miglior risultato in Eurozona. 

L’Eurostoxx 50 (+0,7%, 4.483) ha messo a segno il quinto rialzo in sei sedute, portandosi sui top da luglio.

I nuovi massimi di Milano, per i graficisti, possono aprire la strada a nuovi rialzi: se confermata a fine settimana, la rottura di area 30mila aprirà la strada ad allunghi in tempi brevi almeno fino a 34mila punti. Nel 2023 è il miglior mercato in Europa con un +28%, al netto dei dividendi staccati. 

Mentre il mercato obbligazionario Usa prova a stabilizzarsi, il mercato europeo continua a macinare record. Rendimento Treasury Usa decennale a 4,16% da 4,19% di ieri. Bund decennale tedesco a 2,20% da 2,25%, minimo da maggio. Btp decennale a 3,92% da 3,98%, minimo da febbraio. Spread stabile a 173.

Anche il banchiere lettone Maerin Kazaks prova a spegnare il rally delle obbligazioni. Non c’è necessità di correre a ridurre il costo del denaro già nella prima parte dell’anno prossimo. Kazaks ha aggiunto che se le prospettive dovessero cambiare e l’equilibrio dei rischi per la stabilità dei prezzi si sposterà, “le nostre decisioni sui tassi potrebbero cambiare”.

I dati sul lavoro frenano Wall Street

Future piatti a Wall Street dopo il terzo modesto calo consecutivo: l’induce S&P500(-0,4%, 4.550 punti), conferma l’avvio di una più che legittima fase di consolidamento, dopo il +9% di novembre, sotto la forte resistenza a 4.600 punti.

I dati di ieri hanno evidenziato un “raffreddamento” del mercato del lavoro. I nuovi posti di lavoro nel settore privato a novembre hanno raggiunto 103.000, erano 106.000 nel periodo precedente (dato revisionato). Il consensus si aspettava 130.000. La variazione positiva di novembre è la seconda più bassa del 2023. Per la prima volta da inizio 2021 i settori del divertimento e dell’ospitalità registrano una variazione negativa.

Nvidia -2%%. Il Ceo, Jensen Huang, ha dichiarato ieri sera a un evento che l’azienda lavora a stretto contatto con il governo statunitense nella creazione di prodotti conformi alle normative sulle esportazioni in Cina. Le affermazioni dovrebbero ridimensionare i timori di una limitazione alle vendite di chip ad alta performance alla clientela cinese.

Cina sulla parità, in calo il Nikkei

Le borse della Cina sono intorno alla parità in una seduta di ribassi diffusi in Asia Pacifico. Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è invariato. 

La Cina registra a novembre un surplus commerciale di 68,39 miliardi di dollari, in rialzo dai 66,49 miliardi dello stesso mese del 2022 e ben oltre i 58 miliardi stimati alla vigilia dagli analisti. I dati, diffusi dalle Dogane cinesi, beneficiano di un export tornato a sorpresa positivo, per la prima volta in 7 mesi, grazie alla frazionale crescita dello 0,5%, contro attese a -1,1%, mentre l’import cede lo 0,6% a fronte di previsioni pari a +3,3%. 

Altrove, l’indice Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,8%. Borsa di Tokyo in ribasso: Nikkei -1,7%. Deboli i mercati azionari della Corea del Sud e dell’India.

Petrolio “stordito” da cinque ribassi di fila

Petrolio “stordito” da cinque pesanti ribassi consecutivi, ieri -4%, che hanno schiacciato la quotazione su nuovi minimi da cinque mesi. Le scorte di benzina Usa sono aumentate di 5,4 milioni di barili la settimana scorsa, superando di gran lunga le aspettative per un aumento di 1 milione di barili. I prezzi del petrolio sono diminuiti di circa il -10% da quando l’Opec + ha annunciato tagli volontari complessivi alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno. I mercati sembrano ignorare completamente le manovre del cartello dei produttori volte a mantenere elevati i prezzi del petrolio. Reuters ha rilevato che la produzione petrolifera dell’Opec è scesa a novembre, registrando il primo calo mensile da luglio, a causa delle minori spedizioni da parte di Nigeria e Iraq, nonché dei continui tagli a sostegno del mercato da parte dell’Arabia Saudita e di altri membri dell’Opec +.

L’Indice Bloomberg (97,60 usd) ha perso il -2%, quinto ribasso consecutivo, scivolando sui nuovi minimi da cinque mesi in sintonia con l’andamento del greggio. Il gas Ue (Amsterdam) ieri è rimbalzato del +3% finendo a 39,30 euro/mwh, la reazione è partita dal minimo degli ultimi due anni. 

Stellantis tratta sugli investimenti, Bper ristruttura

Stellantis. L’Italia ha sei miliardi di euro di fondi ancora disponibili da investire per sostenere l’industria automobilistica. Lo ricordano i sindacati dopo l’avvio del tavolo per lo sviluppo dell’automotive italiano con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e i rappresentanti della casa automobilistica.

Tim. Barclays lima di poco il target price a 0,33 euro.

Unicredit ha comunicato la chiusura anticipata del periodo di offerta relativo alle senior notes da 75 milioni di euro, interesse 6,30%, in scadenza il 14 novembre 2036 emesse dalla banca. L’ultimo giorno di offerta è il 7 dicembre.

Bper. Il Corriere della Sera dà conto dei piani di riduzione volontaria del personale portati avanti dalla dirigenza. L’obiettivo di Bper è accompagnare all’uscita volontaria circa mille persone e in cambio incassare l’assunzione di 500 giovani, avvicinandosi al traguardo dei 1.450 nuovi ingressi come annunciato nel piano Bper e-volution presentato a giugno 2022. A fine 2025, invece le uscite dovranno raggiungere quota 3.300 portando così il perimetro complessivo a 19.400 dipendenti. La firma dell’intesa porterebbe a metà del percorso il progetto di ricambio generazionale nell’istituto guidato da Piero Luigi Montani. Nel 2022 erano infatti già usciti 1.100 dipendenti e a marzo scorso altri 540, a fronte di 800 domande inoltrate

Banca Mps. Barclays detiene al 27 novembre il 5,653% del capitale di Mps in indiretta proprietà, secondo le ultime rilevazioni della Consob.

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