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Blockchain: boom nel mondo, l’Italia rallenta

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2020 in tutto il mondo i progetti sono cresciuti del 59%, ma in Italia (che resta nella top 10 dei Paesi più attivi) gli investimenti sono scesi del 23%.

Blockchain: boom nel mondo, l’Italia rallenta

L’emergenza Covid19 non ha fermato lo sviluppo delle tecnologie Blockchain, che anzi nel 2020 in tutto il mondo sono cresciute, entrando anche in una fase che l’Osservatorio del Politecnico di Milano definisce di “maggiore maturità”. In Italia, però, il mercato rallenta. E’ quanto emerso dalla ricerca “Blockchain: the hype is over, get ready for ecosystems”, che ha reso noti alcuni dati: rispetto al 2019 a livello internazionale sono cresciuti del 59% i progetti concreti, mentre gli annunci sono calati dell’80%, segno di un mercato che sta uscendo dall’hype mediatico per concentrarsi su iniziative più operative e la creazione di ecosistemi. Non solo: il 47% dei casi mappati nel 2020 utilizza piattaforme esistenti, segno che l’attenzione degli operatori si sta spostando sempre più verso lo sviluppo di applicazioni e meno sulla creazione di nuove piattaforme.

I paesi più attivi nella Blockchain sono risultati essere Stati Uniti, con 72 progetti avviati negli ultimi cinque anni, e Cina, con 35 casi, seguiti da Giappone (28), Australia (23) e Corea Del Sud (19). L’Italia resta nella top ten dei paesi con più iniziative, ma rallenta: 18 progetti, con una sensibile frenata degli investimenti delle aziende, che nel 2020 valgono 23 milioni di euro, il 23% in meno rispetto al 2019. Un mercato in calo, secondo le valutazioni del Politecnico “a causa dell’emergenza che ha limitato il lancio di nuove iniziative e ha spinto le aziende a concentrarsi su progetti già attivi”. Ma in compenso anche da noi sembra essere più maturo: il 60% della spesa riguarda progetti operativi, il 28% progetti pilota, solo l’11% proof of concept e appena l’1% formazione. La finanza è il settore più rappresentato, con il 58% della spesa, e l’unico ad aver aumentato gli investimenti (+6%), seguito da agroalimentare (11%), utility (7%) e PA (6%).

“Nel 2020 le tecnologie Blockchain – ha commentato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger – hanno continuato a svilupparsi e sono sempre più utilizzate dalle imprese per migliorare processi aziendali e creare nuove opportunità di business in ambiti diversi dalla finanza, dall’agroalimentare alle utility, dalla Pa alle assicurazioni. La frenata del mercato a causa della pandemia è compensata da una maggior maturità delle imprese, che investono principalmente in progetti operativi e pilota, e delle piattaforme disponibili, alcune già operative e altre che lo diventeranno nel 2021”.

“Il mercato della Blockchain – aggiunge Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger – sta uscendo dalla fase più ‘mediatica’ per concentrarsi sulla costituzione di ecosistemi che puntano a creare nuove opportunità realizzando piattaforme infrastrutturali e applicazioni di business basate su di esse. Lo sviluppo di queste infrastrutture abilitanti, però, non è ancora concluso: aziende e PA guidano lo sviluppo tecnologico verso soluzioni più facilmente utilizzabili e sarà importante seguire l’evoluzione della normativa, che spesso è ancora un ostacolo allo sviluppo di soluzioni più innovative”.

Per quanto riguarda la tipologia di progetti legati alla Blockchain, secondo l’analisi dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano la maggior parte è ancora focalizzata su applicazioni legate a processi esistenti, come ad esempio riconciliazione dei pagamenti e tracciabilità di filiera. Le applicazioni più numerose sono realizzate per facilitare la condivisione e il coordinamento dei dati fra diversi attori per evitare che insorgano divergenze (59% dei progetti lanciati dal 2016 a oggi). Quasi un quarto ha l’obiettivo di migliorare la verificabilità dei dati da parte di altri attori dell’ecosistema o di terzi (24%), in particolare nell’agroalimentare per garantire la tracciabilità dei prodotti. Il 13% utilizza i crypto asset abilitati dalle piattaforme Blockchain per scambiare denaro o altri asset. Il 4%, infine, è dedicato alla realizzazione di processi affidabili e verificabili.

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