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Borsa 6 settembre ultime notizie: il crollo degli ordini dell’industria tedesca pesa anche su Piazza Affari

Caduta shock degli ordini dell’industria manifatturiera tedesca (-11%) che trascina giù tutti i listini europei e soprattutto la Borsa di Milano considerando che la Germania è il principale mercato di sbocco europeo dell’industria italiana

Borsa 6 settembre ultime notizie: il crollo degli ordini dell’industria tedesca pesa anche su Piazza Affari

I nuovi segnali di debolezza dell’economia tedesca e la fiammata del petrolio, vista nella vigilia, hanno alimentato oggi un’onda rossa sui mercati europei, che si è ingrossata nel pomeriggio, soprattutto a Milano, con l’avvio debole di Wall Street, a poche ore dalla pubblicazione del Beige Book da cui potrebbero arrivare nuove indicazioni sulle prossime mosse della Fed.

Piazza Affari è in maglia nera e chiude con una sonora perdita dell’1,54%, scendendo a 28.211 punti base, a causa delle vendite sulle banche, a partire da Montepaschi (-5,64%) che sembra in difficoltà sul tabellone del nuovo Risiko nel settore.

Le perdite sono più contenute a Madrid -0,77%, Parigi -0,84%, Francoforte -0,19%, Londra -0,16%, Amsterdam -0,22%.

Il greggio prende fiato e tratta in lieve ribasso (Brent 89,94% dollari al barile, -0,1%), dopo aver superato ieri i 90 dollari a causa dei tagli prolungati fino a fine anno da Arabia Saudita e Russia, che hanno riacceso i timori verso l’inflazione mentre si avvicinano le riunioni di settembre di Bce e Fed.

In questa fase prosegue la risalita del dollaro, mentre l’euro resta vicino a un cambio di 1,07.

Tensioni si registrano sui titoli di Stato su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Nessun segnale conciliante dalla Bce, mentre scendono gli ordini alle fabbriche tedesche. L’Ocse sostiene Lagarde

In questo contesto si potrebbe forse parlare di timore di stagflazione da parte degli investitori, con un’economia che rallenta e un’inflazione che potrebbe riprendere quota senza essersi mai veramente piegata.

Ad alimentare questa lettura possono contribuire oggi i nuovi ordini nel settore manifatturiero in Germania, che sono scesi a luglio dell’11,7% secondo l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), mentre i tagli alla produzione del petrolio alimentano la paura di una ripresa del caro energia.

In tema di banche centrali oggi la Bank of Canada ha deciso di mantenere fermi i tassi d’interesse al 5%, livello a cui erano stati portati alla riunione precedente e che non veniva raggiunto da 22 anni, mentre la Banca Centrale Polacca ha deciso di abbassare il tasso di riferimento principale al 6% rispetto al precedente 6,75%.

Dal fronte Bce le ultime dichiarazioni prima del silenzio stampa pre-riunione (del 14 di settembre), non sono incoraggianti. Per il governatore slovacco Peter Kazimir, si dovrebbero alzare i tassi di interesse la prossima settimana, forse per l’ultima volta. Per il governatore dei Paesi Bassi Klaas Knot “Il rialzo è una possibilità, non una certezza”, ma “il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% alla fine del 2025 è il minimo indispensabile da raggiungere”. Il governatore francese Francois Villeroy de Galhau è convinto “che siamo vicini o molto vicini al punto massimo dei tassi di interesse”. Secondo il numero uno della Banca d’Italia Ignazio Visco la Bce è ormai vicina al livello al quale fermare l’aumento dei tassi.

L’Ocse sta con Christine Lagarde: anche se i tassi di interesse più alti stanno amplificando le vulnerabilità finanziarie – sostiene – e “cominciano a pesare sull’economia”, la politica monetaria (largamente appropriata) “deve ridurre l’inflazione durevolmente” e le politiche di bilancio degli Stati “devono diventare sufficientemente restrittive”.

Salgono i rendimenti in Eurolandia

In questo contesto i rendimenti sul secondario salgono e la carta italiana non brilla. Lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco sale a 174 punti base (+1,61%) e i tassi crescono ancora. Il Btp è indicato a +4,39% (dal 4,32% di ieri) e il Bund sale al 2,65% (dal 2,6%).

Piazza Affari, la mossa di Unipol scuote le banche

Le banche sono il macigno che oggi butta giù Piazza Affari. A innescare il nuovo sisma contribuisce la notizia che il gruppo Unipol (-0,71%) ha messo nel mirino Banca Popolare di Sondrio (+1,92%). Unipolsai (-0,09%) ha chiesto infatti l’autorizzazione alla Bce per salire al 19,9% nel capitale dell’istituto, di cui già detiene il 9,5%. Una mossa che potrebbe preludere a un matrimonio con Bper (-3,6%), di cui Unipolsai è azionista di riferimento. Quest’ultima uscirebbe così dal novero dei possibili candidati a un’unione con Banca Mps, che per ora non ha trovato interlocutori utili né in Banco Bpm (-3,09%) né in Unicredit (-4,99%). La debolezza nel settore contagia Intesa (-2,25%).

Tra le peggiori blue chip del giorno c’è inoltre Moncler (-4,97%), che resta in allarme per l’andamento dell’economia cinese.

Le poche blue chip in rialzo sono Leonardo +0,99%, Pirelli +0,36%, Prysmian +0,11%, Stellantis +0,08%. 

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