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Borsa 22 settembre ultime notizie: altra giornata di ribassi per Piazza Affari e Parigi. Brillano però Tim ed Eni

I ripetuti ribassi delle Borse europee e in particolare di Milano fanno pensare che la correzione sia cominciata e che possa durare anche in ottobre – Decoupling tra Europa e Usa – Tra le blue chips di Piazza Affari spiccano Tim in vista della vendita della rete ed Eni per l’aumento del prezzo del petrolio

Borsa 22 settembre ultime notizie: altra giornata di ribassi per Piazza Affari e Parigi. Brillano però Tim ed Eni

Una piccola scossa di assestamento ha caratterizzato oggi l’andamento delle borse europee, che chiudono poco mosse una settimana di grandi alti e bassi, a seguito delle riunioni delle banche centrali, a partire da quella della Federal Reserve. Oggi la BOJ non ha stupito, mantenendo una politica ultra accomodante.

L’umore delle piazze continentali non è migliorato neppure nel finale, nonostante Wall Street, dopo un avvio contrastato, abbia trovato un passo positivo. D’altra parte, per New York sarà probabilmente la settimana peggiore degli ultimi sei mesi.

Nella zona euro si sono fatti sentire d’altra parte i timori di recessione, dopo i dati Pmi di settembre, mentre l’area appare sempre più divisa sulla crisi dei migranti.

Inoltre, non mancano timori sul fronte dell’inflazione, a seguito della ripresa dei rincari dell’energia. Il prezzo del petrolio sta trovando nuovi spunti di ottimismo nello stop della Russia alle esportazioni di carburante (Brent +0,9% oltre i 94 dollari al barile); il gas ha superato i 40 euro ad Amsterdam, per poi ripiegare leggermente intorno a 39,9 euro. I titoli di Stato non si sono allontanati molto dalle recenti vette (chiude in rosso la carta italiana) e il dollaro è avviato a chiudere il decimo rialzo settimanale consecutivo contro un paniere di valute. L’euro cambia sui livelli di ieri in area 1,066.

Europa debole; benino AstraZeneca con farmaco contro il cancro al seno

Piazza Affari perde lo 0,46% scende a 28.575 punti base, Parigi cede lo 0,4%, Madrid lo 0,49%, Amsterdam lo 0,22%, Francoforte è piatta, come Londra. Anche il titolo della britannica AstraZeneca riduce i guadagni allo 0,22%, dopo aver annunciato che un suo farmaco contro il cancro al seno ha mostrato buoni risultati in uno studio in fase avanzata.

I mercati stanno lentamente metabolizzando l’intenzione della Federal Reserve di mantenere i tassi alti per un periodo più lungo di quanto sperato dagli investitori, mentre nella zona euro sale la preoccupazione per lo stato di salute dell’economia alla luce degli indicatori Pmi di settembre, in timido miglioramento, ma tutti sotto la soglia di 50 punti, che separa espansione e contrazione. L’andamento del mese in corso fa salire le probabilità che l’economia del blocco si contragga nel terzo trimestre. In dettaglio l’indice Pmi messo a punto da Hcob cala a 43,4 punti rispetto ai 43,5 punti di agosto, ai minimi da 2 mesi. L’indice Pmi dei servizi sale a 48,4 punti rispetto ai 47,9, valore massimo in due mesi. Il Pmi composito sale a 47,1 punti a settembre dai 46,7 punti di agosto.

Per l’Italia poi oggi l’Istat ha confermato il tasso di crescita dell’economia e il rapporto deficit/pil relativi al 2022, offrendo poco aiuto al governo impegnato in una complicata manovra per il prossimo anno (pil 3,7%). L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil nel 2022 è invariato a -8% (-8,8% nel 2021). Il rapporto debito/pil nel 2022 passa da 144,7% a 141,6%, quello del 2021 passa da 149,8% a 147%.

La revisione è stata consistente per il pil 2021, che sale all’8,3% (con un incremento dell’1,3% sui conti fatti prima).

“Il Superbonus ha annullato i miliardi che erano stati portati dalla revisione” dei conti e che ha migliorato di 0,2 punti il deficit nel 2021, ha spiegato Giovanni Savio, capo della direzione per la contabilità nazionale dell’Istat.

Piazza Affari, svetta Telecom, prese di profitto sulle banche

In Piazza Affari la blue chip migliore del giorno è Telecom, che si apprezza dell’1,69%, in attesa degli sviluppi sul dossier della rete.

Chiudono con il segno più Moncler +1,66%, Eni +1,48%, Recordati +0,89%, Nexi +0,93%, Stellantis +0,68%.

Le prese di profitto mandano invece a picco Amplifon -4,27% e pesano anche sulle banche.

Arretrano Mps -3,18%, Unicredit -1,35%.

Sono negative le utility: Hera -2,16%, A2a -2,15%, Snam -1,55%, Italgas -1,56%. Su quest’ultima pesa anche il bond collocato da Snam e convertibile in azioni Italgas.

Nell’automotive sono in rosso Pirelli -1,96% e Cnh -1,79%.

Spread in rialzo

Con le varie preoccupazioni che potrebbero cominciare a montare come panna montata, tra i conti che non tornano e la crisi dei migranti, soffre la carta italiana, che chiude in rosso. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata che sale a 184 punti base (+2,35%). Il rendimento del titolo italiano sale a 4,57% (da 4,54% di ieri) e quello del Bund arretra leggermente a +2,73% (da +2,74%).

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