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Borsa 10 luglio: atteso lieve rialzo. Francia sotto la lente, avviso di Moody’s sul nuovo governo. A Wall Street svettano Tesla, Intel e Nvidia

La Francia resta al centro delle preoccupazioni degli investitori nel Vecchio Continente. Il monito di Moody’s sulle prospettive legate al debito e sull’abrogazione della riforma delle pensioni. Cosa seguire a Piazza Affari

Borsa 10 luglio: atteso lieve rialzo. Francia sotto la lente, avviso di Moody’s sul nuovo governo. A Wall Street svettano Tesla, Intel e Nvidia

Le Borse europee si muoveranno anche oggi con circospezione, con i futures che indicano comunque un’apertura in leggerissimo rialzo. Gli investitori sono in attesa di chiarimenti dalla Francia, sotto la lente anche dell’agenzia Moody’s. A Wall Street buone performance su Intel, Nvidia e Tesla. In Asia, buon rialzo a Tokyo. In Cina inflazione quasi piatta. A Piazza Affari da seguire Tim e Unicredit oltre al risiko bancario. Raffica di valutazioni

Lo stallo politico francese ma soprattutto la prospettiva che un nuovo governo non sia in grado di far fronte agli impegni fiscali ed economici ha iniziato a preoccupare anche l’agenzia di rating Moody’s. Ieri ha lanciato un monito dicendo che l’eventuale abrogazione della riforma delle pensioni e la riduzione dell’impegno del governo a ridurre la spesa pubblica potrebbero avere un impatto negativo sul rating della Francia che potrebbe essere declassato a “negativo”. Senza una maggioranza chiara, “l’approvazione delle leggi sarà certamente difficile” osserva l’agenzia di rating. Moody’s ha espresso particolare preoccupazione per il possibile aumento dei costi degli interessi per il debito. L’ex primo ministro del presidente francese Emmanuel Macron, Edouard Philippe, ha invitato i partiti del centro e del centro-destra a unire le forze per formare un nuovo governo.

Il tanto atteso discorso del presidente della Fed ieri al Senato Usa, che verrà replicato oggi alla Camera, non ha sortito grandi sorprese sul mercato. Powell si è limitato ieri a ripetere quanto detto nelle precedenti uscite: che l’inflazione si sta raffreddando ma servono altri segnali e conferme del trend, prima di procedere con il taglio dei tassi. La crescita del pil è rallentata nella prima metà dell’anno e il mercato del lavoro è forte, ma non eccessivamente, ha affermato, sottolineando che la politica monetaria restrittiva sta aiutando a bilanciare la domanda e l’offerta. “Tagliare troppo presto e troppo potrebbe danneggiare i progressi compiuti sull’inflazione, mentre tagliare troppo poco e tardi potrebbe indebolire l’economia”, ha aggiunto Powell. Gli investitori sono alla ricerca di nuovi indizi sulla politica monetaria. Le scommesse prevalenti sono per un primo allentamento a settembre.

Il Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,13% a 39.292 punti, mentre l’S&P500 ha guadagnato lo 0,07% a 5.577 punti, con il nuovo massimo storico di 5.591 punti. Segno più anche per il Nasdaq (+0,14% a 18.429 punti, sotto al nuovo massimo storico di 18.512 punti). E’ proseguito il trend positivo di Intel (+1,77% a 34,59 dollari), dopo il forte rialzo messo a segno nella seduta precedente. Tesla +1,18%. Nelle precedenti nove sedute, chiuse tutte in rialzo, il titolo ha guadagnato il 39%, +80% dai minimi di medio periodo toccati a fine aprile. Barron’s fa notare che a questi prezzi, il titolo tratta a 88 volte gli utili attesi quest’anno, mentre a fine aprile, sui minimi a livello di prezzo, il P/E era 50. Era da oltre due anni che Tesla non arrivava a trattare a multipli così alti. Nvidia +2,24%, Arm Holding Citi guarda alle serie storiche e avverte che potrebbe essere arrivato il momento di iniziare ad alleggerire le posizioni sui titoli dell’intelligenza artificiale. Sebbene non ci siano segni di una bolla dei prezzi, il rally di alcuni nomi è “preoccupante”, si legge in una nota firmata dallo strategist Drew Pettit. “Continuiamo a suggerire agli investitori di prendere profitto sulle società di AI”, in particolare i produttori di chip. Il Treasury Note a dieci anni al 4,29%, da 4,28% del giorno prima, in assenza di novità dalla politica monetaria:

