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Bollette luce e gas, Tar Lombardia: stop aumenti per 20 mln clienti

Sospensione in via cautelare degli aumenti decisi dall’Autorità a partire dal 1° luglio, causati dalle strategie anomale adottate dagli operatori sul mercato all’ingrosso – Si dovrà stabilire la loro legittimità, solo in seguito i rincari potranno essere inseriti in bolletta – Mise, Calenda vuole vederci chiaro e sollecita l’Autorità a chiudere la partita entro il 24 agosto – L’Autorità: faremo ricorso.

Bollette luce e gas, Tar Lombardia: stop aumenti per 20 mln clienti

Il Tar della Lombardia ha deciso di accogliere il ricorso del Codacons, sospendendo in via cautelare gli aumenti delle bollette di luce e gas scattati lo scorso primo luglio. Una disposizione che va oltre i confini regionali e che potrebbe avere delle dirette ripercussioni (positive) sul portafoglio di 20 milioni di italiani. O meglio sui 20 milioni che ancora sono in regime di maggior tutela. Per i 10 milioni che si trovano sul mercato libero, infatti, gli aumenti non sono mai scattati e quindi le decisioni del Tar non li investono in alcuna misura.

La vicenda trae origine dai rincari su luce (+4,3%) e gas (+1,9%) stabiliti dall’Autorità a causa dell’incremento della componente di approvvigionamento sostenuta dall’Acquirente Unico, che risente a sua volta della revisione al rialzo delle stime relative ai costi di acquisto della materia prima nel 2°semestre 2016, e della crescita dei costi di dispacciamento, vale a dire dei costi sostenuti dal Gestore della rete (Terna) per il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico. La stessa Autorithy, spiegando le motivazioni alla base degli aumenti, aveva parlato di “strategie anomale adottate da diversi operatori sul mercato all’ingrosso dell’energia elettrica che hanno portato ad un rilevante aggravio di costi per il sistema e ad una alterazione del normale meccanismo di formazione dei prezzi nei mercati”

Il Codacons evidenzia inoltre che l’Autorità “ha avviato un procedimento per punire le condotte poste in essere dai grossisti dell’energia elettrica e configurabili come abusi di mercato ai sensi del Regolamento (UE). Questo significa che le tariffe di luce e gas sono aumentate per effetto di un crimine e di condotte illecite e non certo per il normale andamento del mercato, circostanza vietata nel nostro paese e che avrebbe dovuto portare l’Autorità dell’energia a sospendere qualsiasi incremento per l’elettricità e per il gas”.

Due settimane fa, l’associazione dei consumatori aveva lanciato una class-action in Lombardia allo scopo di tutelare gli utenti residenti nella Regione, presentando parallelamente ricorso al Tar del Lazio.

Oggi i giudici amministrativi hanno stabilito che gli aumenti, nel caso in cui fossero illegittimi, costituiscono “un immanente danno grave ed irreparabile soprattutto per la vastissima platea che compone i singoli utenti finali”. Se fossero invece legittimi “potranno essere agevolmente recuperati nell’ambito degli ulteriori sistemi di fatturazione attraverso idonee ed eque modalità di prelievo”. Per questo il Tar ha deciso di accogliere il ricorso presentato dal Codacons, sospendendo “l’efficacia della deliberazione dell’Autorità del 28 giugno scorso”. Il procedimento è stato rinviato nel merito alla camera di consiglio fissata per il prossimo 15 settembre.

“Grazie al Codacons 30 milioni di italiani riceveranno la prossima bolletta della luce e del gas ribassata e senza aumenti – afferma il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, commentando la decisione – Era assurdo infatti rincarare le tariffe per effetto di illeciti sui quali adesso dovrà pronunciarsi la magistratura”.

Sul caso è intervenuto anche il Ministero dello Sviluppo economico, ricordando che “proprio per la gravità dell’accaduto, il Ministro Calenda aveva già richiesto elementi a Terna e all’Autorità per l’energia, sollecitando la conclusione nei tempi prestabiliti di 60 giorni del procedimento di indagine avviato dalla stessa Autorità il 24 giugno e l’adozione di meccanismi sanzionatori adeguati e direttamente proporzionati all’entità degli aumenti che dovessero eventualmente essere imputabili a comportamenti scorretti”.  

“Il decreto del Tar Lombardia – prosegue la nota del Mise – conferma la necessità di fare al più presto chiarezza sui fatti e sui possibili comportamenti speculativi che hanno portato ad un aumento anomalo dei costi di dispacciamento negli ultimi mesi. Il Governo segue con grande attenzione – nel pieno rispetto dei ruoli – questa vicenda, con l’obiettivo prioritario di non far pagare costi impropri a cittadini e imprese”.

L’Autorità da parte sua ha reagito al decreto del Tar Lombardia annunciando un ricorso attraverso queste parole: “L’Autorità con delibera odierna (410/2016/C/eel), nel prendere atto del decreto cautelare monocratico del Tar Lombardia n.911 sulla sospensione della delibera 354/2016/R/eel, assunto senza aver ascoltato l’Autorità (decreto che rimanda la trattazione dell’istanza cautelare alla camera di consiglio del 15 settembre 2016), ritiene che sussistano i presupposti per proporre, attraverso l’Avvocatura dello Stato, immediata istanza di revoca dello stesso decreto in quanto si basa su un ricorso che presenta un’erronea rappresentazione degli elementi di fatto e di diritto”

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