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Borsa 17 gennaio: Lagarde sui tassi scalda le banche ma non le piazze azionarie e la Cina è un’altra incognita

Le parole della presidente Bce sui tassi, che scenderanno solo in estate, piacciono alle banche che salgono in Borsa ma non bastano a salvare i listini azionari, tra cui Milano che perde quasi l’1% e difende a fatica quota 30mila

Borsa 17 gennaio: Lagarde sui tassi scalda le banche ma non le piazze azionarie e la Cina è un’altra incognita

Il malessere registrato nei prime due giorni della settimana sui mercati finanziari europei, si è intensificato oggi, alimentato dalla deludente crescita della Cina, dalla risalita dell’inflazione in Gran Bretagna, dalla prudenza delle banche centrali, mentre il quadro geopolitico sullo sfondo resta fiammeggiante. Oltreoceano anche Wall Street si muove debole nelle prime ore di scambi.

In Europa la chiusura è in ribasso per Piazza Affari, che riduce le perdite allo 0,79% in zona Cesarini e salva i 30mila punti base; è più pesante il bilancio giornaliero di Londra -1,49% e a seguire Madrid -1,26%, Parigi -1,07%, Amsterdam -0,91% e Francoforte -0,9%.

Tra i titoli maggiormente colpiti dalle vendite ci sono quelli del lusso e i minerari.

Acquisti sul dollaro; giù petrolio e gas

L’avversione al rischio favorisce il dollaro, come bene rifugio: l’euro tratta in calo in area 1,084. A far salire il biglietto verde ai massimi di un mese contro le principali valute contribuiscono i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti (+0,6% a dicembre, oltre le attese) che possono intaccare le scommesse sull’attesa sforbiciata della Fed a marzo. La percezione che le banche centrali saranno meno colombe di quanto stimato fin qui ha effetti anche sui T-Bond, che vedono tassi in crescita (il decennale è al 4,1%), in diretta concorrenza con le mega cap a stelle e strisce (in calo al Nasdaq).

Continua d’altra parte la discesa dei prezzi dell’energia, nonostante il caos nel Mar Rosso. Il petrolio guarda con preoccupazione alla domanda, a causa  dell’andamento dell’economia cinese: Brent -0,86%, 77,62 dollari al barile; Wti -0,4%, 72,11 dollari al barile. Crolla nuovamente il gas ad Amsterdam, 27,600 euro al Mwh (-6,76%).

Lagarde possibile taglio dei tassi entro l’estate, ma…

Christine Lagarde, prima del suo intervento ufficiale al Forum di Davos, in un’intervista a Bloomberg, ha detto che tra i membri del consiglio direttivo della Bce c’è consenso per un taglio dei tassi entro l’estate, ma i distinguo da fare sono molti. Intanto non bisogna agire troppo presto per non vanificare il lavoro fatto fin qui e poi bisogna arrivare in maniera sostenibile e stabile all’obiettivo del 2% a lungo termine. I mercati non devono cantare vittoria ed essere troppo ottimisti sui tassi. Infatti oggi sono rimasti indifferenti a fronte di questa apertura della presidente della Bce, anche alla luce delle molte dichiarazioni prudenti registrate nei giorni scorsi da esponenti del board, tanto più che a dicembre l’inflazione si è risvegliata in Gran Bretagna e il tasso annuale dei prezzi al consumo è tornato al 4% dal 3,9% di novembre, contro attese del 3,8%. Nell’area delle moneta unica Eurostat ha confermato un’inflazione a +2,9% a dicembre.

Tra le notizie del giorno, idonee a raffreddare gli entusiasmi, c’è da segnalare la crescita del pil cinese al 5,2% nel 2023, contro attese di +5,3% e un obiettivo di Pechino fermo al 5%. A corollario una serie di altri dati che hanno peggiorato la percezione dello stato di salute della seconda economia mondiale, praticamente l’unica in deflazione. In particolare il fatto che la popolazione si è contratta per il secondo anno di fila e la conferma che il settore immobiliare è in sofferenza (-7,8% le spese per costruzioni, -20,9% la partenza di nuovi progetti). Questo ha pesato sui listini asiatici e in particolare su Hong Kong (-3,71%).

In Piazza Affari salgono le banche, arretra il lusso

Sono i titoli finanziari a dare oggi un po’ di respiro a Piazza Affari, mentre lusso e utility arretrano.

In cima al listino tornano i titoli delle banche: Mediobanca +2,56, Mps +2,09%, Banco Bpm +1,4%, Bper +0,98%, Intesa +0,46%. Si confermano gli spunti sui titoli assicurativi, Unipol +0,71%, mentre il risparmio gestito sale con Azimut +0,4% e arretra con Finecobank -1,9%. Rialzano la testa i titoli della sanità come Amplifon +0,85% e Recordati +0,48%. Lima i guadagni Telecom Italia, +0,88%, effervescente in mattinata dopo la notizia del via libera del governo alla cessione della rete a Kkr.

I ribassi sono forti invece sui titoli del lusso, maggiormente esposti alla Cina: Moncler -2,78%, Cucinelli -1,75%.

Sono tornate massicce le vendite su Stm -2,42%, in scia alle perdite di Apple, in ribasso anche oggi a causa dei forti sconti nel celeste impero per guadagnare quote di mercato.

Arretra l’automotive: Iveco -1,95%, Stellantis -1,4%. A dicembre 2023, per la prima volta da quasi cento anni, Volkswagen (-3,09% a Francoforte) ha venduto più automobili in Italia di quanto non abbia fatto la Fiat.

Perdite per Inwit -2,42%, Snap -1,93%, Eni -1,87%, Hera -1,85%, Nexi -1,74%.

Salgono i rendimenti dei titoli di Stato

Il clima non è  favorevole neppure ai titoli di Stato, i cui prezzi scendono mentre i tassi salgono sulle due sponde dell’Atlantico.

La seduta è negativa per la carta italiana, con il Btp decennale che vede il rendimento tornare al 3,91%, contro il 2,27% del Bund di pari durata, per uno spread in allargamento a 164 punti base (+1,94%).

Da Davos intanto il ministro all’economia Giancarlo Giorgetti, interpellato sulla possibilità che la Bce tagli i tassi entro l’estate osserva: “è una buona notizia per tutti non solo per il debito italiano, anche per tutte le famiglie che hanno un mutuo, per le imprese che devono investire, quindi prima arriva il taglio meglio è”.

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