In Cina inflazione quasi piatta. Banca NewZeland più accomodante

L’Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,3%, sostenuta da Baidu (+13%) che ha beneficiato della popolarità crescente del suo robotaxi Apollo Go in Cina. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen sulla parità. In Cina l’inflazione ha registrato un altro aumento di modestissima entità a giugno, rimanendo vicina allo zero per il quinto mese. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,2% rispetto a un anno prima, ha dichiarato mercoledì l’Ufficio nazionale di statistica. Il mese scorso i prezzi dei beni di consumo legati all’intrattenimento, degli elettrodomestici e delle automobili sono stati penalizzati dal lancio di promozioni da parte delle aziende per la festa annuale dello shopping “618”, ha dichiarato l’ufficio di statistica. I prezzi alla produzione sono rimasti in deflazione, come dalla fine del 2022, il calo del mese scorso è dello 0,8% rispetto all’anno precedente, in linea con il risultato atteso dagli economisti. La domanda interna rimane debole”, spiega Zhiwei Zhang, capo economista di Pinpoint Asset Management. Nel lungo periodo, la Cina avrà bisogno di una ripresa della domanda interna per trainare l’economia”.

L’indice Nikkei di Tokyo chiude in rialzo, dopo un’inizio di seduta esitante. L’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,6% a 41831,99 punti, raggiungendo un nuovo record. Accelerano i prezzi alla produzione in Giappone nel mese di giugno 2024. Secondo la Bank of Japan, i prezzi di fabbrica hanno registrato un incremento del 2,9% su base annua, in linea con le attese, contro il +2,6% rivisto del mese precedente (da +2,4% preliminare). Su base mensile, i prezzi all’industria sono saliti dello 0,2%, meno del +0,7% del mese precedente e contro il +0,4% atteso. I prezzi import hanno segnato un calo dello 0,3% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base tendenziale. I prezzi export sono risultati invariati su base mensile e del 2,7% su base annuale.

KOSPI di Seul invariato. In calo l’indice BSE Sensex di Mumbai, -1%.

La banca centrale della Nuova Zelanda ha mantenuto i tassi d’interesse fermi al 5,5%. La decisione è stata in linea con le aspettative degli economisti, ma le considerazioni emerse al termine del Board sono apparse più accomodanti di quanto ci si aspettasse. La banca centrale neozelandese, infatti, ha ventilato la possibilità di adottare una politica monetaria meno restrittiva, nel caso in cui l’inflazione dovesse rallentare come previsto.

Borsa 10 luglio: che cosa seguire

Le Borse europee attese in frazionale rialzo in avvio di seduta (+0,26% l’indice Eurostoxx50). Ieri il Ftse Mib di Milano ha chiuso ieri in ribasso dello 0,5 %.Il rendimento del Bund tedesco è al 2,57% da 2,53% del giorno prima e quello del BTP al 3,95%. Lo spread Italia-Germania è a 139 punti base. L’OAT francese decennale rende il 3,11% e il differenziale Bund/OAT è a 56 punti base. Il cambio euro dollaro a 1,082. Petrolio in calo per la quarta seduta consecutiva. WTI a 81 dollari il barile. Brent a 84,5 dollari. Oro a 2.367 dollari l’oncia. Bitcoin a 58.000 dollari. Atteso il dato oggi alle ore 10.00 sulla produzione industriale in Italia, dopo che Francia e Germania hanno mostrato un deciso calo. Le attese per il dato mesile sono di un +0,1% (preced. -1%), annuale preced. -2,9%.

