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Bolletta elettrica, rischio aumento (ulteriore) per colpa del nucleare

Il colpo di stato in Niger, tra i principali produttori di uranio, potrebbe avere contraccolpi sui listini e sul prezzo della materia prima. Se il listino prezzi del nucleare dovesse salire, l’Italia dovrà mettere mano al portafogli

Bolletta elettrica, rischio aumento (ulteriore) per colpa del nucleare

Mentre in Italia l’onda dei continui rincari delle fonti di energia (pronto l’annunciato ritocco all’insù delle bollette della luce per il prossimo trimestre) fa riprendere vigore al dibattito sul nucleare, all’orizzonte si profilano rischi di rincari per il listino prezzi proprio del nucleare. Con ripercussioni sulle centrali in funzione in  Europa e quindi anche sul dispacciamento nei vari Paesi Ue di energia a fonte nucleare. Italia compresa.

I possibili rincari sul nucleare

Che il rischio ci sia lo conferma l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, rispondendo a una interrogazione di due europarlamentari italiani (Susanna Ceccardi e Marco Zanni, del gruppo ID) preoccupati per le conseguenze degli ultimi avvenimenti in Niger, che nel 2022 ha prodotto 2.020 tonnellate di uranio, pari al 5% del totale globale (dati World Nuclear Association), è il settimo produttore al mondo e il principale fornitore per la Ue.

Il colpo di Stato e l’instabilità politica, se fin qui non sembrano mettere a rischio gli approvvigionamenti, potrebbero avere però contraccolpi sui listini. Conseguenze che in effetti Borrell non nasconde. Perché se da un lato “sul mercato è disponibile una quantità sufficiente di uranio in diverse località del mondo”, tuttavia “in caso di improvvisa interruzione delle forniture, il prezzo dell’uranio naturale potrebbe subire un nuovo aumento“. 

Dunque? Le possibili contromisure di salvaguardia non mancano, rassicura Borrell: “il  numero di impianti di produzione attualmente dismessi (ad esempio in Canada, Australia e Namibia) e di società minerarie junior interessate a esplorare nuovi giacimenti dovrebbe essere sufficiente a medio e lungo termine per colmare un eventuale deficit di approvvigionamento”. 

Per l’Italia nuovi, possibili, aumenti

In Europa, sono 13 gli Stati membri della Ue che producono energia elettrica da nucleare: Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria. Circa un quarto dell’energia dell’Ue è nucleare e più della metà è prodotta in Francia. 

E il nostro Paese è un acquirente proprio dalla Francia per il 5%. E un’altra quota di elettricità da fonte nucleare proviene anche dalla Slovenia. E dunque se il listino-prezzi del nucleare dovesse salire, anche noi dovremmo mettere mano al portafogli. Ulteriormente.

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