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Borsa 11 gennaio chiusura: l’impennata dell’inflazione Usa allontana il taglio dei tassi e manda in rosso tutti listini

Le nuove rilevazioni sull’inflazione americana più alta del previsto turbano i mercati che temono l’allontanarsi del taglio dei tassi della Fed e imboccano la via del ribasso – Sale il Bitcoin dopo il via libera della Sec, boom per Ether

Borsa 11 gennaio chiusura: l’impennata dell’inflazione Usa allontana il taglio dei tassi e manda in rosso tutti listini

L’inflazione statunitense delude i mercati e la seduta odierna si chiude in calo in Europa, in linea con l’andamento negativo di Wall Street.

Piazza Affari cede lo 0,66%, in modo simile a Francoforte -0,88%, Parigi -0,52%, Madrid -0,62% e Londra -0,98%. È piatta Amsterdam -0,06%.

Oltreoceano le perdite sono, al momento, analoghe a quelle europee: Dj -0,65%, S&P500 -0,88%, Nasdaq -1,01%. Tra i titoli ci sono novità nel derby Microsoft-Apple come società a maggior capitalizzazione al mondo. La creatura di Bill Gates (+0,9%) sta infatti superando la mela di Cupertino (-0,85%) per la prima volta dalla fine del 2021. Apple però ha chiuso più di 500 sedute consecutive da regina.

Da segnalare infine c’è la febbre da bitcoin tra gli investitori, dopo il via libera agli Etf da parte della Consob statunitense. Nei primi 30 minuti di trading, il flusso è stato di 1,2 miliardi di dollari: il maggior volume di transazioni riguarda il Grayscale Bitcoin Trust, con 446.414 dollari, seguito dall’iShares Bitcoin Trust – quello di BlackRock – con 388.939 dollari e il Fidelity Wise Origin Bitcoin Fund con 230.386 dollari.

I prezzi accelerano negli Usa a dicembre

I prezzi al consumo negli Stati Uniti nel mese di dicembre hanno registrato un incremento dello 0,3% rispetto a novembre, contro attese di +0,2%. A livello annuale si passa a +3,4%, da +3,1% del mese prima e con il consensus fermo al 3,2%. Il dato core è più vicino alle stime: +3,9%, dopo il +4% di novembre e attese di +3,8%. L’andamento però, unito a un mercato del lavoro che resta vivace, smorza l’ottimismo sulle prossime mosse della Fed e le scommesse di un primo taglio a marzo si sono ulteriormente ridotte.

Anche le nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono scese di mille unità a 202 mila, mentre gli analisti avevano indicato un aumento a 210 mila unità. 

Dollaro e rendimenti dei T-Bond in ripresa; corre il petrolio

L’affievolirsi dell’ottimismo sui tempi e l’entità dei tagli dei tassi da parte della Fed, ha aiutato la risalita del dollaro che attualmente è in progresso contro un panel delle principali valute.

L’euro, che si era avvicinato a 1,1, tratta al momento in ribasso in area 1,0945.

Salgono anche i rendimenti dei T-Bond, mentre i prezzi si abbassano: il Treasury decennale vede un tasso nuovamente oltre il 4%.

A preoccupare in termini d’inflazione è anche l’andamento del petrolio, che è nuovamente in rialzo con le tensioni nel Mar Rosso che non si placano. In particolare l’autorità britannica per le operazioni commerciali marittime (Ukmo) ha ricevuto una segnalazione secondo cui una nave a circa 50 miglia nautiche a est della costa dell’Oman è stata attaccata da quattro o cinque individui armati. In questo contesto il greggio texano, febbraio 2024, si apprezza del 3% a 75,53 dollari al barile; il Brent, marzo 2024, mostra un un incremento del 2,62% a 78,81 dollari al barile.  

Decollano le criptovalute

Monete digitali in rally dopo l’approvazione dei primi 11 Etf spot sul bitcoin da parte della Securities and Exchange Commission (Sec), autorità di vigilanza dei mercati finanziari statunitensi. In sostanza questa novità consente per la prima volta di investire nella principale moneta digitale come se fosse un normale titolo azionario.

Dopo essere salito fino a 49 mila dollari, al momento il bitcoin sale ora dell’1,6% a 46,086 dollari. È più tonica Ether, seconda criptovaluta al mondo, +7% a 2.579 dollari.

Piazza Affari si aggrappa a Iveco, ma le banche vanno giù

Sul principale listino di Piazza Affari oggi svetta Iveco, che chiude la seduta con un balzo del 5,89% in un settore automotive ben comprato in tutta Europa. Si apprezzano anche Pirelli +2,82% e Ferrari +0,3%. Leonardo +1,95%, si conferma attraente. Una spinta oggi è venuta dalla controllata Leonardo Drs, che ha ottenuto contratti dalla Marina degli Stati Uniti per un valore di oltre 3 miliardi di dollari. Le commesse riguardano la fornitura di sistemi di propulsione elettrica per i sottomarini classe Columbia. Il contratto, la cui aggiudicazione era stata comunicata nel terzo trimestre del 2023, rafforza la posizione di Drs nell’ambito del programma Columbia che riguarda 12 nuovi sottomarini con missili balistici – secondo quanto spiega l’azienda in una nota.

Ad appesantire il listino invece sono soprattutto i titoli finanziari. Mps veste la maglia nera e perde il 4,47%, male anche Bper -1,93% e Banco Bpm -1,68%. Nel risparmio gestito il titolo peggiore è Azimut, -2,9%, che nel momento della diffusione di conti e guidance ha toccato il massimo da gennaio 2022, per poi invertire la rotta.

Le utility sono deboli con A2a -2,87%, Hera -2,43%. Tra i petroliferi a guidare i ribassi è ancora una volta Saipem -2,56%. Giornata no per Moncler -1,66%, mentre Cucinelli si rafforza +2,19% 

Spread, il Btp riduce i guadagni

Il dato sull’inflazione a stelle strisce ha sgonfiato un po’ anche i titoli di Stato italiani, dopo una mattina decisamente positiva. A fine seduta lo spread tra Btp 10 anni e Bund 10 anni è a 161 punti base e i tassi si riducono rispetto alla vigilia, rispettivamente a +3,78% e +2,21%.

Sul primario le cose sono andate bene per il Tesoro, che ha collocato quattro miliardi del nuovo Btp a 3 anni, massimo dell’offerta, con tassi in calo ai minimi da settembre 2022. I Btp con scadenza 15 febbraio 2027 sono stati assegnati con un rendimento al 3,03%, -20 punti base rispetto a metà dicembre.

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