Tim. L’agenzia S&P Global ha migliorato di due livelli il rating sul debito a lungo termine di Telecom Italia TIM, portandolo da “B+” a “BB”. Le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono stabili. L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, in un incontro con i dipendenti, ha detto che ridurre il debito “da oltre 20 miliardi a un target di 7,5 miliardi a fine anno significa avere la capacità di investire per la crescita”. “Oggi non dobbiamo piu’ andare sul mercato a rifinanziarci, ma possiamo concentrarci a lavorare per migliorare i risultati della nostra azienda e la nostra leadership” ha spiegato, ricordando che “si stanno avverando tutte le cose che avevamo detto in questi anni”. In un’intervista a Radiocor, Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, ha tracciato un quadro sugli effetti della vendita della rete di Tim sulla regolazione e ha ipotizzato un alleggerimento regolatorio.

Unicredit. Secondo il consensus delle banche d’affari l’istituto guidato da Andrea Orcel dovrebbe aver chiuso il 2° trimestre 2024 con un utile netto di 2,19 miliardi di euro (valore medio); la stima si confronta con il risultato netto sottostante di 2,12 miliardi di euro contabilizzato nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Per quanto riguarda invece l’intero 2024, gli analisti prevedono un utile netto contabile di 9,07 miliardi di euro (valore medio), previsione che si confronta con la precedente indicazione di un risultato finale di 9,01 miliardi di euro comunicata dopo la diffusione dei risultati finanziari del 1° trimestre 2024. Il risultato per azione è indicato a 5,51 euro (minimo di 5,26 euro, massimo di 5,85 euro), rispetto ai 5,43 euro del precedente consensus.

Da seguire Unipol, Mps e la Banca popolare di Sondrio visto che, secondo il Messaggero, Unipol sarebbe in azione con l’aiuto di banche d’affari per rafforzare indirettamente la propria posizione nella Sondrio (forse tramite Barclays) e in Mps attraverso contratti derivati di quasi il 5%. Il quotidiano riporta la smentita di Unipol in merito a un coinvolgimento sulla banca valtellinese, di cui già possiede quasi il 20%.

BancoBpm ha collocato un bond additional tier 1 con durata perpetua e richiamabile (callable) a partire da gennaio 2031, per un ammontare pari a 400 milioni di euro. Il titolo ha ricevuto ordini per oltre 2,8 miliardi di euro, consentendo di fissare la cedola al 7,25% fino al 16 luglio 2031; qualora l’emittente decidesse di non esercitare l’opzione di rimborso anticipato, la cedola verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap in euro a 5 anni al momento della data di ricalcolo, aumentato di uno spread pari a 455,3 punti base e resterà fissa per i successivi 5 anni.

Banca Mps ha collocato un’emissione di social conditional pass through (CPT) european covered bond con scadenza a sei anni (16 luglio 2030) e destinata a investitori istituzionali. Il titolo è stato collocato per un ammontare di 750 milioni di euro. Il collocamento ha ricevuto ordini per oltre 1,2 miliardi di euro, consentendo di fissare la cedola al 3,375% e un prezzo di reoffer di 99,445%, corrispondente a uno spread di 65 punti base sul tasso mid swap a 6 anni.

Leonardo, in cordata con l’americana Bell, sarebbe tra i favoriti nella gara per il super elicottero della Nato nell’ambito della gara detta Ngrc (Next generation rotor capability) lanciata ai primi di febbraio. Il 15 luglio è attesa la decisione della Nato support and procurement agency (Nspa) che dovrebbe scegliere tre proposte per l’elaborazione di un contratto di studio

Fincantieri. Chiude oggi il periodo dedicato all’aumento di capitale.

Raffica di valutazioni. Generali. JP Morgan rivede al ribasso il target price a 26 euro. Eni. HSBC ritocca leggermente il target price a 15,5 euro. Prysmian. JP Morgan riavvia la copertura con giudizio Outperform e target price a 71 euro. Saipem. Barclays alza il target price a 3,2 euro. Maire Tecnimont Barclays taglia il giudizio a Equal Weight.

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